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[Recensione] Shadwen – Mezzo passo falso

Data di Uscita 17 Maggio 2016 Lingua Italiano
Piattaforme PC, Mac, Steam, PS4 Versione recensita PC

Un vecchio saggio ha recentemente paragonato i Frozenbyte, talentuoso studio indie finlandese, al buon George Lucas, che di certo non ha bisogno di presentazioni.
Il motivo di tale paragone risiede nella parabola discendente creatasi a partire dal terzo episodio di Trine, di molto inferiore ai primi due capolavori iridati, e purtroppo va a toccare anche la loro ultima fatica, l’inaspettato stealth game Shadwen.
I segnali ricevuti dall’alpha in fase di anteprima non erano stati demotivanti, anzi ci avevano lasciato ben sperare nella riuscita del progetto, eppure qualcosa sembra essere andato leggermente storto e la nostra recensione si appresta a spiegarvi con precisione i motivi per cui lo classifichiamo come un mezzo passo falso.

Shadwen

Shadwen si presenta in modo sbrigativo introducendo brevemente i protagonisti, un’assassina e un’orfanella sperduta, attraverso delle sequenze di immagini doppiate egregiamente, seppur di qualità non altissima e leggermente sfocate.
La trama è così sottile da sparire se la si osserva di profilo: essa segue semplicemente il percorso di Shadwen insieme alla piccola Lily verso il castello di Rivendon, nell’ardua missione di raggiungere ed uccidere il re.

I dialoghi tra i personaggi si svolgono esclusivamente durante i caricamenti di fine livello, durano una manciata di secondi e risultano pertanto abbastanza disconnessi nonché poco interessanti.
L’unica nota positiva è rappresentata dal bivio narrativo (ci sono due finali) a cui si accede a seconda dello stile con cui vengono affrontati i livelli.
In breve, se il giocatore eviterà di spargere sangue limitandosi a sgattaiolare inosservato tra le guardie guadagnerà una buona considerazione da parte di Lily; in caso contrario la bambina non smetterà di lamentarsi dei troppi omicidi accumulando un odio viscerale verso Shadwen.
Purtroppo tutto ciò influisce ben poco sul finale, deciso dalla risposta alla domanda cruciale postaci appena prima della conclusione delle vicende e ancora incapace di risvegliare una qualsivoglia sensazione positiva nell’utente.
Persino Styx: Master of Shadows, pur zeppo di criticità, era riuscito a fare di meglio sotto questo punto di vista grazie a piccoli espedienti, ed in effetti bastava davvero un nonnulla per donare quel minimo di pepe in più ad un’avventura così scialbamente piatta, tra l’altro pure breve dal momento che la si completa in circa 5 ore.

Ma risolleviamo un attimo la situazione parlando di gameplay, senza dubbio il fulcro di Shadwen.
La feature principale, come già detto in fase di preview, è quella del controllo temporale.
Il tempo scorre solo quando ci muoviamo, permettendo pianificazioni ragionate e, all’occorrenza, manovre di precisione che sarebbe impossibile eseguire in condizioni normali.
Saremo infatti dotati di un rampino in grado di appigliarsi a piattaforme elevate e agganciare elementi dello scenario come barili a scopo elusivo o offensivo addirittura concatenando una mossa dietro l’altra in assoluta scioltezza grazie alla meccanica di stop temporale (l’effetto si avvicina a quello di Super Hot).

Shadwen

Al giocatore viene offerta un’ampia libertà d’azione, esaltata dalla presenza di numerosi gadget da combinare a prop e architetture, ad esempio trappole di dardi da installare in mezzo a due sporgenze ma anche fantocci esca esplosivi, che stuzzicano piacevolmente la fantasia dei puristi dello stealth.
Si può comunque ricorrere a strategie più sbrigative e sorprendere i nemici da dietro con il pugnale oppure piombandogli addosso dall’alto nel caso siano corazzati, tenendo sempre ben presente che essere scoperti significa game over.
Le guardie, unico nemico presente in Shadwen, non perdonano il minimo sgarro e ci impalano immediatamente con i dardi non appena invadiamo il loro campo visivo, relativamente limitato, costringendoci dunque a rimanere nascosti tra i cespugli e le casse di legno attirandole a distanza con vari diversivi.

L’IA nemica lascia molto a desiderare in quanto fatica spesso ad accorgersi di ciò che le accade intorno, però Frozenbyte è riuscita in qualche modo a colmare tale lacuna aggiungendo un’ulteriore condizione di sconfitta costituita dall’allarme suonato ogniqualvolta una pattuglia rinvenga cadaveri in bella vista.
Inoltre dovremo anche tenere sott’occhio Lily, compagno silente delle nostre spedizioni, in grado di spostarsi velocemente da una copertura all’altra man mano che rimuoveremo soldati dal suo cammino e dotata dell’abilità di aprirci passaggi altrimenti inaccessibili.
Da notare che in ogni momento potremo riavvolgere il tempo ed evitare le morti, prerogativa tanto gratificante quanto necessaria ad evitare inutili frustrazioni in un gioco che sa essere impegnativo.
Il problema pregiudicante di Shadwen ricade tuttavia nella composizione dei 15 livelli, strutturati a mo’ di corridoio con soltanto pochissime vie segrete al cui interno troveremo schemi e materiali per craftare i sopracitati gadget.
Non è tanto una questione di grandezza, per intenderci, ma di design.

Shadwen

Vuoi per la mancanza di elementi distintivi, di fonti di illuminazione alternative alla luce lunare, di nemici diversificati o architetture complesse, i livelli appaiono troppo simili fra loro.
Si passa il 95% del tempo ad oltrepassare montagne di fieno, travi lignee e bauli sparsi a caso mentre si ascoltano gli insulsi scambi di battute delle guardie, in un continuo déjà vu che alla fine annoia oltre ogni previsione.
Con un comparto tecnico arretrato e stranamente tassativo sulla GPU (non siamo riusciti a maxarlo ottenendo 60 fps su una GTX 970) come questo avremmo almeno voluto una risposta grafica e artistica di gran lunga superiore a quanto visto in Trine 3.
Modelli e animazioni lasciano il tempo che trovano, texture e ombre sono solo sufficienti, l’antialiasing è efficace ma impatta eccessivamente sulle prestazioni e in generale gli scenari si presentano privi di carisma.
Frequenti i bug della fisica, con il nostro personaggio che rimane spesso incastrato nei nascondigli e le situazioni paradossali dovute a scelte di design errate, come nel caso delle guardie allertate da cadaveri situati in zone precedenti ai checkpoint, talora impossibili da raggiungere, le quali vi costringeranno a ripetere la sezione da capo.

Conclusioni
Non riusciamo a spiegarci il motivo per cui i ragazzi di Frozenbyte si siano intestarditi nel proseguire sulla via del 3D, men che meno capiamo come mai Shadwen sia stato realizzato così approssimativamente.
Il titolo è pieno di ottime idee sul fronte meccanico, alcune trasposte in maniera impeccabile, eppure manca di quella varietà necessaria a renderlo divertente per tutta la sua durata, peraltro breve, e di una rifinitura sia narrativa che tecnica in grado di attenuare il terribile fattore noia, subentrante dopo poco.
Allo stato e al prezzo attuale (15€) non ci sentiamo di consigliarlo, quindi vi rimandiamo a malincuore e con parecchie riserve ai prossimi saldi di Steam.
Valutazione scala 1/10

6.4
+ Idee originali ben applicate
+ Sa essere impegnativo
– In gran parte ripetitivo
– Trama sottosviluppata
– Comparto tecnico e artistico non al top
– Non quello che ci aspettavamo da Frozenbyte

*Recensione basata su una copia promo fornita dallo sviluppatore*

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