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La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor – Recensione

Dobbiamo ammetterlo: il nostro giudizio su La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor ha subito una repentina variazione dall’uscita dei primi trailer di gameplay al momento in cui abbiamo potuto toccare con mano la versione finale del gioco di Monolith e Behaviour.

Se in un primo tempo, infatti, le particolari ed accentuate somiglianze con i titoli della serie Assassin’s Creed e Batman avevano preso il sopravvento da un punto di vista alquanto superficiale, adesso possiamo disporre di un più che sufficiente numero di elementi peculiari che lo distanziano in modo tutt’altro che negativo dai suddetti esponenti dello stesso genere.
Trattasi, infatti, di un action/stealth/open world game che eccelle più nella prima che nelle altre due categorie ma riesce a mantenere un giusto equilibrio fra tutte le meccaniche utilizzate senza peccare né abusarne, configurandosi come uno tra i migliori videogiochi mai dedicati alla celeberrima saga di Tolkien.

La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor – One does not simply kill an Uruk

Le premesse sono semplici: un guardiano del cancello di Mordor, Talion, e la sua famiglia vengono uccisi durante un’imboscata condotta dai servi di Sauron, ma a riportare in vita il ranger che impersoneremo durante tutta l’avventura ci penserà un misterioso spirito elfico con oscuri legami verso il nostro e lo stesso signore oscuro.
L’obiettivo sarà dunque vendicarsi dei brutali assassini e sfoltire le fila dell’esercito di orchi che popola la Terra di Mezzo, tentando inoltre di evitare la possibile catastrofe che scaturirebbe dal progressivo avanzamento nei piani delle forze del male.

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Consideriamo coerenti e rispettose le scelte narrative dei Monolith, i quali hanno voluto collocare le vicende nell’arco temporale che si colloca tra Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli aggiungendo gradevoli punte di fanservice nella giusta misura e dimostrando assoluto rispetto per l’opera originale e il fanbase da sempre molto esigente.
E’ dunque una prospettiva senza dubbio intrigante per tutti gli appassionati del mondo tolkeniano ma anche per gli “infedeli” o coloro che vi si stanno ancora approcciando, considerato che il contenuto di lore all’interno del gioco non delude affatto e potrà essere consultato in qualsiasi momento attraverso dei comodi menù.
Purtroppo l’intreccio principale (la cui durata si attesta sulle 8-12 ore) non mantiene un tono equamente epico fino alla fine e la seconda parte della missione di Talion dà una fastidiosa impressione di rush o, ancora peggio, di taglio preventivato a causa dei dlc sul single player in arrivo.

Ma prendiamo in mano il controller e parliamo di gameplay.
Indubbiamente il free running di Assassin’s Creed e il free flow di Arkham danno un senso di già visto all’opera del team statunitense ma una corretta contestualizzazione dei due sistemi rende evidente che fossero indispensabili all’interno della produzione.
Le lande vaste e desolate di Mordor necessitavano una fruizione veloce e fluida, mentre le cospicue orde di Uruk all’attacco richiedevano senz’altro la possibilità di contrattaccare e switchare rapidamente da un bersaglio all’altro; sotto tale aspetto il titolo si mostra cattivo e a volte addirittura punitivo, lanciandoci addosso interi battaglioni assetati di sangue umano decisi a prendere la nostra testa a qualsiasi costo.

Ma gli orchi, nemico principale ed onnipresente, non agiranno sempre in modo grezzo e sconsiderato bensì rispettando una precisa scala gerarchica che, a seconda delle circostanze, andrà a modificarsi gradualmente con promozioni di grado e scontri per il comando.
Al bando grunt e minion senza personalità le cui uccisioni passano spesso inosservate, stavolta i cattivi instaureranno un rapporto diretto con il protagonista e i commilitoni; ogni orco a capo di una legione avrà debolezze, resistenze ed abilità uniche (rivelabili attraverso interrogatori a sottoposti) che potranno essere sfruttate a proprio vantaggio in combattimento.

I warchief, di rango superiore ai capitani, sono le punte di diamante dell’esercito di Sauron e una volta eliminatone uno si scatenerà una sanguinosa lotta intestina per occupare il posto vacante ma nulla è lasciato al caso perché il giocatore potrà intervenire nello screzio ed assoggettare il vincitore per sabotare dall’interno i piani delle forze oscure di Mordor.

Altra perla: Uruk affrontati in precedenza e fuggiti, magari dopo una sonora batosta, si ripresenteranno più avanti riconoscendo l’eroe ed epitetandolo con parole colme d’odio e desiderio di vendetta; allo stesso modo, ogniqualvolta un orco abbia la meglio sul player, esso verrà promosso diventando ufficialmente una nemesi da abbattere per riscattarsi.
Da qui il soprannome Nemesis System, a nostro parere una delle feature più interessanti proposte nei titoli current-gen.

A ciò concorre una ottima gestione delle capacità di Talion, suddivise in rami sbloccabili dopo il completamento di certi obiettivi e un albero di power up tra cui nuovi potenziamenti (rune) per le armi del ranger, ovvero spada, arco e pugnale. Tutte le skill sono utilissime in battaglia e contribuiscono ad arricchire le possibilità d’azione e reazione quando si affrontano mandrie di creature ostili o si incappa in determinate task secondarie che richiedono un attento uso delle meccaniche a disposizione, non sempre evidenti.
Gli incarichi atti all’unlock di artefatti, rune e moneta del gioco sono però poco vari e nel complesso ripetitivi, sebbene prolunghino di parecchio la durata di una run da completisti.

Il comparto tecnico, infine, pur non ottimizzato al meglio su PC (la qualità texture che a livelli alti e ultra richiede ben 3 e 6 GB di VRAM) si dimostra all’altezza delle aspettative e si fregia di una vasta gamma di opzioni avanzate, un benchmark interno, modelli superbi, animazioni realistiche e un’ambientazione forse un tantino brulla ma decisamente bella da vedere e non priva di scorci mozzafiato, oltre che di suggestive variazioni climatiche.
Anche l’audio ci ha stupito e l’eccellente doppiaggio di umani e orchi unito alla sapiente alternanza tra toni rilassanti e di tensione, volti ad accompagnare con maestria le fasi esplorative, di stealth e di combattimento fanno sì che lo spirito evocativo delle opere di Tolkien ruggisca dentro di noi.

Conclusioni
La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor è un must have per i fan di Lord of the Rings e non solo.
I ragazzi di Monolith hanno preso in prestito e perfezionato delle meccaniche ormai ben più che rodate, dando vita ad un’opera con carattere in grado di porsi come nuovo standard nel genere grazie a idee innovative ed estremamente funzionali come il Nemesis System.
Se però il grande punto di forza del gioco risiede in un gameplay vario e divertente, possiamo facilmente individuare il tallone d’Achille nella longevità e gestione di una campagna altalenante, stroncata quasi a forza sul più bello e su cui pesa l’orrendo spettro dei DLC.
Ad ogni modo, siamo felici che i nostri pregiudizi caricati dall’hype siano stati, per una volta, smentiti dalla prova dei fatti e consigliamo questo gioco senza riserve a qualsiasi tipo di utenza.
+ Lo stile di Tolkien è stato catturato in pieno
+ Nemesis System promosso a pieni voti
+ Gameplay che offre svariate possibilità di manovra e pianificazione
+ Comparto tecnico di prim’ordine
– Poco longevo
– Missioni secondarie ripetitive
– Narrazione dai ritmi altalenanti

Metascore 86/100
Middle Earth: Shadow of Mordor | Steam | 49.99€

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