Non mi stancherò mai di ripeterlo: Steam è un immondezzaio. Il fatto che per venire a conoscenza di uscite interessanti su PC si debba necessariamente ricorrere alle mailing list e alla ricerca personale su siti e forum la dice lunga sullo stato della piattaforma di Valve, quanto mai traboccante di pattume a causa del fallimento di Direct. Per fortuna in redazione qualche anima pia effettua il lavoro di scouting sugli indie, ed è così che ho scoperto Synthetik. Presentatomi come “roguelite alla Kamiya”, il lavoro di Flow Fire Games ha saputo attrarmi fin da subito grazie al focus sulla skill, allo stile accattivante e al design sopraffino. Vediamo, nello specifico, di capire come si struttura.
Synthetik
Synthetik è uno shooter roguelite con visuale isometrica ambientato in un passato distopico. L’anno è il 1985 e una rivolta di automi sta creando scompiglio sulla Terra. A quanto pare, stufi di essere trattati come schiavi, i prodotti dell’azienda di robotica Kaida Corporation si sono ribellati formando un esercito con lo scopo di sterminare il genere umano. Noi impersoniamo un modello particolare di IA rimasto fedele alle direttive della compagnia e il nostro compito sarà quello di fermare la rivolta, ovviamente con la forza. Di tutto ciò, purtroppo, non sembra esservi traccia in game sotto forma di dialoghi o cutscene. L’unica introduzione consiste nel breve tutorial, al termine del quale veniamo immediatamente gettati nella mischia.
Synthetik – Video recensione
Poco da ridire, giacché il gameplay si mostra dinamico, tecnico e coinvolgente fin dall’inizio. A nostra disposizione una sessantina di armi da fuoco e gadget di vario tipo, offensivi, difensivi ed evasivi. Lo shooting è davvero soddisfacente, sia dal punto di vista estetico che sonoro. Ogni bocca da fuoco ha caratteristiche ben definite e bilanciate, tra pistole, fucili a pompa e laser. Il gioco premia la precisione, dal momento che centrare un headshot può fare la differenza tra la vita e la morte. Anche il tempismo riveste un ruolo fondamentale, vista l’adozione di una particolare meccanica di ricarica. Per eseguirla bisognerà prima premere un tasto per espellere il caricatore vecchio (nel farlo le munizioni rimanenti andranno perdute) e poi un altro per inserire quello nuovo, con bonus se si centra il punto giusto della barra durante la pressione.
Importante anche la schivata, la quale permette di coprire distanze considerevoli ed è dotata dei tanto amati frame di invulnerabilità. La miscela ottenuta rimanda per certi versi alla formula vincente di Kamiya e dei suoi titoli in Platinum, fatta eccezione per il corpo a corpo che qui, salvo piccole eccezioni, manca. L’assenza, in ogni caso, è perfettamente giustificata. È uno shooter con elementi bullet hell e l’approccio migliore rimane quello tattico. I nemici hanno un’intelligenza artificiale efficientissima, per cui lanciarsi con foga a testa bassa significa suicidio assicurato. Tenendo conto dei pattern articolati e ben distinti di mob e boss, dal design notevole, serve per forza di cose un’attenta pianificazione. Pensatelo come un Hotline Miami ad ampio raggio, dove ogni minima mossa può essere decisiva.
Synthetik offre un gameplay piacevolissimo
I livelli sono procedurali e di media dimensione, chiaramente disseminati di nemici e oggetti anch’essi randomizzati. La meta viene rappresentata da un portale grazie a cui raggiungeremo la locazione successiva ed eventualmente il boss finale. Trattandosi di un roguelite avremo a che fare con la permadeath e l’unico modo di “salvare” i progressi sarà raccogliere potenziamenti, monete con cui sbloccare nuovi armamenti nel menu principale e accumulare esperienza per salire di livello. In questo senso di scelta ce n’è in abbondanza, e infatti la personalizzazione in Synthetik spicca per completezza e profondità. Non solo potremo migliorare arsenale, abilità e gadget in dotazione alle quattro classi di robot disponibili ma anche aumentare o diminuire la difficoltà delle run attraverso degli interessanti modificatori (bonus, malus, effetti aggiuntivi) che cambiano radicalmente le carte in tavola.
Detto questo, tenete ben presente che abbiamo a che fare con un titolo parecchio hardcore. Specialmente le prime partite vi vedranno alle prese con difficoltà di non poco conto, dovendo anche imparare a padroneggiare le meccaniche e accumulare un pizzico d’esperienza per migliorare gli equipaggiamenti. È impegnativo, talora fino al ragequit. Gradita, a tal proposito, la presenza di una modalità cooperativa online a due giocatori. Di gente online se ne trova, forse le latenze sono un tantino alte ma in linea di massima si riesce a giocare.
Tecnicamente, Synthetik si presenta in modo egregio. Lo stile low poly 2,5D e le tonalità fredde gli conferiscono un look riconoscibile e funzionale, essendo privo di rumore grafico potenzialmente dannoso nelle sezioni di gioco più concitate. La soundtrack si compone di tracce dal tono industrial e futuristico, in linea con il tema della produzione. Diciamo che il comparto tecnico, nel suo insieme, sposa perfettamente il tono sci-fi del setting regalando al giocatore una gradevole immersione in un mondo ostile dominato dalle macchine.
Synthetik risulta particolarmente profondo e impegnativo
Alla fine della fiera, possiamo bollare il titolo di Flow Fire Games come l’ennesima gemma nascosta dal cumulo di letame presente su Steam. Paradossalmente gli sviluppatori avrebbero fatto meglio a pubblicare soltanto su console, magari Switch, metodo che si è già dimostrato superiore in termini di profitti per molti studi indipendenti. A prescindere dalla piattaforma, comunque, Synthetik è un esempio di game design calibrato al millimetro, uno dei migliori nel suo genere, che vale assolutamente la pena di essere provato da tutti gli appassionati di shooter e roguelite. Costa appena 15€, dunque seguite il mio modesto consiglio e non lasciatevelo sfuggire. Tanta roba, come si suol dire al giorno d’oggi.