È passata a stento una settimana dall’uscita di Switch 2, console che ha già ampiamente fatto parlare di sé e spesso non nel migliore dei modi. Ogni giorno che passa si scopre qualcosa di nuovo e poco esaltante, tra cartucce fisiche fantasma, controller dal dubbio supporto e fraintendimenti sul VRR. Possiamo dire che a sto giro Nintendo abbia fatto del suo meglio per rendere la comunicazione quanto più imprecisa e confusionaria possibile, no? Specie se analizziamo la furbissima scelta di non inviare campioni review alla stampa e aggiornamenti programmati che limitavano l’uso della console prima del day one. Ora, sapete che la mia stima per i “giornalisti” settoriali sia pari a quella di Vladimiro 1 per Vladimiro 2. Ma sapete anche quanto mi stiano sul merluzzo gli embarghi, il cui unico obiettivo è impedire l’acquisto informato e consapevole. Le aziende amano vederci comprare sulla scia di FOMO e impulsività, questo da sempre. E consentire un accesso anticipato in brevi eventi sorvegliati, tra l’altro a gente che non parlerebbe male di Nintendo neanche se gli ammazzasse l’intera famiglia, lascia di certo il tempo che trova.
Quindi facciamo così. Ve ne parlo io, che non sono né pagato né amico dei PR, e non ci pensiamo più. Per il momento saranno solo delle impressioni a caldo, anche perché è impossibile dare un parere esaustivo su una console dopo così poco tempo. Intanto ci tengo a precisare che l’ho comprata solo ed esclusivamente per poterne parlare qui sul canale e per giunta con trade-in al Gamestop, pagandola 230€. Nonostante abbia sempre comprato hardware Nintendo, persino WiiU, questa non l’avrei mai presa a prezzo pieno. Non con una lineup a mio avviso tanto carente, oltre che vabbè al comportamento da mega-pulciari di Nintendo su cui mi soffermerò più avanti.
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Allora, com’è Switch 2? La console, di per sé, è okay. Almeno a livello hardware stavolta ci siamo. Dopo una generazione in cui persino le esclusive faticavano a girare decentemente, fa piacere vedere frametime regolari e cap a 60. Ho provato diversi titoli Switch 1 tra cui Bayonetta 3, Link’s Awakening, Mario All Stars e confermo che la situazione sia migliorata di netto anche in titoli non patchati grazie al layer di retrocompatibilità. Non fa miracoli, nel senso che sì vengono ridotti i tempi di caricamento e stabilizzato il framerate ma la risoluzione rimane identica, in certi casi anacronistica. Se vuoi di più, devi sganciare. Da qui l’idea di vendere gli upgrade specifici a 10-20€ che mi pare sinceramente discutibile, o una mezza truffa, se vogliamo proprio dirla tutta. Quantomeno non obbligarmi a comprare il DLC contenutistico se mi basta solo il miglioramento tecnico. Al solito, Nintendo nintenda.
I Joy-Con continuano a deludere. L’ergonomia è inesistente, da tunnel carpale cronico, gli stick sono gli stessi di sempre con il rischio drift dietro l’angolo. Mi auguro gli rompano il culo in tribunale con qualche class action. Lato positivo: i tasti hanno ora un feedback più deciso e preciso, e il feeling generale della console è meno “giocattoloso” rispetto alla prima Switch. Percepisci subito di avere tra le mani un prodotto premium e non un tablet Clementoni. Migliorato anche il feedback aptico, già eccellente prima, e l’audio, davvero pulito e convincente. Il display, pur essendo un LCD di buona qualità, non è OLED e la sua luminosità di picco (400nits) rende l’HDR più fake delle minne di Michelle Hunziker. Su TV non riesco neanche a calibrarlo per via di un bug software che devono ancora risolvere. E personalmente sto soffrendo molto la mancanza di trattamenti anti-riflesso e anti-oleofobici sullo schermo, in pratica uno specchio attira ditate. Mi spiace dirlo, ma una volta provata Steam Deck OLED, è difficile tornare indietro senza notare questi limiti. Infatti mi sto limitando a un uso in dock.
Quanto al sistema operativo e all’esperienza software in generale… beh, è sempre la solita Nintendo: minimale, antiquata, con mancanze che probabilmente ci porteremo dietro per altri secoli. È assurdo pensare di dover pagare per giocare online su questo ecosistema, che blocca dietro paywall persino la chat e inserisce gli obiettivi in un’app per smartphone che paghi insieme all’aggiornamento di Zelda. Niente browser, niente personalizzazioni, niente streaming e multimedia. Però ehi, l’eshop non lagga più. E paghi 40€ l’anno per 2 rom emulate pure male che a Nintendo costano meno di zero. Bello. Ma il principale punto dolente sono i giochi, o per meglio dire il prezzo dei giochi. Non giriamoci attorno. Secondo me Mario Kart World non vale 90€. Non ne vale neanche 80 o 70, se è per questo. Il suo prezzo corretto lo hanno rivelato implicitamente nel bundle venduto a 510€, contro i 470 della versione standard. Sono 40€ di differenza, e anche vendendolo a quel prezzo ci avrebbero marginato alla grande. Però Nintendo, come Nvidia, non si accontenta di una vagonata di soldi. Vuole tutti i soldi di questo mondo, fino all’ultimo centesimo. Ma per me possono morire pazzi. Non ho la benché minima intenzione di pagare 80-90€ per nessun gioco che non sia una collector’s, e non credo di essere l’unico. Andrò di usato o di titoli minori a prezzo contenuto e amen. Fast Fusion, ad esempio, l’ho preso a 15€ e come rapporto qualità prezzo è una bomba. Mi sta divertendo parecchio e ve lo consiglio.
Con ciò non voglio dire che Mario Kart World sia da scaffale. Anzi, è un buon gioco e sarebbe stato perfetto averlo come uscita natalizia a 50-60€. Come titolo di lancio, eh. Considerando che esiste Mario Kart 8, strapieno di contenuti e con una base installata macroscopica, non lo vedo come una killer app. A dire il vero neanche Bananza, che di Donkey Kong non ha quasi nulla. Dà l’impressione di essere un progetto sperimentale alla ARMS a cui Nintendo ha schiaffato sopra il marchio DK giusto per rimpinguare una lineup anemica. Poi magari mi sbaglio, e lo spero, ma allo stato attuale non vedo esclusive first party in grado di entusiasmare. Metroid Prime 4 potrebbe esserne in grado ma è cross gen. No, Pokémon Leggende ZARRE sembra la classica ciofeca Gamefreak quindi mi attira come una notte in love hotel con Malgioglio. La roba grossa arriverà nel 2026. E insomma anche oggi si gioca l’anno prossimo. Quella che compriamo è una promessa, l’attesa di qualcosa che arriverà in futuro. Per ora si viaggia su riedizioni e terze parti a prezzi maggiorati.
Intanto il messaggio commerciale cambia volto: non c’è più la console spensierata e accessibile per tutti, ma un prodotto premium per un pubblico maturo e attento al dettaglio. Con un hardware da quasi 500€ e giochi da 80-90€, Nintendo sembra ignorare in modo deliberato chi l’ha sostenuta per anni, ovvero famiglie e casual gamer. Non serve convincere i bambini, meglio puntare al quarantenne con le tasche piene a cui 120hz, VRR e DLSS provocano il durello. Il mercato vira verso questa direzione. Xbox e Sony hanno alzato i prezzi anche loro, per cui non c’è più una competizione sul valore ma un’asta al rialzo. Dove l’asta è quella che prendiamo dietro noi utenti. Se la versione Steam di The Outer Worlds 2 costa 80€, lo dobbiamo principalmente a Nintendo. D’altronde mettiamoci nei panni di Microsoft. Se Nintendo spende al massimo 60 milioni per realizzare Mario Kart World e lo vende a 90€, perché non devono poterlo fare anche loro che ne spendono almeno il doppio? Breath of the Wild è costato 120 milioni ed è il gioco Nintendo dal budget più alto di sempre, da qui la proporzione. Perciò non credo alle minchiate di Doug Bowser sul prezzo flessibile, altrimenti sia Mario Kart che Bananza sarebbero dovuti costare meno di Tears of the Kingdom. E invece costano effettivamente di più. A parte che su Mario Kart arriverà almeno un season pass, come già accaduto con il capitolo precedente, e avrebbero voglia di monetizzare all’infinito. La verità è che sono avidi e basta, inutile arrampicarsi sugli specchi.
Questa strategia è diametralmente opposta alla filosofia di Satoru Iwata: convenienza, condivisione, accessibilità. Vi ricordate Wii Sports? Incluso in bundle con la console, anche grazie al buon Reggie. E i risultati sono stati eccezionali. Oggi ci vendono un manuale d’istruzioni digitale a 10€ in pieno stile Apple. Club Nintendo vi dice nulla? Un’altra bella iniziativa poi rimpiazzata dal noiosissimo My Nintendo e le sue spille cinesi del Khezu. Preferiscono che ti abboni all’online per avere il privilegio di comprare Alarmo. E che dire della comunicazione, quanto mai fredda e asettica, a differenza di quella umana e mematica dei vari “My body is ready” o dello spot E3 2014 di Smash. Probabilmente la differenza sta tutta nel curriculum della dirigenza, prima guidata dall’ex sviluppatore Iwata e adesso dall’ex contabile Furukawa, il cui unico interesse è fatturare ad ogni costo con zero rispetto verso i consumatori. In ciò non è poi tanto diverso dai suoi colleghi CEO, tra Zelnick di Take Two che propone un costo orario dei giochi e Tsujimoto di Capcom per cui dovrebbero costare da 80 a 100 dollari. Per la serie: che schifo i poveri.
Ho proprio l’impressione che Nintendo stia progressivamente abbandonando il suo volto da outsider creativo per assumere quello da colosso conservatore, aggressivo e aspirante monopolista, molto simile a quello che Sony mostrò all’inizio dell’era PS5. D’altro canto gli 80€ sono farina del sacco di Playstation e principale ispirazione per il definitivo turn heel di Nintendo. Così come PS5 Pro ha sicuramente sdoganato l’idea della console come oggetto di lusso e del gaming come hobby per ricchi. Vedasi abbonamenti sempre più cari e controller a 90€. Stop alle rivoluzioni, via alle evoluzioni. Switch 2, in fin dei conti, cos’è se non solo una Switch più cara e performante. Parte di una strategia iterativa fatta di miglioramenti incrementali. Hardware più potente, 4k 120, dock più completa… senza una revisione software o del modello di business. Si procede a piccoli passi ma con grandi rincari, allo stesso modo del settore smartphone.
Vedete, il problema non è che Switch 2 non sia una buona macchina, lo è. E sono quasi sicuro che nei prossimi anni avrà un parco esclusive validissimo. Il problema è il contesto in cui viene lanciata, il messaggio che manda e la totale mancanza di rispetto verso chi ha sostenuto Nintendo nei momenti peggiori. Perché davvero, se si può dire una cosa della fanbase Nintendo, è che è sempre stata la più tollerante, la più paziente. Persino troppo. Perché Nintendo ha sempre avuto atteggiamenti anti-consumatore, e sarebbe ipocrita negarlo. Ma adesso iniziano davvero a cacare ben fuori dal vaso. Emblematico il “DROP THE PRICE” spammato a non finire nelle chat del Treehouse di qualche mese fa. E per fortuna di critiche ne hanno ricevute una valanga, a dispetto di alcuni influencer disonesti secondo cui va tutto bene. No, cari amici prezzolati, non va tutto bene. Il clima che cha circondato il lancio di Switch 2 ha poco di Nintendo e molto di industria videoludica moderna. A deludere non è la console ma la Nintendo che l’ha partorita. Quella che ti vende riedizioni a prezzo pieno. Quella che dà il via alla moda malatissima dei giochi a 90€. Quella che ti fa pagare 10€ un tutorial. Quella che pretende la tua fiducia ma ti nasconde i dettagli più importanti dietro NDA e presentazioni ovattate. Quella che minaccia di brickarti la console se installi una mod. Quella che ti dice di comprare Switch 1 se non puoi permetterti la 2. Una Nintendo che forse ha dimenticato da dove viene, e che rischia di perdere, pezzo dopo pezzo, anche quello che la rendeva speciale. Mi auguro con tutto il cuore di essere smentito al più presto.