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La-Mulana 2 – Recensione | Dark Souls era una passeggiata

Quando Nigoro annunciava l’arrivo imminente di La-Mulana 2, dentro di noi c’erano sentimenti contrastanti. Da un lato la voglia di scoprirlo, vedere e toccare con mano le potenziali evoluzioni rispetto al primo, già magnifico, capitolo. Dall’altro una strizza epocale, data dall’immensa e ineguagliabile bastardaggine del titolo e dei suoi sviluppatori, capaci di portare i giocatori alla pazzia in men che non si dica. Va da sé che questa recensione, una delle più sudate della mia carriera, scaturisca da ore e ore di sangue, frustrazione, bestemmie, ma allo stesso tempo di godimento sadico e grandi soddisfazioni. Ah, e giusto per essere chiari. A differenza di altri io l’ho effettivamente finito.

La-Mulana 2 – Recensione

Data di uscita: 30/07/2018
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC
Lingua: Inglese
Prezzo di lancio: €20.99
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La-Mulana 2 riceve il testimone dal predecessore e ne espande spettro narrativo, strutturale e meccanico. Per quanto riguarda il primo aspetto l’avventura riprende più o meno da dove si era conclusa. A seguito della distruzione delle rovine maledette di La-Mulana ad opera del vecchio protagonista Lemeza Kosugi, Xelpud ha deciso di trasformare il complesso archeologico in un sito turistico per spremerlo quanto più possibile in termini monetari. Improvvisamente, però, mostri e figure inquietanti riprendono a farsi vivi, tanto che il vecchio ritiene opportuno chiedere aiuto alla figlia di Lemeza, Lumisa, aspirante Indiana Jones al femminile.

Da lì a poco si viene a scoprire che in realtà la fonte maligna originaria delle rovine non è ancora stata debellata del tutto e ha generato una nuova distorsione spaziotemporale chiamata Eg-Mulana. Al suo interno milita una miriade di creature appartenenti a mitologie di diverse epoche storiche. Il calderone è ricco quanto confusionario. Tra divinità egizie, maya, norrene e chi più ne ha più ne metta, il filo della narrazione si perde in centinaia di pipponi metafisici di difficile comprensione anche per chi, come noi, ha giocato al primo capitolo.

Chiaro, si può anche scegliere di non prendere nulla sul serio e limitarsi a ridere alle frequenti battutacce di Xelpud e degli altri comprimari. La componente umoristica di La-Mulana, d’altronde, è sempre stata preponderante. Tuttavia rimane un po’ di amaro in bocca per una trama eccessivamente elaborata e alla fine poco coerente che finisce per diventare stucchevole dopo appena qualche ora. Ma per fortuna la grandezza di La-Mulana 2 risiede altrove.

La-Mulana 2 Recensione | Video recensione

A rendere l’ultima fatica di Nigoro un classico istantaneo ci pensa il level design eccezionale. La struttura ricalca quella del titolo precedente, metroidvania 2D con un dungeon enorme diviso in sotto-zone labirintiche ben differenziate a livello tematico e meccanico. Il tutto viene infarcito di puzzle e trappole al limite dell’ostico, talora da ragequit ma comunque geniali nella stragrande maggioranza dei casi. Nonostante nessun enigma abbia più di una soluzione, la materia grigia e i riflessi richiesti sono notevolissimi, al punto che in certe sezioni si rimane impantanati per ore prima di riuscire ad andare avanti.

Inoltre alcune trappole sono talmente ben nascoste da risultare invisibili a un’occhiata superficiale. Non a caso, specie durante le fasi iniziali d’esplorazione, botole, massi e spunzoni rappresentano almeno l’80% dei game over. E sì, i checkpoint scarseggiano, dunque morire all’improvviso per aver calpestato la mattonella sbagliata fa incazzare eccome. La chiave è analizzare attentamente ogni stanza in modo preventivo anziché lanciarsi a capofitto nell’esplorazione. In questo risultano utilissime le tavole di pietra sparse per il dungeon, che contengono suggerimenti quasi sempre criptici seppur vitali. Ignorarli, credeteci, non è affatto una buona idea.

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La-Mulana 2 Recensione | Se considerate Dark Souls troppo difficile lasciate perdere

Parliamo ora di meccaniche e progressione. Rispetto al prequel, i controlli di La-Mulana 2 appaiono leggermente migliorati anche se rimangono legnosi e non proprio al passo con i tempi. Il retrogusto è quello dei vecchi Castlevania per NES, con conseguenti pregi e difetti del caso. La sensazione di scarso controllo sul personaggio permea tutta l’esperienza, e spesso si muore proprio a causa della non proprio altissima precisione e reattività dei comandi. Per fortuna si amplia la lista di armi, primarie e secondarie. Tre gli oggetti equipaggiabili tra cui frusta, gadget offensivi e di supporto. Per interagire meglio con l’ambiente e avere delle facilitazioni quali mappe o codificatori di lingue antiche bisogna al solito installare dei software sul tablet multiuso datoci in dotazione all’inizio del gioco. La memoria è limitata, dunque sarà necessario scegliere con attenzione i programmi da portarsi dietro.

Proprio le combinazioni tra oggetti e il loro peso sulla progressione rende La-Mulana 2 tanto old-school e astruso per i giocatori odierni. Capita di arrivare a un punto di stallo perché si è scelto di non acquistare un determinato ninnolo apparentemente inutile dal mercante di turno, oppure perché non si è avuto il coraggio di spostare una leva di fianco a un forziere per paura di rimanerci secchi. Lì arriva la punizione backtracking che, sebbene sia presente un sistema di viaggio rapido, rimane lunga e severa anche a causa del reset di trappole e nemici.

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La-Mulana 2 Recensione | La longevità supera le 30 ore

Nemici, appunto, duri e fastidiosi in quanto capaci di colpirci da un capo all’altro della stanza e da ogni direzione con proiettili spesso indistruttibili. Le zone finali di Eg-Mulana sono a dir poco infernali e non lasciano un secondo di tregua. Dovrete gestire contemporaneamente puzzle, trappole e mostri assatanati. C’è il rischio costante di fallire e perdere decine di minuti di progressi. E checché se ne dica, i boss rimangono letali, soprattutto nella seconda metà dell’avventura. Qui vi ritroverete davanti avversari grandi come due quarti di schermo che spammano proiettili a più non posso. Le prime 3 ore, in confronto, sono una passeggiata. E noi ce ne abbiamo messe 34 per finirlo. Un vero e proprio calvario.

Sul comparto tecnico, infine, non molto da dire. Lo stile non è cambiato rispetto al passato, mantenendo l’ottima pixel art che mette bene in risalto i movimenti degli sprite e i dettagli delle ambientazioni realizzati con molta cura. Gradevolissima anche la colonna sonora, grazie a tonalità d’altri tempi che con il loro spiccato carattere retrò fanno da sottofondo perfetto alle esplorazioni in Eg-Mulana. L’intero prodotto, pensiamo sia chiaro, gronda amore e dedizione da ogni poro. I Nigoro si sono divertiti a crearlo e si vede. Chissà che non ci scappi un terzo capitolo.

Consigliato

Ora, però, vorremmo che una cosa fosse chiara. La-Mulana 2 è, fondamentalmente, il male. Un male acuto, persistente, che deteriora le fibre stesse dell’anima in modo lento e inesorabile. Più che di un gioco si tratta di un banco di prova per gli aspiranti masochisti in cerca dell’autodistruzione, di un battesimo del fuoco a cui probabilmente non seguirà una prima comunione. Se ritenete difficili titoli come Dark Souls e Cuphead, non pensate neanche minimamente di avvicinarvi a La-Mulana 2. Compratelo solo se sicuri e consapevoli dell’agonia che vi attende, altrimenti rischiate di rimetterci la salute. Se invece amate la serie, volete una sfida degna di questo nome e non temete la nota brutalità di Nigoro, qui troverete qualcosa di incredibilmente profondo, soddisfacente e stimolante sia per mani che per cervello.

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