Octopath Traveler 2 – Recensione | La svolta dark del JRPG

Dopo aver trasformato il franchise di Final Fantasy in un action game, Square Enix ha lasciato vivere la tradizione JRPG solo in Dragon Quest, Bravely Default e Octopath Traveler. Proprio Octopath Traveler è quello con la struttura più più atipica fra i tre, rifacendosi allo stile dei SaGa, e offrendo 8 diverse storie ambientate nello stesso mondo di gioco. Queste storie erano, nel primo capitolo, quasi del tutto scollegate le une dalle altre, cosa che ha fatto storcere il naso a molti giocatori. In tanti volevano infatti un’esperienza più coesa, con una trama d’ampio respiro, sulla falsariga appunto dei vecchi Final Fantasy. Abbiamo giocato in modo approfondito ad Octopath Traveler 2, e siamo adesso pronti ad offrirvi la nostra recensione completa, guardando anche al genere dei JRPG nel suo complesso.

Octopath Traveler 2 – Recensione

Nonostante l’assenza di Final Fantasy, il genere dei JRPG offre oggi tantissima scelta per i giocatori. Se cerchi un’esperienza tradizionale vai su Dragon Quest, se vuoi esplorazione e un mondo enorme vai su Xenoblade, se vuoi una lore profonda vai su The Legend of Heroes. Gli amanti di un approccio più anime hanno i Tales of, chi preferisce un’ambientazione moderna ha Persona.
Octopath Traveler punta naturalmente sia sul suo splendido comparto artistico che sulla struttura narrativa, adesso sensibilmente migliorata rispetto all’originale. Vediamo come.

Storia

Il gioco ci dà la possibilità di scegliere con quale personaggio iniziare, rendendo il primo impatto potenzialmente molto diverso per ciascun giocatore. Ci saranno dunque otto protagonisti tra cui scegliere, ognuno dei quali dotato di una storia molto personale. Dopo un primo capitolo introduttivo, il gioco si apre consentendoci di esplorare in lungo e in largo. Mentre si approfondiscono le storie di ciascun protagonista, incontreremo gli altri personaggi principali, arrivando ad un finale che riesce ad intrecciare le diverse narrazioni.

La realizzazione delle storie è valida, tendenzialmente migliore rispetto a quanto visto nell’originale, c’è una sensazione di maggiore consistenza. Ci sono dei momenti a volte un po’ lenti, e senza dubbio il gusto personale giocherà un ruolo importante nell’apprezzare le 8 trame principali. Da parte nostra riteniamo che Octopath Traveler 2 offra una narrativa di alto livello, coraggiosa nell’affrontare tematiche spinose, per molti versi cupe. Questo gioco è pensato per un pubblico adulto, lo stesso pubblico adulto che oggi apprezzerà la grafica in pixel art, essendo cresciuto durante l’epoca degli 8 e 16 bit. Una scelta quindi intelligente da parte dello sviluppatore, che crea un forte contrasto tra tematiche pesanti e un aspetto visivo che tanti assoceranno alla propria infanzia. E’ un po’ come quando Quentin Tarantino mostra la scena più violenta del mondo usando in sottofondo una canzone particolarmente allegra: si crea un contrasto che sottolinea il contenuto, con un forte impatto sullo spettatore.

Esplorazione

In termini meccanici, Octopath Traveler 2 affina e migliora quanto di buono visto nell’originale. Ciascun personaggio è dotato di due abilità utilizzabili nelle esplorazioni, che vanno dal furto, alla possibilità di acquistare gli oggetti personali degli NPC, allo spionaggio, all’estorsione di informazioni e via dicendo. Era una feature già presente nel primo capitolo, che qui viene un po’ approfondita, con qualche problematica. Abbiamo trovato piuttosto ridondante dover cambiare la formazione del party in modo da rendere disponibili le abilità di cui avevamo bisogno. Per ovviare in parte al problema, alcune abilità sono simili le une alle altre, e non è un bene. La sensazione è che sia mancata abbastanza creatività per diversificare a dovere le meccaniche esplorative. Torna alla mente la soluzione adottata da Monolith con il suo Xenoblade Chronicles 2, dove le abilità dei personaggi si “sommavano” le une alle altre, permettendoci interazioni basate su livelli progressivi. Insomma, l’idea di interagire con l’ambiente e con gli NPC va bene, ma a nostro parere Square Enix deve ancora affinare la formula.

Le due abilità dei personaggi sono strettamente legate al ciclo giorno-notte presente nel gioco. In realtà non si tratta davvero di un ciclo, in quanto il tempo non scorre autonomamente. Tuttavia, sarà sufficiente premere un tasto per passare dal giorno alla notte e viceversa. Le località che visiteremo appariranno diverse, con gli NPC intenti a svolgere attività differenti. Questo ci permetterà di entrare in zone altrimenti inaccessibili e svolgere missioni secondarie di vario tipo. Sarà quindi necessario visitare con attenzione le città sia di giorno che di notte, per cogliere le differenze, sfruttare i diversi tipi di interazione e accedere a tutti i contenuti.
Tra le missioni secondarie ce ne sono alcune che si concentrano su due protagonisti contemporaneamente, approfondendo il loro background. Una piccola chicca, che purtroppo non compensa la mancanza di una trama organica da JRPG tradizionale, ma in fondo Octopath Traveler 2 non vuole esserlo.

A parte l’alternanza tra il giorno e la notte, l’esplorazione in sé non si discosta da quella di un qualunque altro JRPG. Non c’è l’inventiva di un Golden Sun, niente risoluzione di puzzle, niente sistemi di progressione stile Y’S. Potremo percorrere un unico sentiero, e le piccole variazioni sul tema porteranno al massimo a qualche cassa del tesoro. Niente di troppo stimolante insomma.

Combattimento

Octopath Traveler 2 utilizza un sistema di classi simile a quello dei vecchi Final Fantasy. Ciascun personaggio appartiene ad una classe specifica, che non può essere modificata, e che porta con sé tutta una serie di abilità. Ciò che invece potremo modificare è la classe secondaria, che ci consentirà di modificare le potenzialità del personaggio, aggiungendo una rosa di skill addizionali.

Nel rispetto della tradizione, il sistema di combattimento è a turni, con i tanto amati/odiati combattimenti casuali. In termini meccanici non c’è una struttura molto diversa rispetto a quella dell’originale, che per certi versi ricorda un po’ quella di Bravely Default. Per avere la meglio sugli avversari dovremo “romperne” le difese, utilizzando una specifica tipologia di attacco o elemento magico. Organizzare un party variegato, in grado di infliggere danni di tipo diverso sarà quindi fondamentale per non essere colti alla sprovvista nei combattimenti. È una meccanica tutt’altro che nuova, ma che funziona alla grande da tanti anni a questa parte. La stessa Square Enix ha avuto modo di sperimentarla negli anni, basti pensare a classici come Chrono Cross, Final Fantasy XI e tanti altri.


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Purtroppo Octopath Traveler 2 non prende solo il bello dalla tradizione ruolistica giapponese. Il gioco non è infatti bilanciato in maniera perfetta, e tasnte volte sarete costretti al grinding per potenziare il party e riuscire a vincere uno scontro particolarmente ostico. Teniamo presente inoltre che i personaggi che si uniranno al nostro party saranno sempre di livello molto basso, quindi dovremo “livellarli” per utilizzarli in battaglia in modo efficace. Il grinding tra l’altro non è causato solo dalla necessità di salire di livello, ma anche da una cronica mancanza di denaro, che potrebbe colpire alcuni giocatori più di altri.
Se vogliamo dirla tutta, proprio il grinding non è considerato da tutti i giocatori come un difetto. Una larga fetta di pubblico (pensiamo ai giocatori giapponesi e coreani) non hanno una percezione negativa del level up forzato, né dei picchi nella curva della difficoltà in questo genere di produzioni. Si tratta naturalmente di gusto personale, e in fondo è giusto che sia così. Da questo punto di vista possiamo dire quindi che Octopath Traveler 2 è molto “tradizionale”.

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La direzione artistica di Octopath Traveler 2 è straordinaria, come e più del suo predecessore. Square Enix ci delizia di nuovo con quello che chiama HD-2D, ovvero personaggi in sprite mossi all’interno di bellissime ambientazioni in finto 2D. Si nota un chiaro passo avanti rispetto al passato, con un sistema di illuminazione più coraggioso e uno spettacolare utilizzo degli effetti speciali. Questa è la perfetta rappresentazione di un uso sensato delle tecnologie moderne. Unreal Engine 4 viene qui sfruttato non per cercare uno sterile fotorealismo, ma per tributare un passato glorioso, dando spazio a una direzione artistica solida, e lasciando lavorare un gruppo di designer che ha stoffa da vendere. La bellezza delle ambientazioni ci ha lasciato tante volte senza parole, tanto da mettere in pausa per apprezzare i più piccoli dettagli, le animazione e i giochi di luce che a miriadi impreziosiscono gli scenari del gioco.

Consigliato

Octopath Traveler 2 è un ottimo seguito di un gioco già solidissimo. Lo consigliamo caldamente a tutti gli amanti dei JRPG tradizionali, a chi sia cresciuto con i vecchi Final Fantasy, e a chi apprezzi tematiche mature e atmosfere più cupe del solito. Non siamo agli estremi filosofici di Xenogears né al nichilismo di I Am Setsuna, ma abbiamo invece 8 storie ben scritte, dall’impostazione più intima del solito e una buona scorrevolezza generale. Possiamo interpretarli come otto racconti brevi di buona qualità, che non vogliono togliere la scena alle storie epiche in stile Xenoblade, fornendo invece un’alternativa piacevole e arricchita da un gameplay ancora solidissimo.

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5 commenti

    • Scusa per il ritardo nella risposta ma non avevo proprio visto il commento. Purtroppo al momento siamo solo in due a lavorare al sito, quindi ci manca gente per coprire tutti i giochi che vorremmo. Nel caso specifico di Live a Live mi sarebbe piaciuto giocarlo personalmente, ma l’ho dovuto mettere nel mio backlog per mancanza di tempo.
      Per adesso sto cercando di spingere di più su YouTube dato che sono praticamente da solo, il tempo è quello che è purtroppo.

  1. Che coincidenza che tu l’abbia nominato, ho terminato il jrpg made in Germany proprio questa settimana e condivido tutto quanto detto su Chained Echoes, di cui peraltro avevo letto la tua recensione al lancio. Essendo europeo temevo già che fosse pieno dei feticci politici che gli sviluppatori occidentali non riescono a trattenersi dall’infilare nei giochi moderni (cosa che in effetti fa un po’ anche Matthias Linda) ma per fortuna non ha deluso. I personaggi più interessanti sono proprio “i cattivi” o quelli che a prima vista sembrano tali, e il gioco spesso dà loro una seconda possibilità.

    Mi sono appuntato sul taccuino Lost Odyssey e Vagrant Story, l’unico che mi manca dei 3 di Ivalice. I Ryu Ga Gotoku invece li ho sempre evitati per via dell’umorismo demenziale marchio di fabbrica degli Yakuza; ho giocato però allo spin-off Judgement di tono più serio e l’ho trovato magnifico, lo consiglio a chiunque ogni volta che posso.

    South Park bastone della verità è uno dei pochissimi titoli di Obsidian che non ho ancora giocato, e solo perché non avendo mai visto il cartone animato temo di non capirlo. Però è uno degli ultimi giochi buoni di Obsidian dopo il crollo verticale degli ultimi anni post-Avellone (studio ora in piena deriva adolescenziale in stile Outer Worlds e Grounded) quindi dovrò recuperarlo. Non tocco una console Nintendo dai tempi del Game Boy, mi pare che ci siano solo cose in stile Fire Emblem Engage e Xenoblade Chronicles 3, quindi sto alla larga.

    Emerge comunque chiaramente che i giochi buoni per la maggior parte sono ormai alle nostre spalle. Non sembrano più esserci le condizioni storiche e materiali per fare titoli seri, oggi che questo passatempo è così mainstream e Disneyficato. E ciò vale sia per i AAA che per molti indie. Ad esempio mi sovviene così per caso che nel solo 2010 uscirono titoli del calibro di Mass Effect 2; Fallout New Vegas; Heavy Rain; Alan Wake e molti altri.

    Xenogears rimane purtroppo un’anomalia nel panorama videoludico per quanto riguarda originalità e profondità, e sinceramente preferisco così piuttosto che vederlo rovinato da qualche indegno remake, reboot o sequel. Non resta che rigiocare le vecchie perle e ricordarsi dei bei momenti spesi con quei titoli.

    Grazie a te per la risposta

  2. ciao Dario, cercavo delle delucidazioni relativamente alla storia di OT2: da più parti ho sentito dire che la narrazione sarebbe più “matura” della media dei JRPG, cosa che però non riesco del tutto a credere quando vedo dai trailer personaggi come Agnea, Partitio, Castti e Ochette. Anche secondo te c’è effettivamente questo tono più adulto o è un abbaglio? 4 personaggi gioviali/comici su 8 non è poco, oltre forse a dare anche uno squilibrio generale nell’alternanza tra i diversi registri.
    Poi mi piacerebbe anche chiederti, se posso, dei consigli in tema jrpg; io gioco su PC dagli anni ’90 ma sono quasi sempre rimasto su produzioni occidentali. Di giapponese ho apprezzato tra gli altri Xenogears, FF Tactics (e il precursore Ogre) e di recente Triangle Strategy, cercavo altro di tono maturo (anche non tattico/strategico).
    Ti chiedo avendo visto dal sito che segui con passione i gdr nipponici

    • Tendenzialmente direi che si tratta di un gioco molto maturo e dark rispetto alla media dei giochi di ruolo giapponesi. È vero che alcune storie sono più leggere delle altre, ma in linea generale sono tutte apprezzabili, e il clima è decisamente maturo, accompagnato anche da una direzione artistica che in tanti casi sottolinea questo elemento. Se cerchi un JRPG con un’impostazione adulta direi che molto probabilmente farà al caso tuo.

      Se poi sei alla ricerca di buoni JRPG dalla trama adulta ti consiglio sicuramente di recuperare Lost Odyssey attraverso emulatore (è uscito in esclusiva su Xbox 360 se non erro). Affronta il tema della mortalità e della perdita, ed è intervallato da storie brevi scritte da un bravo autore giapponese. Se non ricordo male è uscito anche un volume con i suoi racconti che si chiama One Thousand Years of Dreams, ma non credo sia mai stato tradotto. I testi sono tutti presenti nel gioco comunque.

      Altro titolo immancabile è il recente Chained Echoes. Ha una grafica bidimensionale, è stato realizzato quasi interamente da un’unica persona, e dal mio punto di vista regge il confronto con i massimi esponenti del genere, inclusi i vari Chrono Trigger e Final Fantasy VI. La storia è decisamente adulta, con un ottimo intreccio, comprimari interessanti (il protagonista è paradossalmente il meno riuscito del gruppo, a mio parere) e tematiche anche attuali, come il ruolo della religione nel controllo dei popoli e dell’ideologia delle masse.

      Final Fantasy XII e Vagrant Story possono essere altri due JRPG maturi da prendere in considerazione, per quanto Final Fantasy XII abbia segnato una forte spaccatura con la propria tradizione. Si districa comunque molto bene in un intreccio politico ben scritto. Restando nel periodo storico di Vagrant Story ci sono anche i due Parasite Eve, che vanno più su sci-fi dalle tinte horror, sempre comunque con un’ottima scrittura.
      Se apprezzi i SRPG penso che anche i Fire Emblem potrebbero essere da provare. Durante l’epoca Nintendo Switch abbiamo assistito a una svolta un po’ più adolescenziale, ma tutti i capitoli precedenti erano molto più maturi. Sono reperibili sempre su emulatore o precedenti console Nintendo.

      Hai già menzionato Xenogears, che in termini di filosofia è qualcosa di fantastico.

      Passando a produzioni più mainstream e moderne ti direi di dare un’occhiata alla serie Yakuza. Lo stile è molto giapponese, quindi avrai un accostamento tra una storia molto adulta e drammatica, e momenti invece stile anime, con scenette pensate per divertire, espressioni facciali esagerate e minigiochi piuttosto folli. È una combinazione che non piace a tutti, ma che ha comunque il suo perché, e che è riuscita a ritagliarsi una bella fetta di pubblico. I primi Yakuza hanno un sistema di combattimento action in tempo reale, mentre di recente (Yakuza Like a Dragon) si è scelta una svolta più ruolistica con battle system tradizionale a turni di ottima qualità.

      Infine non posso non consigliarti i due South Park, che sono sì sviluppati in occidente, ma rientrano nel genere dei JRPG. Sono pesantemente satirici e dissacranti al pari dei cartoni animati. Personalmente preferisco il primo capitolo, ma sono entrambi molto belli. Naturalmente è un tipo di sarcasmo pungente, volgare, adatto solo a un certo tipo di pubblico, quindi dipende molto dai tuoi gusti personali.

      Per il momento non me ne vengono in mente altri, ma presumo ci sia tantissima roba di cui parlare. Grazie per la domanda, mi hai riportato alla memoria tanti bei momenti =D

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