[Recensione] Phantom Breaker: Battle Grounds – The PowerChibi Girls

Data di Uscita 23 Gennaio 2015 Lingua Italiano
Piattaforme PC Windows Versione recensita PC Windows

Dopo quasi quattro anni dall’uscita del primo capitolo, in veste di picchiaduro, su Xbox 360 e successivamente su arcade e PS3, la saga di Phantom Breaker torna in grande spolvero con uno spin-off, Battle Grounds, approdato finalmente su Steam dopo un gradito esordio in Xbox Live Arcade e PlayStation Vita.
Il titolo sviluppato da 5pb. giunge stavolta come beat ’em up a 16bit, stile classico e per palati raffinatissimi che ormai fatica ad emergere, poiché il mercato si sta orientando verso altri generi definiti più freschi ma che i developer indie continuano a ravvivare per la gioia dei giocatori di vecchia data cresciuti, come noi, in compagnia di Final Fight, Double Dragon, TMNT e chi più ne ha più ne metta.

Phantom Breaker: Battle Grounds

Lo stile nipponico in Phantom Breaker: Battle Grounds è facilmente riconoscibile anche ad un occhio meno attento: le protagoniste, infatti, sono versioni chibi di quelle già viste nel predecessore e sia trama che ambientazione sprizzano spirito otaku da ogni poro.

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Ci troveremo a fronteggiare l’oscura forza del demonico Phantom, in procinto di creare buchi neri e connettere dimensioni parallele per ripristinare il suo potere sigillato dalla famiglia Kumon di cui Waka, una delle eroine dotate di superpoteri, fa parte.
A darle man forte ci penseranno Mikoto, Itsuki e Yuzuha, tutti personaggi giocabili e dotati di speciali abilità che uniranno le forze per sconfiggere il male e salvare Nagi, sorella minore di Waka rapita sempre dal famigerato Phantom.
Nel corso dei vari stage, alternanti fra la città di Tokyo e altri universi paralleli, abbiamo notato una certa cura dei dettagli scenici e vedere l’ottima riproduzione delle vie principali di Akihabara ed Ikebukuro, ad esempio, ci ha strappato più di un sorriso nostalgico, sebbene non tutti i livelli siano lodevoli a livello meramente visivo.
I character giocabili, in gran parte ragazze, non brillano per originalità ma riescono senz’altro a non farsi odiare grazie ad una sceneggiatura decente che non li lascia in disparte e anzi li valorizza.
Per quanto riguarda il design dei nemici, invece, c’è una discreta varietà in campo numerico e di pattern, con diversi riferimenti alla cultura giapponese e citazioni a titoli celebri come Streets of Rage; stesso discorso per i boss, accattivanti al punto giusto e impreziositi da dialoghi finemente doppiati in lingua giapponese.

Quattro le modalità disponibili: campagna, arcade (corsa al tempo e ai punti), co-op e campo di battaglia (un tutti contro tutti in multiplayer locale). A questo proposito ci auguriamo che 5pb. rilasci presto un aggiornamento che integri il comparto online, già presente nelle versioni 360 e Vita.
In termini di gameplay, nucleo dell’intero prodotto, non annotiamo particolari novità apportate al genere. Il sistema di progressione tramite punti esperienza funziona e soddisfa ma abilità e statistiche sono difficilmente “maxabili” nel corso di una sola run, della durata media di 3 ore.
Ogni lottatrice potrà contare su un moveset unico, piuttosto vario e facile da padroneggiare anche in poco tempo: attacchi leggeri, medi e pesanti da usare in combinazione fra loro e con i tasti direzionali, una finisher dall’alto tasso di spettacolarità, parate automatiche, combo breaker responsive e un overdrive che rallenterà il tempo degli avversari consentendoci di scaricare la potenza dell’Hokuto sui malcapitati.

Le ottime animazioni, i fluidi concatenamenti delle mosse e gli scenici impatti sui nemici rendono i combattimenti piacevoli e coinvolgenti, non esenti da button mashing ma in linea di massima piuttosto divertenti.
E’ altresì vero, però, che l’intelligenza artificiale non brilla per capacità di posizionamento e risposta ai nostri movimenti. Capiterà talora di osservare nemici inchiodarsi negli angoli più remoti o cambiare corsia dimensionale senza un apparente criterio, talaltra, soprattutto alle difficoltà più alte, troveremo orde di mostri che non ci daranno tregua spammando più e più volte la stessa, fastidiosa, tecnica.

Niente da dire sul versante porting, trattandosi comunque di un titolo a 16bit che non necessita configurazioni video, eccetto per il fullscreen che purtroppo non rimane attivo ad ogni avvio del gioco e la mancanza di un’infrastruttura online che speriamo venga implementata al più presto.

Conclusioni
Come riassumere, dunque, il nostro giudizio su Phantom Breaker: Battle Grounds?
Si tratta di un divertentissimo ed ispirato beat ’em up in stile retrò che, grazie ad un combat system rapido e godibile nonché a scenari, personaggi e storyline abbastanza originali, catturerà senza dubbio l’interesse dei gamer old-school di Steam.
Tuttavia, almeno per il momento, è quasi esclusivamente incentrato sul multigiocatore locale e la brevità della campagna, unita all’inspiegabile assenza (probabilmente temporanea) di un comparto online, priva il titolo di una buona dose di durevolezza, giacché le modalità single player sono soltanto due.
Detto ciò, consigliamo senza riserve l’acquisto sia ai fan del genere che agli amanti del caro, vecchio, schermo condiviso, confidando inoltre in un aumento pur esiguo di opere affini sullo store di Valve.
+ Uno spasso, soprattutto in compagnia
+ Stile grafico apprezzabile
+ Giusto livello di varietà
– Campagna breve
– Manca il multiplayer online

Metascore 70/100
Phantom Breaker: Battle Grounds | Steam | 11.99€

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