Karma Incarnation 1

Recensione: Karma Incarnation 1 – Anime gemelle

I punta e clicca sono purtroppo un genere che spesso appare prossimo all’estinzione.
Il mondo dei titoli hardcore mainstream ha oscurato prepotentemente il loro piccolo spazio sul mercato e i più giovani non sembrano affatto attratti dai titoli in cui il ragionamento fa da padrone.
AuraLab va quindi controcorrente: propone un’avventura grafica vecchio stile ispirata fortemente ai Samorost, tra gli altri, con diverse aggiunte originali.
Vediamo se i loro propositi sono riusciti a concretizzarsi nel migliore dei modi.

Karma Incarnation

Uscita 19 Ottobre 2016
Lingua Italiano
Piattaforme PC
Versione recensita PC
Prezzo al lancio 8,99€

Karma Incarnation 1, questo il nome del gioco (episodico), ha uno stile davvero caratteristico, a nostro parere adorabile.
Il suo punto forte non è la trama, in verità alquanto semplicistica, ma il modo in cui la racconta.
Ci troviamo di fronte ad uno di quei titoli privi di dialoghi dove a parlare sono prevalentemente i gesti, le espressioni, i suoni ambientali, tutto ben amalgamato per ottenere un’atmosfera surrealmente affascinante.
Ogni dettaglio negli scenari extraterrestri/primordiali è ben animato e trasmette vivacità, dagli esseri senzienti ai vegetali.

La storia, come dicevamo, appare soltanto pretestuosa, benché presenti dei momenti di discreta intensità.
Il protagonista, Pip, ha l’obiettivo di salvare la sua anima -in senso letterale- gemella, rapita da un gruppo di spiriti malvagi e portata su un pianeta sconosciuto in balia delle forze del male che le hanno conferito sembianze mostruose.
Pip decide dunque di reincarnarsi in un drago al fine di acquisire la potenza fisica necessaria a sbaragliare i nemici e portare a termine la missione, tuttavia qualcosa va storto e il nostro piccolo globo azzurro diventa un verme.
Da lì inizia il suo percorso in salita verso il salvataggio dell’amata, all’interno di un universo psichedelico, scanzonato e coloratissimo che saprà tenervi piacevolmente impegnati almeno un paio d’ore (troppo poco per alcuni).

Le meccaniche di base di Karma Incarnation 1 sono in prevalenza canoniche per il genere.
Bisogna cliccare sui punti d’interesse in modo tale da raggiungerli e compiere determinate azioni, risolvendo enigmi dalla difficoltà medio-bassa dotati comunque di sufficiente creatività.
Si parte dai classici puzzle con le figure da riordinare per arrivare a simpatici minigiochi musicali dal ritmo molto gradevole.
Premendo la barra spaziatrice si potranno poi visualizzare le composizioni particellari degli organismi e scoprire dettagli nascosti; in più saranno disponibili svariati eventi segreti e piccole varianti narrative in base al nostro karma, positivo o negativo a seconda di come ci comporteremo con gli NPC.
L’unico difetto del sistema è la lentezza delle interazioni e l’impossibilità di cancellare le animazioni ripetute, elemento fastidioso in quanto sia i movimenti del protagonista sia quelli delle altre creature vanno quasi al rallentatore e il ritmo del gioco ne risente parecchio.

Karma Incarnation

A parte ciò il sistema sembra solido e non abbiamo riscontrato nessun altro tipo di criticità imputabile al design.

Anche tecnicamente Karma Incarnation 1 si mantiene su un buon livello, complice l’esaltante art style disegnato a mano.
Negli scenari predominano colori organici e si utilizza spesso il nero per donare un buffo aspetto caricaturale agli esseri viventi.
Il contorno è una soundtrack con toni aborigeni di ottima fattura che si sposa perfettamente con l’ambientazione selvaggia, arricchita peraltro da effetti sonori riuscitissimi e, in un certo senso, realistici.

In sintesi
Karma Incarnation 1, dunque, è un primo episodio promettente che omaggia le vecchie avventure grafiche in modo semplice ma efficace.
Il sistema canonico del genere a cui appartiene, pur essendo solido, ha tratto beneficio dall’aggiunta delle novità introdotte da AuraLab. e saremmo felici se lo studio decidesse di ampliarle ulteriormente nei capitoli successivi, velocizzando altresì movimenti e animazioni così da mantenere un ritmo di gioco accettabile.
Bene sia per il comparto grafico che per il sonoro, capaci di conferire al titolo un’atmosfera stramba e contemporaneamente fiabesca.
Se amate i punta e clicca “al naturale” come Samorost, qui troverete tutta la spontaneità e la purezza del caso.
Valutazione scala 1/10

7.4
+ Sistema solido arricchito da aggiunte interessanti
+ Stile caratteristico
+ Grafica e sonoro lodevoli
– Animazioni e movimenti troppo lenti
– Episodico quindi breve
– Storia per il momento poco elaborata

*Recensione basata su una copia promo fornita dal publisher*

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