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Recensione: Rosenkreuzstilette – Alle origini del platform

Prendere un tributo ai grandi platform del passato e trasformarlo in un buon gioco a sé stante non è per niente una passeggiata, soprattutto se si parla di piccoli progetti indipendenti. In tal senso trovarsi fra le mani prodotti come Rosenkreuzstilette sorprende in positivo. Creato dal team [erka:es], autore di opere doujin-soft, il gioco era già uscito nel 2007 su PC ma è stato da poco ripubblicato sotto l’etichetta Playism su Steam in una versione riveduta e corretta. Noi, in preda alla nostalgia da gamer old-school, gli abbiamo dato un’attenta occhiata.

Rosenkreuzstilette

Uscita 3 Febbraio 2017
Lingua Inglese
Piattaforme PC
Versione recensita PC
Prezzo al lancio 9,99€

Cosa risalta subito in Rosenkreuzstilette è senz’altro la chiara ispirazione alle atmosfere di Castlevania, oltre che a Tohou Project. Da essi il titolo prende a piene mani sia per quanto riguarda l’intreccio sia in ambito di level design. La storia narra le gesta di Spiritia Rosenberg, una maga facente parte dell’organizzazione RKS a guida del vampiro Michael Zeppelin. Questa setta di guerrieri si occupa, almeno sulla carta, di mantenere l’ordine all’interno del Sacro Impero. Tuttavia un bel giorno scoppia una sanguinosa rivoluzione e Spiritia scopre suo malgrado che la responsabilità appartiene proprio alla suddetta organizzazione. Decide così di andare a fondo e dissuadere a suon di botte ogni membro conosciuto, persino Zeppelin. I membri, come da tradizione giapponese, sono tutti avvenenti ragazze dai costumi stravaganti e chiaramente succinti. Tale aspetto non va però a inficiare la discreta qualità dell’impianto narrativo, molto lineare ma approfondito quel tanto che basta a non renderlo dozzinale. Non aspettatevi comunque di trovare esplorazione psicologica e colpi di scena: il leitmotiv rimane incentrato sui combattimenti.

Pad alla mano (i controlli su tastiera sono piuttosto scomodi) Rosenkreuzstilette si comporta esattamente come un Mega Man. Gli unici comandi a nostra disposizione corrispondono ad attacco semplice, caricato, salto e scivolata. Anche i livelli si strutturano per certi versi in modo simile ai titoli di Inafune, alternando sezioni dov’è richiesta la massima precisione ad altre in cui bisogna correre a più non posso. Le similitudini comportano ovviamente tutti i limiti del caso. I movimenti risultano abbastanza legnosi, i livelli sono suddivisi in quadranti, alcuni nemici respawnano in continuazione e così via. Ciononostante la varietà abbonda. I primi 8 stage mostrano una buona diversificazione, allo stesso modo dei boss al loro interno che, dopo esser stati sconfitti, donano alla protagonista altrettanti poteri speciali in grado di cambiare radicalmente l’approccio a navigazione e combattimento. Tra magie ad area, proiettili migliorati, esplosivi e mini-jet velocissimi le opzioni per variare la formula non mancano di certo.

Peraltro in seguito al superamento delle prime zone il gioco si aprirà notevolmente aumentando al contempo di molto la difficoltà. Niente di frustrante, sia chiaro, solo un passaggio necessario per ribilanciare l’esperienza nel momento in cui il giocatore avrà ottenuto tutti i poteri speciali dai boss. Questi ultimi, pur essendo dotati di 2-3 pattern al massimo, costituiscono una degna sfida. Non tutti, perché se saprete usare bene le abilità sfruttando correttamente le loro debolezze verranno giù anche in meno di 20 secondi.

Rosenkreuzstilette

Tuttavia in generale si tratterà di scontri più o meno equi e quindi impegnativi. Meno ardui da sconfiggere, invece, nemici normali e mini-boss, annientabili spesso in un sol colpo e che non costituiscono praticamente mai un serio pericolo (specie vista la collocazione generosa dei checkpoint).

Se il gameplay si ispira a Mega Man, l’art style affonda le radici nel mondo di Castlevania. Mostri e ambientazioni richiamano da vicinissimo il carattere horror gotico medievale della serie Konami, arrivando vicini al plagio in qualche occasione di troppo, ma nel complesso la miscellanea tematica elaborata dagli sviluppatori riesce a tamponare quasi sempre le sporadiche mancanze di originalità. Dettagliata quanto basta la pixel art, interessanti i fondali in perenne movimento. Convince, infine, la soundtrack, reminiscente in modo rispettoso del capolavoro di Michiru Yamane in Symphony of the Night.
In quanto a longevità aspettatevi di rimanere impegnati tra le 2 e le 3 ore, al termine delle quali potrete intraprendere l’arcade e una modalità bonus di breve durata. Tenete poi presente che il gioco non salva i progressi in automatico e per riprendere una sessione abbandonata dovrete immettere la password corrispondente fornita ogniqualvolta sconfiggerete un boss. Non siamo sicuri di comprendere il motivo di questa scelta.

In sintesi

Rosenkreuzstilette, più che al giocatore medio, si rivolge ai vecchi e agli amanti delle speedrun. L’anima ostinatamente old-school del titolo porta infatti con sé non poche limitazioni dovute all’età e ciò lo rende difficile da consigliare a chiunque sconosca i classici da cui prende l’ispirazione. Inoltre la durata non proprio longeva ne abbassa ulteriormente l’appetibilità. L’obiettivo, qui, è rivolgersi a una nicchia. Se cercate un prodotto al passo con i tempi vi conviene spostarvi altrove. Se invece amate i platform d’epoca, i 9,99€ richiesti saranno una spesa oltremodo fruttuosa.

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