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Xbox One X non sarà una una vera console 4K: gli inganni del marketing

Quando Microsoft dichiarò che Scorpio sarebbe stata in grado di gestire “6 teraflop” cominciai ad avere qualche dubbio. Non per la potenza di calcolo in sé, ma perché l’azienda americana ha voluto mettere subito in chiaro una cosa. Scorpio (o Xbox One X) non sarebbe stata una console per tutti, avrebbe avuto un prezzo elevato. Il motivo era la volontà di non scendere a compromessi dal punto di vista tecnico.
Microsoft sapeva bene che PlayStation 4 Pro non avrebbe potuto gestire dei videogame in 4K nativo. Xbox One X è stata decantata da subito come l’unica console “davvero 4K”, senza soluzioni ibride come il checkerboard rendering. Per chi infatti non fosse al corrente, PlayStation 4 Pro renderizza i giochi a risoluzione 2K o poco più, utilizzando poi un espediente per ottenere una grafica simil-4K. Il risultato è ottimo, ma inferiore rispetto a un 4K nativo come avviene su PC.

Siamo stati dunque convinti che Xbox One X sarebbe stata la prima vera console 4K. Abbiamo guardato una presentazione all’E3 2017 dove “true 4K” è stato il mantra dominante.
Abbiamo ammirato le demo dei giochi, tutto bellissimo. Poi è arrivato Digital Foundry con le sue analisi approfondite. E abbiamo scoperto che sì, il 4K nativo c’è, almeno per quanto riguarda i videogame prodotti internamente.
Ok, Forza Horizon 7 corre a 2160p (4K) e 60 frame al secondo. Ma con Assassin’s Creed Origins Xbox One X usa il medesimo checkerboard rendering di PS4 Pro. Stesso discorso per Anthem, la nuova IP di Bioware. Non è una tragedia, perché visivamente sono videogame già impressionanti. Ciò che fa incazzare è il lavaggio del cervello per convincerci che la vera esperienza 4K sarà solo su Xbox One X, mentre è palese che questa macchina sia “solo” più performante di una PS4 Pro.

Forza Motorsport 7 gira a 60FPS e risoluzione 4K nativa

Questa sarà la console più potente sul mercato, la differenza con la controparte Sony sarà marcata. Detto questo, fare discorsi come “non siamo scesi a compromessi” e “costa 500 euro perché è l’unico modo per avere i videogame in vero 4K” è semplicemente offensivo nei confronti dei consumatori. Non è la verità. E di volta in volta questi signori non si fanno problemi a ignorare i fatti raccontandoci quello che in fondo vogliamo sentirci dire. Volete il 4K? Arriva Mark Cerny e ci spiega che PS4 Pro è la prima console 4K, poco male se ci arriviamo col checkerboard rendering. Volete il 4K nativo? Ci pensa Phil Spencer, ma dovete sborsare 100 dollari in più, necessari per non scendere a compromessi. Volete le terze parti su Wii U? Ci pensa Nintendo a dimostrarvi che questa volta ci saranno, ecco i video di Batman e Darksiders.

Nessuna di queste aziende è intenzionata a perdere denaro. Che il nome sia Sony, Microsoft o Nintendo l’interesse primario è il profitto, ed è giustissimo che sia così. Lo stesso vale ovviamente per publisher e sviluppatori. Quante volte abbiamo visto promesse infrante in fase di sviluppo? No Man’s Sky ce lo siamo già dimenticato?
Il vero problema è quando in nome dei soldi ci si sente autorizzati a raccontare stronzate ai consumatori.
Xbox One X non sarà una console in grado di gestire in maniera costante il 4K a 60 frame al secondo. Senza dubbio alcuni giochi gireranno come promesso, ma saranno una minoranza. Bisogna considerare infatti gli sviluppatori, che non avranno sempre il denaro per ottimizzare su piattaforme poco diffuse. I costi sono sempre più gravosi, su PC i videogame meno ottimizzati perché la potenza di calcolo permette una certa elasticità. Su console è un discorso molto diverso.

No Man’s Sky, emblema delle promesse infrante

no man's sky nrsÈ comunque indubbio che Xbox One X e PlayStation 4 Pro si aiuteranno vicendevolmente. Avere due piattaforme di questo tipo spingerà senza dubbio i publisher a investire qualcosa in più. E’ una conseguenza diretta della più ampia base installata. Subito dopo la presentazione di Xbox One X è stata annunciata una versione potenziata di The Witcher 3 anche per PS4 Pro. Non penso che sia un caso.
Più macchine simili significano anche spese più ammortizzate, gli editori lo sanno bene. C’è solo da augurarsi che almeno le major sfruttino a dovere le possibilità dell’hardware.

Il nocciolo della questione comunque resta: il marketing “impone” un plagio elaborato ai danni del consumatore. In alcuni casi tenersi informati e leggere da più fonti aiuta a difendersi. In tanti altri l’informazione non è però sufficiente. Le testate giornalistiche tendono a non fare una critica troppo aggressiva nei confronti delle grandi aziende. Si minerebbe il rapporto, il che significherebbe meno soldi, meno pubblicità, giochi da recensire che arrivano in ritardo o che non arrivano affatto. Ho lavorato per anni in questo settore, purtroppo dall’interno è veramente uno schifo. C’è corruzione, ci sono “regali” da parte dei publisher, ci sono minacce, ricatti e quant’altro. In poche parole il mondo dei siti di videogame e di recensioni è dominato da atteggiamenti pesantemente mafiosi. E mi sto riferendo purtroppo ad alcuni dei nomi più importanti dell’industria. Tutto dimostrabile, se poi ci si accolla quanto ne consegue.

A buon intenditor poche parole =)

UbisoftL’unica è ovviamente pensare con la propria testa. Abbiate la lucidità di constatare che le terze parti, su Wii U, non sono arrivate. Ammettete che PlayStation 4 Pro il 4K nativo non lo vede nemmeno da lontano. Quando vi dicono che il gaming su PC è il migliore controllate la qualità delle conversioni. E se Microsoft vi parla di 6 teraflop, informatevi su cosa siano questi benedetti teraflop. Usate il forum di neogaf, cercate dove c’è competenza. “Teraflop” non significa nulla, se il termine non viene accompagnato da altre informazioni. Non è un’unità di misura per le prestazioni di una scheda video. Il 4K non è migliore del Full HD se non è accompagnato da una buona interpolazione. Una fotocamera da 20 megapixel non è meglio di una da 8 se non prende abbastanza luce. E 10 teraflop non sono meglio di 5 se l’architettura è diversa.

Dubitate di tutto, ciascuno fa i propri interessi.

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