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Take-Two fonda divisione per giochi indie, diventiamo buoni all’improvviso?

Take-Two ha appena dato vita a una divisione pensata per finanziare e accompagnare le piccole produzioni indipendenti. Non so se mi spiego.
Take-Two, publisher noto per frasi infauste come “we are undermonetizing our customers“, ovvero “non stiamo ottenendo abbastanza denaro dai nostri clienti“, ha aperto una divisione per supportare gli studi indie. Ok? Take-Two.
La stessa Take-Two che non si azzarda a toccare Grand Theft Auto da anni perché sta facendo i miliardi con GTA Online. Take-Two!

L’idea è di siglare dei contratti per dare una mano agli indie più promettenti, in maniera tale da aggiudicarsi una fetta della torta. Con ogni probabilità è una decisione dettata dai fenomeni indipendenti che hanno investito il mercato PC negli ultimi anni, iniziando con Minecraft, passando per ARK e arrivando a produzioni recenti come Stardew Valley o PlayerUnknown’s Battlegrounds. Alcuni tra i più dirompenti successi dell’industria moderna sono partiti come titoli indie, capaci di diventare veri fenomeni di costume nel giro di pochi mesi.

Electronic Arts si è mossa per prima con i suoi EA Originals, adesso è il turno appunto di Take Two. Dal loro punto di vista è sicuramente una buona opportunità per far soldi spendendo pochissimo.
La nuova etichetta si chiamerà Private Division, che a quanto pare è il risultato di oltre due anni di studi, analisi e pianificazioni segretissime.

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Fe, il primo degli EA Originals

Tra gli sviluppatori coinvolti ci sono veterani con nomi altisonanti alle spalle, tra cui Assassin’s Creed, Fallout, Halo, Battlefield e lo stesso sviluppatore Obsidian Entertainment, noto per il bellissimo Pillars of Eternity.

Il capo della nuova etichetta, Michael Worosz, ha dichiarato:
Nessuno tra i manager di Take-Two dirà mai a questi ragazzi come dovrà essere il loro prodotto o come lo si dovrà giocare. Starà agli sviluppatori decidere giorno per giorno la forma da dare al loro gioco.

In pratica questi team sottoporranno le loro idee e, se Private Division le riterrà valide, finanzierà i progetti occupandosi anche di marketing e pubblicazione. Gli introiti andranno ripartiti in base ai diversi contratti.
Né Private Division né Take-Two otterranno i diritti di sfruttamento delle nuove IP, che rimarranno di fatto indipendenti.
Un tantino meno indipendenti saranno invece gli sviluppatori, che a conti fatti potranno fare affidamento sul denaro messo a disposizione dal publisher. A questo punto direi che la definizione di “indie” diventa un minimo aleatoria.

Ad ogni modo, credo sia importante non convincersi che Take-Two abbia avuto una sorta di vocazione divina che la spingerà all’ascetismo. E’ un publisher, e come tutti i publisher è interessata a far soldi, è quanto deve fare una qualsiasi azienda. Non c’è un improvviso cambiamento di morale, molto semplicemente Take-Two ha fiutato delle opportunità di guadagno nel circuito indie.
Non è affatto una mossa sbagliata, basti pensare a quanti milioni di dollari sta guadagnando Nintendo su Switch con le sole royalties. Strategicamente è una mossa che ha senso. La vera domanda è se noi, come utenti finali, possiamo effettivamente guadagnarci qualcosa.
E la risposta è sì.

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Sia gli indie che le piccole produzione hanno bisogno di più visibilità

Il mercato indipendente soffre al momento di una totale mancanza di selezione da parte di… beh, di chiunque. Steam è diventato nel corso degli anni una sorta di bordello dove regnano caos e confusione. Ogni giorno decine e decine di nuovi prodotti vengono spalati sullo store di Valve. Nella maggior parte dei casi si tratta di porcherie che non hanno alcun motivo di esistere. Le rare eccezioni finiscono soffocate dalla massa di giochi inutili, senza riuscire a raggiungere potenziali clienti.
Proprio i giocatori sono ormai molto scoraggiati, informarsi sul panorama indie è fondamentale per non incappare in prodotti che sono a tutti gli effetti delle truffe digitali. Personalmente credo che se non esistesse la sezione Trending di SteamSpy mi sarei già sparato nella faccia.


Pensate sempre con la vostra testa

Avere gruppi come Square Enix Collective o questo Private Division impegnati a selezionare i giochi più promettenti può senza dubbio avere effetti positivi sull’industria. Anche nel caso in cui gli editori facessero sentire la propria voce con gli sviluppatori, la cosa non sarebbe automaticamente negativa. Non dimentichiamo infatti che tanti nuovi team sono composti da esordienti, non hanno idea di come fare marketing o come ripartire al meglio i fondi, in qualche caso la parola di chi ha più esperienza può essere positiva.
Nessuno vuole avere a che fare con indie farciti con loot box e micro transazioni, questa è con ogni probabilità la preoccupazione più grande. Per adesso è comunque vero che i giocatori si stanno facendo sentire, c’è una percezione molto negativa delle micro transazioni. Publisher e sviluppatori dovranno tenerne conto, non rischieranno di far crollare le proprie azioni di Borsa com’è avvenuto con Electronic Arts.

Al momento accogliamo quindi positivamente la nascita di questa Private Division, senza però farci troppe illusioni sulle finalità di Take-Two. L’importante è che continuiamo a pensare con la nostra testa e che evitiamo di farci abbindolare da frasi studiate ad hoc per fare un’impressione positiva. Il loro obiettivo è guadagnare anche a costo di ingannare, il nostro compito è difenderci facendo lavorare i neuroni.

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