Google Stadia e Project X Cloud di Microsoft non saranno gli unici servizi di gaming in streaming del prossimo futuro. Anche Electronic Arts sarà della partita con Project Atlas. Il servizio è entrato da pochissimo nella fase di testing, quindi sembra che a breve sapremo qualcosa in più. Al momento solo un ristretto numero di giocatori degli Stati Uniti potrà prendere parte ai test, ma Electronic Arts intende offrire un servizio che coinvolga tutti i principali mercati nel più breve tempo possibile.
I giochi con cui verranno effettuati i test saranno Titanfall 2, FIFA 19, Need for Speed Rivals e Unravel.
Project Atlas e i dubbi sul cloud
Per il momento ci sono un gran numero di elementi su cui siamo piuttosto dubbiosi. Nel caso di Google Stadia si parla di un servizio del tutto privo di una console fisica. L’utente paga soltanto per la sottoscrizione e, se vuole, per il controller dedicato.
Project Atlas di EA si affiderà a una macchina di qualche tipo, come una console, un PC o un tablet. I test attuali ad esempio sono su PC, mentre la compagnia fa sapere che valuterà anche le performance di altre macchine.
Le prestazioni dovrebbero essere allineate a quelle delle concorrenti, Stadia su tutte. Ciò significa che il gameplay dipenderà molto dalla connessione dell’utente e dalla distanza dai server. Nel caso dei test effettuati con Assassin’s Creed Odyssey, sia i giocatori che la stampa concordano sul fatto che i tempi di latenza siano accettabili. Parlando di un videogame single player è anche abbastanza ovvio che sia così. Con un action adventure del genere un certo livello di ritardo non compromette più di tanto l’esito degli scontri. E’ però altrettanto vero che con un gioco competitivo multiplayer la musica cambia sensibilmente.
Se pensiamo a un qualsiasi FPS, a un MOBA o a un titolo sportivo, la latenza diventa un elemento molto più cruciale. I giocatori PC sono abituati da anni a cercare di massimizzare le proprie performance sia lato hardware che software, puntando a framerate il più possibile elevati, polling rate adeguati e display con frequenze di un certo tipo. Per gli utenti console, abituati invece agli elevatissimi input lag delle TV casalinghe, il discorso è un po’ diverso.
Immaginiamo che il cloud possa garantire performance adeguate per un qualsiasi gioco di ruolo o adventure single player, ma nutriamo ancora forti dubbi riguardo il multiplayer competitivo.
Project Atlas e il problema della monetizzazione
Altro elemento fondamentale di cui non si è parlato è il sistema di monetizzazione di Project Atlas. Electronic Arts non ha esattamente un pedigree rassicurante da questo punto di vista, tra tattiche predatorie che non tengono minimamente in considerazione né l’etica né il consumatore. Da un’azienda del genere, così incline a micro transazioni, loot box e chi più ne ha più ne metta, è lecito aspettarsi di tutto.
La soluzione peggiore sarebbe probabilmente quella scelta da Google per Stadia. In questo caso si dà ai giocatori la possibilità di acquistare i videogame a prezzo standard, senza però possederli nel vero senso della parola. Ciò che si acquista pagando quei 60 o 70 euro è solo il diritto di giocare a quel videogame, che rimane ovviamente nei server di Google. Non stiamo comprando nulla di fisico, solo un diritto.
Ma cosa succede nel momento in cui la mia connessione fa i capricci? Cosa succede se Google decide che Stadia non è abbastanza remunerativo e chiude il servizio? Vengo rimborsato? Ricevo una copia fisica per un’altra piattaforma? La cosa più probabile è invece che il cliente debba semplicemente accettare le decisioni della compagnia.
Electronic Arts potrebbe fare esattamente la stessa cosa con Project Atlas. Magari andando su Origin potremmo scegliere se acquistare il gioco in forma tradizionale, da scaricare e installare sul PC, o se preferiamo la versione in cloud. E in questo caso, quale sarebbe il prezzo? Paghereste 60 euro per un gioco che non possedete fisicamente e che smetterebbe di esistere se Origin chiudesse? Personalmente, per quanto assurdo, credo che Origin dia qualche sicurezza in più sul proprio futuro rispetto a Stadia. Google è un’azienda incline a tagliare la testa ai propri progetti, quando questi non raggiungono gli obiettivi di vendita. Origin invece ha saputo crescere negli anni, per quanto non sia minimamente paragonabile ai migliori negozi sulla piazza.
E’ vero anche che Electronic Arts offre l’ottimo Origin Access e annessa versione Premiere, dei servizi di tutto rispetto e proposti a un prezzo interessante. EA potrebbe aggiungere Project Atlas fra le opzioni, magari offrire un pacchetto completo che includa anche il gioco via cloud per chi non fosse dotato di un PC abbastanza performante. Questa sarebbe un’offerta molto più interessante rispetto a Stadia, trattandosi di un canone mensile che permette di accedere anche a tutte le novità prodotte dalla compagnia.
Il piano attuale di Electronic Arts su PC prevede Origin Access a 3,99€ al mese o 24,99€ all’anno. Comprende parecchi videogame sia della compagnia che di studi di sviluppo esterni, ed è un’offerta davvero interessante. Potete consultare la lista completa dei videogame a questo indirizzo.
L’alternativa è Origin Access Premiere, che costa 14,99€ al mese, o 99,99€ all’anno. In questo caso avremo accesso all’intera libreria di Electronic Arts, incluse tutte le novità, giocabili anche con qualche giorno di anticipo rispetto all’uscita nei negozi. Qui l’elenco completo dei videogame inclusi in Origin Access Premiere.
Project Atlas potrebbe comportare magari 5 euro di spesa in più e garantire il supporto del cloud. Si tratta ovviamente di scegliere la fascia di prezzo più sensata. E’ comunque indiscutibile che i piani di abbonamento annuali offerti sui diversi servizi siano molto interessanti. Electronic Arts dovrebbe cercare di sfruttare Project Atlas come un valore aggiunto per quegli utenti che non dispongono di PC da gaming, o che magari sono limitati dall’avere un Mac.
Project Atlas cambia lo sviluppo dei videogame
Un elemento importante discusso da Electronic Arts è come il suo nuovo servizio di streaming cambierà l’approccio allo sviluppo. La compagnia identifica Project Atlas come il prossimo passo di Frostbite Engine, il motore grafico che utilizza praticamente per tutti i propri videogame.
Microsoft ne aveva già parlato durante la prima presentazione di Xbox One, ma è chiaro che i tempi non fossero ancora maturi. La prossima generazione potrebbe però vedere una gestione diversa della potenza di calcolo, e una maggiore integrazione del cloud nello sviluppo dei videogame.
Che vi abboniate o meno a servizi come Project Atlas o Google Stadia, è probabile che vi ritroverete comunque a sfruttare il cloud. Magari i server calcoleranno alcuni elementi della grafica, magari i motori grafici faranno lavorare in parallelo la vostra console e i computer dell’azienda. Giocare solo in locale, senza una connessione attiva, potrebbe significare ritrovarsi con una risoluzione meno elevata, con elementi grafici assenti o meno definiti, con delle feature non presenti nel gioco potenziato dal cloud.
E se le cose andranno in questo modo, è chiaro che gli sviluppatori si avvicineranno al design e alla progettazione in modo molto diverso di quanto non accada oggi.
Questa è l’idea di Electronic Arts per un futuro ormai vicinissimo, era la visione di Microsoft già anni fa, ed è la visione di tante altre aziende che devono ancora lanciarsi nella mischia.