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The Outer Worlds – Recensione | Finalmente su Steam

Dopo un periodo di esclusività temporale su Windows Store ed Epic Store, il bellissimo The Outer Worlds debutta finalmente anche su Steam. È quindi un buon momento per Microsoft per spingere un po’ sul marketing, e rilanciare uno dei migliori giochi di ruolo degli ultimi anni. Perché Obsidian – si sà – difficilmente sbaglia il tiro. Nella nostra recensione scopriremo come questo sviluppatore sia, ad oggi, uno dei più forti asset della piattaforma Xbox.

The Outer Worlds – Recensione

Dopo il fantasy tradizionale dei Pillars of Eternity e l’eccellente Tyranny, Obsidian opta per lo sci-fi, passando dai precedenti CRPG al WRPG di The Outer Worlds. Il setting è un sistema solare dominato da una sorta di mega corporazione commerciale, che controlla i cittadini col potere del denaro. Il nostro personaggio viene risvegliato casualmente da un criminale, che interrompe la nostra ibernazione, durata un tempo sorprendentemente lungo. A questo punto potremo quindi immergerci in un editor piuttosto approfondito e realizzare il nostro avatar. Potremo scegliere non solo i diversi elementi estetici, ma anche le predisposizioni lavorative, la capacità di mentire e intimidire nelle conversazioni, l’inclinazione all’hacking, ai diversi tipi di combattimento e molto altro.

The Outer Worlds non è un vero e proprio open world, ma ci permette di esplorare aree decisamente vaste attraverso un’impostazione grafica in prima persona. Il gioco è composto da una serie di macro-aree non strettamente correlate le une con le altre. Ciascuna di esse ha i propri problemi, con una serie di abitanti che ci chiederanno di intervenire e dare una mano nelle loro questioni. La qualità della scrittura e dei dialoghi è convincente, mentre la struttura appare da subito particolare. Non si delinea immediatamente un cattivo di turno, ma si tratteggia questa mega corporazione commerciale, la maniera in cui sfrutta i propri dipendenti disprezzandone il valore umano. Ciascuno dei pianeti o delle installazioni umane che visiteremo ha una storia di solito non correlata alle altre. Questo ci permette di immergerci all’interno di veri e propri capitoli a se stanti, tutti molto validi. C’è un filo narrativo generale che tiene tutto insieme, ma per la maggior parte del tempo ci si perde all’interno di queste avventure auto-conclusive di assoluto spessore. Questo sarà particolarmente apprezzato da chi ama i CRPG tradizionali.

Potremo decidere in che modo comportarci, come risolvere le dispute, con chi schierarci quando più parti saranno coinvolte. Rispettando la tradizione ruolistica, i nostri comportamenti determineranno il modo in cui saremo percepiti da parte degli NPC. Le conversazioni prevedono scelte multiple in abbondanza, arrivando anche a 5 opzioni diverse. Le strade che potremo intraprendere includono l’intimidazione, la menzogna, la capacità di affascinare l’interlocutore, l’intuizione per empatia di verità nascoste e altro ancora. Alla sarà possibile arrivare a 3 finali differenti, con una ventina di variabili addizionali.

La libertà offerta nell’affrontare l’esperienza si traduce anche in un’esplorazione piacevole, grazie soprattutto a un design degli ambienti molto curato. In The Outer Worlds ci si sente invogliati a varcare ogni porta chiusa, andando alla ricerca di un computer da hackerare, di una cassaforte da forzare, o magari di qualche documento nascosto da leggere che ci permetterà di approfondire la lore del gioco. Questi ultimi sono scritti molto bene, e danno spazio a un sarcasmo spesso crudo e intelligente, che accompagna l’intera narrazione. In questo si crea un contrasto molto particolare: abbiamo personaggi che tante volte sembrano grotteschi, caricature di se stessi, all’interno di un contesto che per molti aspetti dovrebbe essere drammatico. Immaginatelo come una variante più realistica dello stile estremo di Borderlands. Funziona, e funziona alla grande.

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Naturalmente ci imbatteremo anche in tanti nemici, dalle creature aliene ad esseri umani appartenenti a fazioni avverse, a robot non esattamente amichevoli. Il sistema di combattimento prevede sia armi corpo a corpo che altre dalla distanza. Potremo giocare come preferiamo, migliorando la nostra abilità con le armi da mischia, quelle pensate per una distanza ravvicinata o quelle a lunga gittata. Saremo anche liberi di migliorare eventuali bonus legati allo stealth, qualora volessimo affrontare le situazioni in maniera più tattica. Ciascuna arma può inoltre venire potenziata e personalizzata montando delle mod che ne modificano alcuni dei tratti o influenzano il tipo di danno inferto. Detto in due parole, in The Outer Worlds si combatte, c’è tanta profondità e una notevole libertà nella personalizzazione. Non c’è la quantità tipica di un looter shooter ovviamente, ma la carne al fuoco è davvero tanta.

Uno degli elementi più riusciti di The Outer Worlds è il sistema dei companion. Dopo averli sbloccati potremo infatti portare con noi in esplorazione altri due personaggi. Ci assisteranno in combattimento, ma avranno anche un ruolo più attivo nella componente ruolistica del gioco. Durante le missioni potrebbero ad esempio contribuire con dialoghi extra, avranno una personalità piuttosto approfondita e delle relazioni con il nostro personaggio.
I nostri companion saranno personalizzabili in modo approfondito. Potremo infatti modificarne il comportamento in battaglia, le abilità, i tratti distintivi e via dicendo. Non è un vero e proprio micro-management, ma una gestione che ha il suo perché e che si innesta in maniera coerente nella struttura del gioco.

Il motore grafico del gioco lavora bene, e accompagna una direzione artistica che è uno spettacolo per gli occhi. Le ambientazioni sono sempre molto ispirate, ricchissime nei colori e nei dettagli, e si prestano ad essere apprezzate in alta definizione, se possibile su un monitor gaming ultrawide. Il colpo d’occhio è notevole, specie incrementando il field of view in base alle possibilità del display e della vostra scheda video. I designer di Obsidian hanno creato una notevole diversità, che aiuta a percepire l’esperienza come fresca. Ovviamente tutto questo ben di dio ha un prezzo e, se vogliamo gustarci la grafica al massimo del suo potenziale, è necessario disporre di una scheda video di fascia alta. È comunque tutto scalabile, quindi non avrete problemi anche trovandovi in fascia media o in fascia bassa, è sufficiente regolare le impostazioni e soprattutto le proprie aspettative.

Consigliato


The Outer Worlds è uno dei migliori WRPG degli ultimi anni. Obsidian non si smentisce mai, e riesce a creare anche questa volta un universo affascinante, un universo che è un piacere da scoprire ed esplorare. La struttura della storia permette di immedesimarsi in una grande varietà di situazioni, che danno spazio all’elemento ruolistico e consentono di modificare il corso degli eventi con una certa libertà d’azione. Perfino la componente più action dei combattimenti risulta molto rifinita, e si accompagna senza sbavature a un sistema di companion che è la ciliegina sulla torta di una produzione di altissimo livello.

Pregi Difetti
  • Storia piacevole, situazioni coinvolgenti
  • Sarcasmo che tende al grottesco, molto riuscito
  • Tanta libertà nei dialoghi
  • Eccellente sistema companion
  • Sistema di combattimento rifinito
  • Direzione artistica eccellente
  • Alcuni potrebbero trovare la storia frammentaria
  • Si nota un certo riutilizzo degli asset che causa ripetitività ambientale




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