the room three

[Recensione] The Room Three – Ancora mistero, ancora eccellenza

Data di Uscita 11 Gennaio 2016 Lingua Italiano
Piattaforme iOS, Android Versione recensita Android

Dopo lo straordinario successo dei primi due episodi, The Room Three era quasi inevitabile. Questo affascinante franchise di puzzle game ha saputo stregare negli anni milioni di giocatori, anche i più indisposti verso il gaming mobile. Che sia merito delle atmosfere, che sia merito dei controlli o degli interessanti enigmi, delle meccaniche che regalano un senso di appagamento costante, che sia l’insieme di tutti gli elementi è davvero difficile dirlo. Ma gli sviluppatori di Fireproof Games sembrano davvero aver trovato una formula vincente, una formula che viene sfruttara per offrire prodotti di altissima qualità. The Room Three non fa eccezione.

The Room Three

Creiamo un minimo di background per chi fosse ancora estraneo a questo franchise. The Room Three è un puzzle game molto simile ai suoi predecessori, basato sull’interazione tramite touch screen con gli elementi presenti a schermo, che nella maggior parte dei casi saranno meccanismi più o meno complessi, oggetti, scatolette, ingranaggi, componenti da analizzare e da comprendere.

L’interazione potrà avvenire con una o più dita simultaneamente, intervenendo con swipe, rotazioni e tanto altro ancora, in base all’oggetto con cui avremo a che fare. Manipolare gli oggetti, comprenderli e soprattutto osservarli con grande attenzione sarà necessario per venire a capo degli enigmi e arrivare di volta in volta alla soluzione.
In nessun caso si avrà una sensazione di ripetitività, né la noia potrà in qualche modo intaccare l’attenzione del giocatore: gli sviluppatori hanno dimostrato ancora una volta tutte le proprie abilità ingegneristiche nella realizzazione di meccanismi decisamente complessi, con cui potremo interagire in più modi.
Sparsi per le diverse stanze che compongono l’avventura potremo inoltre trovare degli indizi, che in parte faranno anche un po’ da trama. Il paranormale e il mistero saranno sempre dietro l’angolo, e quanto accadrà all’attivazione dei vari meccanismi stupirà spesso il giocatore, con un feeling molto piacevole, che darà grande soddisfazione.

Per approfondire un po’ il gameplay potremo utilizzare in questo episodio alcuni tipi di lenti, che ci permetteranno di osservare la scena (o gli oggetti) con filtri particolari. In questo modo scopriremo ad esempio testi normalmente celati alla vista, o potremo addirittura entrare all’interno di piccoli meccanismi per modificarne gli ingranaggi e attivare di conseguenza dispositivi molto più complessi.
Quando non sapremo come procedere sarà nella totalità dei casi per colpa nostra, perché non abbiamo osservato l’ambiente circostante con sufficiente attenzione: proprio gli ambienti – sebbene più vasti che in precedenza – non sono mai infatti troppo dispersivi, e gli oggetti con cui potremo interagire saranno pochi per volta, in maniera tale che sia sempre più o meno chiaro quale sarà il nostro prossimo obiettivo. Non c’è insomma la tipica sensazione del “e ora che faccio?” che accomuna ad esempio molte avventure grafiche.
Ad ogni modo, qualora capitasse di bloccarsi o di non sapere in che modo procedere, il gioco ci verrà incontro con dei suggerimenti a cui potremo accedere tramite un punto interrogativo posto in alto a sinistra sullo schermo. Si tratterà di consigli a più passaggi, che non ci sveleranno immediatamente la soluzione, ma che piuttosto ci indirizzeranno verso elementi che potremmo aver trascurato. Se poi fossimo afflitti da un totale blocco mentale, i suggerimenti continueranno fino a svelarci l’intera soluzione del puzzle, dunque non esiste fisicamente la possibilità di rimanere bloccati da qualche parte.

the room three

A dirla tutta, la struttura stessa del gioco risulta in effetti più aperta rispetto ai due precedenti capitoli, e la possibilità di muoversi da una parte all’altra del castello (sempre attraverso il tapping, non avremo ancora un controllo diretto del protagonista) potrebbe risultare spiazzante per i fan di vecchia data. Si tratta tuttavia di un’idea che si costruisce e si espande partendo proprio dagli ottimi risultati del secondo capitolo, e The Room Three risulta in definitiva superiore rispetto a quanto visto in passato, senza dubbio.

Abbiamo testato il gioco su Nexus 6 (Snapdragon 805, 1440p) e non abbiamo incontrato alcun rallentamento di sorta o incertezza del software. La grafica di gioco è in linea con quella dei predecessori, con uno stile tendente al dark, molto piacevole, sicuramente esaltata da un pannello di tipo OLED.

Conclusioni
The Room Three espande l’esperienza di gioco continuando sull’ottima strada già intrapresa dal suo illustre predecessore, mettendo a nostra disposizione più ambienti, più puzzle e un considerevole quantitativo di contenuti, sicuramente superiore rispetto a quanto offerto dai due prequel. La qualità dei puzzle è quasi sempre molto elevata (alcuni sono ovviamente meno ispirati di altri) e tutti gli appassionati di questo genere non potranno fare a meno di innamorarsi del gioco in questione. La difficoltà non è inizialmente molto elevata, ma sale con gradualità e costanza, fino a raggiungere un finale decisamente aperto (nonché multiplo) e che lascia intendere un futuro radioso per questa serie già apprezzatissima. E niente micro transazioni, il prezzo è di 4,99 euro, onestissimo se relazionato alla qualità e quantità dell’offerta.
Valutazione

8.7
+ Espande i concetti di design del secondo capitolo
+ Ottimi puzzle
+ Bella atmosfera
+ Più enfasi sulla storia
+ Tanti contenuti
– Puzzle non sempre eccelsi
– Ci piacerebbe una trama vera e propria

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