Civilization VI nrs

Recensione: Civilization VI – La geografia dell’eccellenza

E’ difficile da credere ma sono passati ben sei anni dall’uscita dell’ultimo Civilization.
Sei lunghi anni in cui abbiamo imparato ad apprezzare pregi e difetti del quinto capitolo, un ottimo gioco senza dubbio ma per certi versi inferiore al quarto, rimasto tutt’oggi nei cuori di milioni di giocatori.
Ebbene, Firaxis stavolta ha puntato in alto e ha rischiato, innovando drasticamente la formula. L’obiettivo era superare i predecessori e creare il Civilization definitivo, un 4X capace di dominare la concorrenza in modo netto.
Sarà stato così? Difficile dirlo su due piedi a pochi giorni dall’uscita. Noi intanto abbiamo accumulato abbastanza turni da poter formulare una precisa opinione personale in merito.

Civilization VI

Uscita 21 Ottobre 2016
Lingua Italiano
Piattaforme PC
Versione recensita PC
Prezzo al lancio 59,99€

Civilization VI, lo si capisce già a primo impatto, si distanzia notevolmente dai capitoli precedenti.
Lo fa innanzitutto da un punto di vista geografico e nel rapporto tra l’opera dell’uomo e l’ambiente circostante, non mancando poi di rendere più avvincente la progressione delle civiltà attraverso tratti e tipi di costruzioni unici, nonché espandendo il sistema politico/diplomatico. Ma andiamo per ordine.
In questo Civilization VI il territorio non è un semplice strumento su cui ammucchiare strutture su strutture a perdifiato, bensì una piattaforma molto variegata che conferisce vantaggi o svantaggi a seconda dell’esagono scelto.

Le città perdono valenza multifunzionale e acquistano caratteri individuali grazie alla presenza dei distretti, zone specializzate solo in particolari attività.
Nei distretti si possono costruire risorse di vario tipo secondo numerosi fattori, tra cui composizione geografica e fazione utilizzata.
In sostanza non esistono più i centri tuttofare, i costruttori svaniscono dopo tre impieghi e se volete realizzare, ad esempio, un granaio o una coltivazione dovrete prima accertarvi che il terreno sia adatto ad ospitarlo, metodo senz’altro intelligente per donare maggiore difficoltà e consistenza all’early game.
A mo’ di contrappeso sarà possibile guadagnare punti (scientifici o civici) compiendo determinate azioni, così da sbloccare in fretta nuove arti ed evolvere la propria civiltà nei rami prediletti senza attendere troppi turni.

Oltre al miglioramento delle fasi iniziali, le novità di Civilization VI apportano benefici anche alle operazioni intermedie.
Religione e politica, tra le altre, sono state valorizzate maggiormente rispetto al passato.
Creare e sviluppare correttamente un culto si rivela utilissimo all’economia, al settore primario e alle relazioni con le altre città.
I metodi di governo, invece, permettono di intraprendere un gran numero di strategie di sviluppo grazie al nuovo sistema basato sulle valanghe di carte sbloccabili dotate della varietà e della flessibilità adatta pressoché ad ogni stile di gioco.
Inoltre i leader delle diverse civiltà possiedono ora tratti caratteriali in grado di influenzare le relazioni diplomatiche con in più effetti unici sulla propria popolazione in termini di boost alle statistiche e abilità specifiche, ad esempio quella relativa alla perizia bellica navale nel caso della regina Vittoria d’Inghilterra o l’unità esclusiva dei Samurai appartenente al Giappone.
Da ciò deriva un’ampia varietà, una moltitudine di decisioni da prendere che in nessun caso appaiono sconnesse fra loro.

Civilization VI

I limiti di Civilization VI li osserviamo nell’intelligenza artificiale, come purtroppo da tradizione nel genere 4X.
In primis c’è una chiara tendenza allo sovrasviluppo del ramo religioso con quantità esorbitanti di evangelisti mandati in giro a diffondere il proprio culto persino quando ne detengono il primato; poi si nota il costante tentativo di mandare ricognitori in avanscoperta alla ricerca di insediamenti pur se il terreno non lo permette.
Oltretutto parecchi leader passano da alleati a nemici in un batter d’occhio, dichiarando guerra lunaticamente senza ragioni valide.
Vada pure per una diplomazia più dinamica però in tal modo il ritmo delle partite perde davvero tanto in regolarità.
In linea di massima, comunque, si tratta di una lacuna moderatamente penalizzante.
Le civiltà sono talmente ben differenziate e mosse da personalità peraltro fedeli alle controparti storiche da far rientrare l’allarme, almeno in parte, sulle incertezze dell’IA (attenuata comunque all’aumento del livello di sfida).

Buon lavoro, invece, per quanto riguarda la pulitissima interfaccia, intuitiva come sempre, la quale stavolta azzera totalmente l’utilità dei menu.
Tutto quello che serve si trova a schermo: niente perdite di tempo, niente scavi tra le opzioni, solo comodità.
Convincente anche il comparto tecnico, sebbene ci siano concorrenti molto più avanti in questo senso, ad esempio Endless Legend; tuttavia l’affascinante design dei modelli 3D e la vasta scalabilità del motore grafico vanno senza dubbio a giocare a favore di Civilization VI.
Splendida infine la soundtrack, che muta con il trascorrere delle epoche assumendone via via i tratti peculiari con estrema eleganza.

In sintesi
L’ultimo lavoro di Firaxis, insomma, miscela vecchio e nuovo in maniera sagace.
Rinnovare il sistema è servito a sveltire delle meccaniche in passato troppo legnose, amalgamando poi al meglio tutti i componenti per costruire un gameplay fluido, avvincente, vario fino all’inverosimile.
Le novità non snaturano la formula, anzi la arricchiscono di varietà e libertà decisionale per il giocatore, veterano o meno.
Certo, l’IA presenta ancora diverse problematiche anche gravi, ma ad ogni modo il risultato finale è più che soddisfacente.
Può essere considerato il migliori Civilization di sempre? Come dicevamo prima, il tempo dirà la sua.
Tuttavia questo sesto capitolo, almeno secondo noi, ha tutte le carte in regola per diventare il re.
Valutazione scala 1/10

9.4
+ Design coerente in ogni suo aspetto
+ Civiltà ricche di carattere
+ Partite più movimentate
+ Focus sul territorio
+ Varietà a palate
+ Soundtrack lodevole
– IA nemica molto lontana dalla perfezione
– Tecnicamente si poteva fare meglio

*Recensione basata su una copia acquistata dalla redazione*

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