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[Recensione] Ghost 1.0 – Why so serious?

Data di Uscita 7 Giugno 2016 Lingua Italiano
Piattaforme PC Versione recensita PC

Vi ricordate di Unepic, l’esuberante RPG sviluppato da Francisco Télles de Meneses? Ebbene, lo sviluppatore spagnolo ha deciso di riprovarci con un altro titolo piuttosto ambizioso che rientra nel sottogenere dei metroidvania, tra i nostri prediletti in assoluto, e risponde al nome (un tantino generico) di Ghost 1.0.
Dopo aver finito il gioco in una decina d’ore e averne impiegate una manciata extra per scoprire gli innumerevoli segreti, siamo finalmente pronti a fornirvi il nostro verdetto su questa interessante produzione indipendente.

Ghost 1.0

Ghost 1.0 ci mette nei panni di una cyborg mercenaria assoldata da due misteriosi scienziati per infiltrarsi nella fortezza spaziale Nakamura e rubare l’importantissimo segreto tecnologico custodito al suo interno: naturalmente la base è ben difesa e i meccanismi di protezione robotica faranno del loro meglio per impedire alla protagonista di avanzare indenne fino all’obiettivo.
Basandosi solo su tali premesse il tono del gioco potrebbe sembrare serioso ma bastano pochi minuti in game per rendersi conto che l’umorismo e il citazionismo tipici di Unepic siano qui tornati in grande stile.

Tutti i personaggi presentati hanno un lato comico preponderante, mai eccessivamente fastidioso, e interagiscono tra di loro scambiandosi battute sulla cultura pop (musica, videogiochi, cinema) degli anni 80-90’, con esiti a dir poco esilaranti.
L’ingente dose di humour non va però a intaccare la composta coerenza narrativa che Ghost 1.0 mantiene dall’inizio alla fine, arricchendola anzi in modo quasi spontaneo ed alquanto funzionale.
La buona presentazione e il doppiaggio appropriato -seppur non stellare-, poi, contribuiscono ancor meglio al coinvolgimento del giocatore in un mondo strampalato a tal punto da risultare paradossalmente più credibile di molti altri visti finora in ambito videoludico.
Insomma, se volevate ulteriori conferme sulle spiccate doti di scrittura e storytelling dello sviluppatore sappiate che qui se ne trovano in abbondanza.

Come accennavamo nell’incipit, Ghost 1.0 fa parte della categoria dei metroidvania.
Il fulcro del gameplay consiste, dunque, nell’alternanza ritmica tra attacco e salto, con la differenza che in questo caso non esistono attacchi corpo a corpo ma solo shooting, pertanto scende in campo l’elemento precisione.
Avremo a disposizione circa una decina di armi, degnamente diversificate, tra cui shotgun, lanciagranate e fucili a impulsi, con il grande vantaggio di non dover mai cercare munizioni in giro dal momento che si ricaricano in automatico a mo’ di cooldown.
Purtroppo, però, il reticolo di mira non si distingue più di tanto dai fondali ed inoltre si allarga piuttosto repentinamente ogni volta che ci muoviamo, ragion per cui mirare anche con il mouse risulta spesso problematico, soprattutto se i nemici saltano o volano.

ghost 1.0

Tale aspetto, se unito alla lentezza con cui si sbloccano i potenziamenti nelle fasi iniziali, rende l’early game un po’ troppo impegnativo/frustrante per l’utente medio, problema a cui si sarebbe potuto porre rimedio rendendo disponibili fin da subito alcune abilità fondamentali come il doppio salto.
Il sistema di upgrade attivi e passivi, infatti, è in grado di modificare drasticamente l’esperienza di gioco dotando il nostro androide di skill utilissime, ad esempio la rigenerazione automatica di una percentuale di salute; in più sia i numerosi gadget, i segreti nonché i “geekies”, dei simpatici add-on grafico-sonori a tema nerd con la funzione di easter egg (ad esempio la voce disperata in stile Roy Campbell nel caso di game over), aggiungono palate di brio ad un titolo già di suo scoppiettante.
Non siamo invece rimasti granché contenti del design di nemici e livelli, a dir poco piatto.
In linea di massima ci troveremo di fronte ad ambientazioni simili per tutta la durata dell’avventura con soltanto piccole variazioni tematiche sul finale, allo stesso modo delle schiere di robot ostili a difesa di Nakamura, tediosi dopo breve tempo.
La mappa è composta da circa 300 stanze suddivise in zone strutturate in modo leggermente diverso ma comunque accomunate dalla presenza di torrette, allarmi, trappole e sezioni puzzle da risolvere sfruttando la capacità della protagonista di uscire dal corpo cibernetico sotto forma di spirito e impossessare gli altri automi.

Per quanto riguarda la difficoltà di Ghost 1.0 diremo semplicemente che si piazza nella media dei metroidvania old school, pur con picchi talvolta fastidiosi provocati dalla randomicità degli spawn nemici (sia in numero che in posizione) quando si incappa in allarmi da disattivare e dalle boss fight, spettacolari ma non di rado soggette al duro trial & error.
Se un alto grado di sfida non vi spaventa potrete altresì cimentarvi nella modalità survival, avventura senza checkpoint e con permadeath in cui i power up si sbloccano molto più rapidamente, un gradevole stratagemma per spingere sul versante roguelike puntando al pubblico hardcore.

ghost 1.0

Tecnicamente c’è ben poco da dire su questo titolo dal momento che il motore grafico in 2D creato dallo sviluppatore rimane ancora sui livelli di Unepic, dunque abbastanza retrò, tuttavia si notano dei miglioramenti al sistema di illuminazione, agli effetti particellari e ai riflessi.
Nessun problema in ambito ottimizzazione e pulizia, con il gioco che gira stabilmente sui 60 fps senza alcun tipo di rallentamento.
Anche se l’art style non ci ha fatto impazzire, così come la soundtrack, è impossibile non apprezzare lo sforzo globale di de Meneses nella realizzazione del progetto, a nostro parere esemplare per la stragrande maggioranza dei team indipendenti.

Conclusioni
Creato da una sola persona, Ghost 1.0 riesce ad entrare facilmente tra i migliori metroidvania degli ultimi anni mostrando carattere e profondità da vendere.
Avere una trama così irriverente, piena di citazioni ma mai banale è una prerogativa di pochi giochi, ormai concentrati in larga misura sul prendersi parecchio sul serio persino quando futile, per questo abbiamo adorato in particolar modo la brillante sceneggiatura creata dal talentuoso sviluppatore spagnolo.
Convincente anche il gameplay, forte degli innumerevoli oggetti, abilità, armi ed easter egg che rendono il gameplay davvero solido, sebbene non si tratti di nulla di realmente innovativo.
Certo, il titolo ha i suoi difetti, individuabili nel level/enemy design un tantino piatto, nella casualità degli spawn nemici e nei picchi di difficoltà talora esagerati; si tratta in ogni caso di mancanze parzialmente giustificabili incapaci di intaccare la lodevole qualità di un metroidvania da non lasciarsi sfuggire per nessun motivo.
Valutazione scala 1/10

8.0
+ Trama e personaggi sopra le righe
+ Gameplay che sa regalare soddisfazioni
+ Citazionismo sfrenato
+ Due modalità di gioco longeve
– Piccole mancanze di design
– Presenza di sezioni frustranti con trial & error
– Comparto artistico sottotono

*Recensione basata su una copia promo fornita dallo sviluppatore*

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