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Switch or Die Trying – Recensione

Switch or die Trying è il primo videogame rilasciato dagli indipendenti di Threye Interactive. Non neghiamo che ci sia del potenziale, è un prodotto per certi versi interessante, denota propositività, il che è importante. Ci sono tuttavia parecchi problemi, di gioventù oppure tecnici, che impediscono al prodotto di risultare davvero interessante per il pubblico di massa così come per gli hardcore dei platform difficili. Perché fin dai primissimi minuti sarà chiaro che questo Switch or Die Trying ha una filosofia vagamente riconducibile a quella di Super Meat Boy. No, non ci sono schizzi di sangue a tempesta, qui ci si limita alla facoltà di far imprecare il giocatore in lingue apparentemente ignote.

Switch or Die Trying

Uscita 7 Marzo 2017
Lingua Inglese
Piattaforme PC, One
Versione recensita PC
Prezzo al lancio 9,99€

Abbiamo a che fare con un platform 2D strutturalmente molto semplice. Non ci sono azioni particolari da fare, non c’è una gran profondità nei controlli. E’ tutto molto lineare, ma ben lungi dall’essere accessibile. Il gioco ci mette nei panni di una “i”, con la facoltà di cambiare forma passando dal minuscolo al maiuscolo. Non c’è una storia profonda e non si perde tempo con preamboli di sorta, veniamo lanciati direttamente in un primo livello e iniziamo un breve tutorial.
Switch or Die Trying è parecchio difficile, ma non per i motivi giusti. Se Super Meat Boy risultava estremamente punitivo in virtù di un level design cattivo ma ineccepibile, qui ci sono tanti problemi causati dalle collisioni e da scelte di gameplay a cui cercare di abituarsi.

I livelli sono molto brevi, a volte visualizzabili per intero in un’unica schermata. Il nostro personaggio può saltare, sparare con una pistola triste e cambiare forma, passando da una i minuscola ad una maiuscola. In questo passaggio il protagonista effettuerà un nuovo salto. Ovviamente buona parte del gioco consiste nel saltare, cambiare forma in volo e realizzare dunque un doppio salto. Il punto è che per saltare dovremo premere un tasto, per cambiare forma un altro. Non è esattamente la cosa più intuitiva del mondo, abituati come siamo ad anni di double jump con lo stesso pulsante.
Passerete un’oretta a cercare di capire perché tale gimmick sia strutturato in questa maniera, poi vi farete l’abitudine. Sfortunatamente la curva della difficoltà è estremamente ripida, dunque già nelle prime fasi di gioco ci sarà spazio per parecchia frustrazione.
Super Meat Boy era un gioco davvero difficilissimo, ma non si può dire che fosse ingiusto. In Switch or Die Trying la difficoltà non è data dal level design in sé, ma da problemi tecnici e scelte del tutto gratuite riguardo i controlli.
Ci sono dei bug che porteranno puntualmente il personaggio ad incastrarsi negli spigoli o sui bordi delle piattaforme. A causa di ciò il salto successivo sarà compromesso e la nostra corsa rallentata. Parliamo di corsa perché a volte dovremo sbrigarci nel fare quello che stiamo facendo. Esiste infatti la possibilità di morire, e in quei casi il tempismo è fondamentale.

Gli sviluppatori hanno implementato altre meccaniche legate al cambiamento di forma, nessuna delle quali risulta comunque originale. Avremo a che fare con piattaforme e pareti che appaiono o scompaiono in base al nostro aspetto. In questo caso sarà dunque necessario calcolare in anticipo cosa avverrà, saltando nel vuoto e preparandosi a trasformarci per far apparire una pedana, sfruttando nel contempo il doppio salto. C’è anche il classico salto a parete, da utilizzare in congiunzione con le altre abilità. L’uso della pistola è in linea di massima piuttosto ridotto, volto in prevalenza a rompere dei muri per farci strada.
Nel corso del gioco sono state disseminate altre idee, laser a tempo, missili, i classici spuntoni. In qualche caso siamo rimasti sorpresi dal design dei puzzle, brillanti. Ma si è trattato di episodi davvero sporadici.

switch or die trying

Difficile parlare di longevità quando il tempo speso per completare i livelli viene amplificato notevolmente dalle mancanze del gioco. Switch or Die Trying offrirebbe anche dei buoni contenuti, ma a conti fatti c’è poca voglia di affrontarli. La frustrazione è purtroppo una presenza costante. Chi è alla ricerca di un platform impegnativo può certamente trovare prodotti più meritevoli. Tra l’altro se parliamo di gimmick ed idee un po’ particolari non c’è che l’imbarazzo della scelta. Dal difficilissimo VVVVVV di Terry Cavanagh alla genialità di Braid, il mercato indipendente ci ha sommerso negli ultimi anni di idee brillanti.

Non aiuta più di tanto allora il comparto visivo del gioco, gradevole nonostante sia molto minimale. I colori utilizzati e in generale le ambientazioni propongono una grafica pulita, semplice ma efficace. Ovviamente è anche tutto piuttosto leggero, nessun problema su configurazioni datate.
Negativa la valutazione sul comparto sonoro, che va in loop troppo velocemente, risultando fastidioso dopo qualche minuto. Abbiamo preferito rimuoverlo del tutto.

In sintesi

Switch or Die Trying è un primo esperimento da parte di un team di sviluppo che dimostra buona volontà e un certo carattere. Ci sono troppi difetti perché possiamo raccomandarvelo. E’ un platform molto impegnativo, ma è la curva della difficoltà a rendere tutto troppo frustrante. C’è poi il discorso dei controlli, a cui bisogna fare l’abitudine, e la presenza di bug e problemi non arginabili, che sarebbe stato il caso di correggere prima del lancio ufficiale.
A dispetto di un prezzo tutto sommato ridotto è più sensato investire i propri soldi su software meglio rifiniti. Qui ci si diverte poco.

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