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Shenmue I & II – Recensione | Il classico che inventò un genere

Shenmue c’è. A distanza di 20 anni anche gli utenti PC possono finalmente dirlo. Grazie al lavoro di SEGA e D3T i due capolavori di Yu Suzuki arrivano su Steam e console di current gen, restaurati per l’occasione. La collection, chiamata semplicemente Shenmue I & II, comprende ovviamente primo e secondo capitolo. Dovrebbe fungere da tampone per il tempo che ci separa dal rilascio di Shenmue 3, le cui vicissitudini nello sviluppo ne hanno determinato il ritardo fino al 27 agosto del prossimo anno. Noi avevamo già analizzato la serie in una retrospettiva ma oggi cercheremo di rinfrescarvi la memoria con l’analisi dei titoli e del loro comparto tecnico rivisitato.

shenmue i & IIShenmue HD I & II – Recensione

Data di uscita: 21/08/2018
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC, PS4, XBO
Lingua: Inglese
Prezzo di lancio: €34.99
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L’intera storia di Shenmue prende le mosse da un omicidio. Il padre del giovane protagonista Ryo Hazuki viene assassinato di fronte ai suoi occhi da un gruppo di loschi cinesi. La motivazione sembra essere il recupero di uno specchio dotato di poteri misteriosi che il padre di Ryo, proprietario di un dojo, custodisce nella sua tenuta. L’uomo viene annichilito a mani nude dal criminale Lan Di, che dopo aver recuperato l’artefatto sparisce nel nulla lasciando il nostro protagonista in preda alla disperazione.

Ma non finisce qui perché non molto tempo dopo Ryo decide di mettersi alla ricerca del colpevole. Per farlo tenta innanzitutto di raccogliere tutte le informazioni possibili dai concittadini a Yokosuka, nella prefettura di Kanagawa in Giappone. Da lì arriva pian piano a ripercorrere il cammino di Lan Di seguendo le sue tracce addirittura fino in Cina. Non si tratta comunque di un viaggio come un altro. Davanti a lui si pareranno diversi ostacoli e contrattempi, alcuni meno piacevoli di altri. E ovviamente tantissime cose da fare. Se avete presente Yakuza, con il suo mondo pieno zeppo di attività e missioni secondarie dettagliatissime, pensate a Shenmue come un precursore di tutto ciò.

Shenmue I & II – Video Recensione

Il punto focale di entrambi i giochi è la progressione investigativa. Come in Monster Hunter, qui bisogna seguire metodicamente ogni orma (senza l’ausilio di insetti guida) e analizzarla fino in fondo. Lo si fa parlando con gli NPC e vagliando attentamente ogni indizio. A volte bisogna persino strappargli le informazioni parlandogli più volte e in diversi momenti della giornata, seguendoli e svolgendo vari compiti per loro. Si va dall’aiutare una vecchietta a trovare la casa di un’amica a sfidare i colleghi di lavoro in una corsa con i carrelli elevatori. Pensate che potrete addirittura acquistare videogiochi per SEGA Saturn come Space Harrier e Hang-On e giocarci nella vostra stanza. C’è varietà, c’è umorismo, c’è il senso di immersione.

Non a caso questo gioco viene definito il vero fondatore degli open world, quelli fatti bene. Nel mondo di Shenmue l’esplorazione riveste un ruolo chiave in quanto, non essendoci freccette rosse a indicare i punti da raggiungere ma solo vaghe indicazioni raccolte on the road, dovremo occuparci noi di portare avanti l’avventura in modo autonomo. Possiamo sia decidere di proseguire con investigazioni non-stop che prendere parte alla miriade di attività presenti in game. In questo caso i benefici saranno sostanziosi, d’altronde serviranno a potenziare Ryo.

Accumulare del denaro o apprendere tecniche di arti marziali è sicuramente utile. Ad esempio prendere lezioni di tai-chi può aiutarci a superare determinate sezioni con maggior rapidità. Sia chiaro: i combattimenti, presenti più in Shenmue 2, si superano anche con le mosse standard ma espandere la prestanza di Ryo non fa di certo male. Il combat system vero e proprio rimarca la bontà meccanica di Virtua Fighter riprendendone le basi e ancora oggi riesce ad essere coinvolgente. Combo, parate, schivate, tutto appare responsivo e soddisfa anche i più esigenti.

shenmue I & II hd

Gli asset di Shenmue I e II sono gli stessi utilizzati nella versione SEGA Dreamcast, ma la risoluzione è molto più alta

Di tanto in tanto vedrete apparire anche dei quick time event, che proprio Shenmue ha introdotto nella scena videoludica. Non si tratta però delle banalissime sezioni scarsamente interattive alla David Cage o Telltale Games. Qui si richiede precisione, tempismo, e gli errori portano a esiti narrativi differenti. La stessa scenetta può avere svariate diramazioni a seconda di come gestite il QTE. Cercate quindi di prestare attenzione ai prompt su schermo, perché appariranno per una frazione di secondo senza concedervi la possibilità di tentare una seconda volta.

E il comparto tecnico? Qui vediamo di valutare il lavoro di rimasterizzazione. Da una rapida occhiata ci si accorge di come lo scaling in Full HD e i 16:9 (questi ultimi solo al di fuori delle cutscene, rimaste in 4:3) diano già una parvenza di modernità. Le tonalità cromatiche, ora molto più calde e accese, contribuiscono a dare un maggiore realismo alle ambientazioni. Gli ottimi filtri applicati riescono poi a eliminare i fastidiosi artefatti e il marcato aliasing presente nella versione Dreamcast, offrendo un’immagine davvero pulita. A completare il quadro su PC ci pensano opzioni di bloom, scala di risoluzione, FXAA e supersampling.

Dovendo comunque valutare principalmente la remaster, bisogna citarne le numerose mancanze. Innanzitutto entrambi i giochi sono bloccati a 30fps e non supportano l’ultra wide, soffrendo inoltre di bug grafici a risoluzioni più alte. Seconda cosa, gli asset sono gli stessi delle versioni Dreamcast e non hanno subito rimodellazioni o aggiornamenti. Terzo, nulla è stato fatto per adattare i controlli all’utilizzo moderno, sia su pad che su mouse e tastiera.

shenmue I & II hd

Una simpatica vecchina dai capelli improbabili

Ryo si muove sul proprio asse come un carro armato (come nei vecchi Resident Evil, controlli di questo tipo vengono definiti in gergo proprio “tank”) e considerando che si cammina per gran parte del gioco, la legnosità regna suprema. Anche la telecamera non è perfetta, rimbalzando da un angolo all’altro in maniera snervante. Infine, il mixing dell’audio lascia a desiderare. Nonostante la soundtrack in sé sia eccellente, così come il doppiaggio giapponese, la qualità del suono rimane praticamente invariata rispetto al passato, quindi scadente.

Consigliato

Ovviamente i difetti appena citati non compromettono l’esperienza di gioco, che si conferma memorabile. È ovvio che si poteva e si doveva fare di più in sede di rimasterizzazione, magari aggiornando in toto il motore grafico e le tracce audio oppure semplicemente rivedendo i controlli come ha fatto Capcom con Resident Evil HD. Sta di fatto che ci troviamo comunque di fronte a due capolavori indimenticabili, per la prima volta su PC, e sarebbe un crimine perderseli se non li avete mai provati. SEGA ha promesso supporto post-lancio, quindi aspettatevi corposi aggiornamenti a breve. Non che al momento la collection sia ingiocabile ma qualche patch non farebbe certo male.

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