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Una cospirazione mediatica contro gli indie?

Da paladini della frangia indie del mercato, ci rallegra osservare il successo di titoli minori pubblicati senza distributori di rilievo.
Non a caso la nostra linea editoriale si prefigge di dare più spazio al mondo indipendente in svariati modi. Si va da recensioni a videorecensioni di titoli pressoché sconosciuti, a speciali ad-hoc. Nella rubrica L’occhio sugli indie diamo visibilità a giochi che non siamo riusciti a recensire per motivi di tempo.
Spesso, tuttavia, ci capita di percepire un comportamento diametralmente opposto sui siti più importanti, anche nostrani. In genere questi dedicano meno del 25% degli articoli giornalieri a progetti indie, preferendo coprire l’universo mainstream.
Quali potrebbero essere i motivi di questa particolare reticenza? Cerchiamo di scoprirlo in modo razionale avanzando alcune ipotesi e proponendo eventualmente delle soluzioni.

Pankapu

In linea di massima, il pubblico che si rivolge ad un sito videoludico professionistico da 100.000+ accessi unici mensili lo fa per leggere anteprime e recensioni di giochi tripla A usciti/in uscita nel breve termine.
Considerato il costo sempre maggiore dei suddetti titoli, il consumatore sceglie di informarsi prima così da evitare brutte sorprese.
Ecco il motivo principale per cui i grandi portali preferiscono focalizzarsi sui prodotti di punta, blockbuster come Battlefield e FIFA.
L’interesse di una larga fetta d’utenza si limita, come detto poc’anzi, al mainstream. Ciò significa ignorare gran parte degli elementi presenti nella sezione indie, ritenuta erroneamente una sorta di seconda classe.
Ma si tratta in fondo di un circolo vizioso. Se i media non iniziano ad “educare” il pubblico proponendo più coverage di produzioni minori degne di nota, la situazione è destinata a rimanere la medesima.
Il dramma dei piccoli studi che non riescono a portare alla luce il proprio lavoro è reale. Gli esempi sono molti e toccano lavori ottimi come Ghost 1.0, il recentissimo Pankapu e tanti altri.
Bisognerebbe chiedersi se siano davvero necessari dieci articoli quotidiani dedicati all’annuncio del Red Dead Redemption 2 di turno. Magari si potrebbe spendere qualche parola su un indie promettente in uscita, visto che ormai abbondano.

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E invece no. Si preferisce sfruttare l’hype, stilare listoni tipo “le 5 cose da fare, i 10 segreti, i 12 pincopallino” del tripla A del momento.
A recensire la miriade di indie pubblicati settimanalmente su Steam ci pensano siti e blog alternativi, i pochi canali Youtube interessati all’argomento, forum di appassionati nonché gli stessi utenti della piattaforma Valve i cui pareri, però, non sono sempre così affidabili.
Basta farsi un giro sugli store digitali per scovare perle passate inosservate e destinate all’oblio. Ed è solo colpa dell’assenza di copertura mediatica.
Non parliamo soltanto di PC ma dell’intero mondo console, anch’esso investito (seppur meno violentemente) dal fenomeno indie. Negozi come PS Store e Xbox Live hanno una grossa responsabilità, dedicando le homepage ai soliti volti noti prezzati 69,99€.
Con un minimo di impegno si farebbero emergere valanghe di titoli digitali eccelsi dai costi contenuti. Qualsiasi giocatore potrebbe ampliare i propri orizzonti videoludici, se volesse.
Lo ripetiamo: secondo noi è una questione di educazione, se non addirittura di par condicio.

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A difesa delle testate più importanti possiamo comunque dire che di rado si trova il tempo di fornire copertura alla maggioranza dei giochi indipendenti, specialmente in relazione alla loro quantità straripante.
Di sicuro il fattore appeal, ovvero il fascino suscitato dal titolo sul giornalista, è fondamentale ma occorre tenere a mente che non tutti sono in grado di scremare i prodotti con potenziale dalla spazzatura.
Agli sviluppatori consigliamo di essere originali nel marketing, di mandare email e codici review ad ogni sito specializzato in circolazione (anche quelli minuscoli) e di rivolgersi, se possibile, alle agenzie PR di cui il web sta fortunatamente riempiendosi.
Si tratta di consigli spassionati da parte di una redazione che ha davvero a cuore la crescita del mondo indie. Crediamo alla superiorità dei contenuti sulle apparenze, del gameplay sulla grafica, del genio sregolato sul monotono perfettibile.
Ci auguriamo di vedere un miglioramento nella qualità e nella varietà dell’informazione delle testate giornalistiche specializzate, una rinnovata voglia di rendersi partecipi del potenziale successo di piccoli team di sviluppo o almeno di concedergli un posto anche minuscolo tra l’infinità di articoli votati ciecamente al culto del mainstream.

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