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The Legend of Zelda: Twilight Princess HD Recensione | Rimasterizziamo

Twilight Princess HD ha ai miei occhi un compito davvero pesante sulle spalle. The Legend of Zelda è in assoluto la mia serie di videogame preferita e, per una serie di motivazioni personali e assolutamente non oggettive, Twilight Princess è stato il capitolo che mi ha più appassionato all’interno di questa serie, dopo averne finito più volte ciascun singolo gioco, ed avendo passato la mia infanzia con i primi due episodi rilasciati su NES. Questa versione rimasterizzata di Twilight Princess è indice di una Nintendo che sembra essere salita sul carro dei porting in Full HD e, a seguito degli splendidi risultati raggiunti con la revisione di Wind Waker su Wii U e di Majora’s Mask su 3DS, tocca adesso all’ultimo episodio della serie apparso su GameCube.

The Legend of Zelda: Twilight Princess HD – Recensione

Data di uscita: 04/03/2016
Versione recensita: Wii U
Disponibile su: Wii U
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: €59.99

Twilight Princess HD è una versione in alta definizione (1080p) del gioco originale, un adventure in terza persona caratterizzato da una fortissima enfasi sull’esplorazione e sulla risoluzione di enigmi via via più complessi, senza togliere spazio ai combattimenti contro avversari più o meno minacciosi.
Inutile dirlo, vestiremo i panni di Link, in un’avventura molto classica e allineata con gli standard settati da Ocarina of Time in avanti.

L’originale Twilight Princess è stato rilasciato circa 10 anni fa, dunque le meccaniche non sono proprio vicinissime a quelle degli adventure moderni. Non avremo a che fare con un mondo di gioco open, ma vi saranno piuttosto delle macro aree da esplorare liberamente, in base anche agli oggetti in nostro possesso. Dimentichiamoci anche indicatori chiari sulla mappa che ci dicano dove dobbiamo dirigerci per proseguire nella storia, Twilight Princess HD fa comunque parte della vecchia scuola, il che significa esplorazione, un certo procedere per tentativi, parlare con i personaggi, domandarsi come fare per procedere, per raggiungere una determinata area, magari sfruttando i consigli appresi da un NPC.

La storia è con ogni probabilità la più epica mai vista in un capitolo di Zelda, sia grazie alla sceneggiatura che all’ottima direzione registica delle scenette, che all’impatto emotivo di numerosi momenti, ma anche grazie a Midna e Zant, rispettivamente il comprimario più riuscito dell’intero franchise e uno dei cattivi più cazzuti.
Proprio la sceneggiatura pecca purtroppo sul finale. Non faremo spoiler di alcun tipo, ma oggi così come dieci anni fa abbiamo trovato l’introduzione di un personaggio fin troppo forzata all’interno della trama. Il finale soffre insomma di una mancanza di coerenza, con un’aggiunta gratuita e un’eliminazione che a nostro parere non ci stava (se avete giocato l’originale avrete capito di cosa stiamo parlando).

The Legend of Zelda: Twilight Princess HD – Trailer di lancio

I toni ricordano parecchio Majora’s Mask e in parte A Link to the Past, con un’atmosfera molto più cupa rispetto al solito, esattamente opposta rispetto a quanto visto ad esempio in The Wind Waker o in Skyward’s Sword. Ciò è possibile soprattutto grazie all’implementazione della versione Twilight del mondo, una sorta di variante oscura simile a quella vista su Super Nintendo, dove gli avversari saranno diversi, e dove le sembianze di Link muteranno in quelle ormai arcinote di un lupo.

Se avete avuto la fortuna di giocare alla versione GameCube del titolo originale, saprete che i controlli non risentono in alcun modo dell’assenza di Wiimote: che siate Link in versione umana o in variante lupo riuscirete a muovervi con grande precisione, potrete modificare la telecamera a piacimento, usare una visuale in prima persona che fa sempre comodo e, volendo, sopperire alla mancanza del puntatore di Wiimote mentre utilizzate rampino e arco aiutandovi con lo schermo del GamePad. Per semplificare ulteriormente le cose, l’inventario sarà gestito direttamente tramite touch screen, dunque non sarà necessario mettere in pausa il gioco. Se poi avete voglia di imbacuccarvi a letto sotto le coperte potrete giocare tranquillamente usando come schermo il controller stesso, un’esperienza davvero piacevole a dispetto della bassa risoluzione del pannello.

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Come vuole la tradizione, Twilight Princess HD ha un cuore che si compone in prevalenza dai bellissimi dungeon realizzati dal team di Eiji Aonuma, tra i migliori (nonché più impegnativi) della serie. La bellezza di alcuni enigmi è sottolineata dal fatto che a ben 10 anni di distanza dal mio personale playthrough ricordavo ancora come risolvere i più difficili tra questi, tanto mi avevano colpito al momento della release originale (o, “tanto mi avevano fatto sclerare prima che li risolvessi”).
Le ambientazioni dei dungeon ricalcano quelle tipiche viste nei precedenti capitoli del franchise, tra acqua e lava, fino a finire nel palazzo dell’aria. In totale dovremo metterci alla prova in 9 capolavori di ingegneria e game design, un pezzo di storia dei videogame e un’esperienza che raccomandiamo caldamente a tutti.

Sfortunatamente, Nintendo non ha in alcun modo cambiato gli elementi più deludenti della produzione, chiari già al momento del lancio: Twilight Princess HD soffre purtroppo di combattimenti fin troppo facili, sia dentro che fuori dai dungeon, boss inclusi. Se dunque cercate il livello di sfida delle sorelle Twinrova di Ocarina of Time o di Shadow Link in Zelda 2 (glitch a parte -_-) rischiate di rimanere delusi. In linea di massima potremmo dire che il livello di difficoltà è simile a quello di Wind Waker, che però era in qualche modo più giustificato perché accompagnato da una veste grafica che faceva pensare (erroneamente) a un pubblico meno adulto.

Ad ogni modo, i controlli con Link in versione umana sono variegati, il target dell’obbiettivo fa ovviamente il suo ritorno (sapete che il primo gioco a implementarlo in qualsiasi genere fu proprio Ocarina of Time?), tornano spada e scudo, la possibilità di rotolare, schivare di fianco, indietreggiare con capriola o attaccare in salto. In versione lupo le nostre opzioni saranno molto più limitate, ma la regia e la ritmica dei combattimenti sanno comunque rendere l’esperienza gratificante. Ai tempi della release originale, Twilight Princess dovette scontrarsi con un gioco che ne fece impallidire il sistema di combattimento durante le fasi in forma di lupo: parliamo ovviamente di Okami, capolavoro senza tempo rilasciato su PlayStation 2 da Clover Studio, sviluppatore ormai defunto. Oggi, non essendovi una reale concorrenza, tutto appare in qualche modo più apprezzabile.

Il tempo è stato buono anche con l’esplorazione ambientale e con le missioni secondarie, presenti in grande quantità considerato che parliamo di un adventure e non di un gioco di ruolo occidentale.
Per quanto infatti non si parli di un open world, gli sviluppatori sono stati bravi nel riempire il mondo di gioco con una enorme quantità di attività secondarie e di personaggi caratterizzati in maniera eccellente, che alla vista potranno addirittura apparire come grotteschi, una caratteristica che accompagna questa serie fin dai tempi di Ocarina of Time.
Si tratta tuttavia di un art design notevole, che probabilmente non raggiunge i picchi visti in Majora’s Mask, ma che comunque è di ottimo livello. Perdersi tra i vicoli di Hyrule è insomma un piacere più che un problema, non si ha mai la sensazione di star sprecando il proprio tempo, perché ad ogni angolo e dentro ogni edificio potremo trovare qualcosa di particolare che ci impegnerà o ci affascinerà con il suo carisma.

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A parte il supporto al GamePad e alle novità di cui abbiamo parlato, Nintendo ha deciso di apportare qualche altra modifica a questa versione in HD del gioco.
In primis, il numero di gocce d’acqua da raccogliere in ciascuna macro area è scesa da 16 a 12: si tratta di un sistema di gating non molto apprezzato nel gioco originale, che costringeva ad esplorare in maniera approfondita ciascuna area alla ricerca di suddette, speciali gocce, al fine di riempire un contenitore. Le più difficili da raggiungere sono state rimosse per ridurre la sensazione di trovarsi di fronte a una mera operazione di farming.

Il colosso di Kyoto ha anche introdotto il supporto agli amiibo inerenti la serie, implementando una serie di modifiche e un contenuto extra (con l’amiibo di Wolf Link), una sorta di fossa simile a quella vista in Wind Waker o in alcuni episodi per DS dove dovremo uccidere un certo numero di ondate di nemici senza poterci curare. La ricompensa finale sarà un portarupie maggiorato, purtroppo quasi del tutto inutile in questo gioco, dato che il denaro ha un ruolo estremamente limitato rispetto, ad esempio, a Phantom Hourglass.
Gli altri amiibo permettono di semplificarci la vita o di rendercela più difficile: il modellino di Ganondorf serve a farci subire più danni quando saremo colpiti, ruolo simile a quello della nuova modalità Eroe, pensata per chi cerca un livello di sfida più impegnativo.

Siamo rimasti molto delusi da tutte queste novità: la fossa dove otterremo il portarupie è stata troppo a lungo spacciata da Nintendo per un vero e proprio nuovo dungeon, e la ricompensa è quasi del tutto inutile.
Il livello di difficoltà di un qualsiasi prodotto non dovrebbe mai significare “se ti colpisco ti faccio più male”, ma dovrebbe piuttosto portare a rifiniture sull’intelligenza artificiale, rifiniture che in questo caso sono del tutto assenti.

Parlando di tecnica infine il lavoro svolto da Nintendo non va oltre la sufficienza: ci sono i 1080p, è vero, numerose texture sono state ridisegnate da zero, ok, ma i modelli poligonali continuano ad essere palesemente troppo semplici rispetto alle superfici degli stessi e, per qualche motivo, in fase di sviluppo qualcuno si è dimenticato dell’implementazione dell’occlusione ambientale, del tutto assente: mancano ombre, e ne mancano tantissime, cosa resa molto più evidente in alta risoluzione di quanto non fosse nella versione originale.

Per finire, il framerate ci è apparso meno granitico rispetto a quanto provato su GameCube e Wii. Se ai tempi la fluidità appariva a occhio di 30 frame al secondo costanti, ci sono stati più casi in cui questo remake è sceso (sempre a occhio, non ho fatto misurazioni precise) intorno alla ventina, probabilmente a causa di alcuni effetti che il sistema ha difficoltà a gestire in alta risoluzione. Il problema sarà evidente in particolare nelle ambientazioni all’aperto con presenza di nebbia volumetrica, di per sé non pesantissima, ma evidentemente di difficile gestione per Wii U.
Oh, e la colonna sonora, è rimasta compressa, niente roba orchestrata per qualche motivo.

Conclusioni
The Legend of Zelda: Twilight Princess HD è un pezzo di storia e, se non avete giocato al gioco originale, è un’ottima occasione per correre ai ripari, se apprezzate gli adventure e non avete pregiudizi verso un’impostazione che non vi guida per mano verso la meta successiva.
I difetti restano quelli della produzione originale, ovvero una sceneggiatura che a nostro parere “sbaglia” sul finale operando una scelta discutibile, e un sistema di combattimento da lupo che non raggiunge i livelli di concorrenti ormai comunque passati alla storia (Okami).
Alcune delle novità introdotte sono molto gradite – su tutte la possibilità di giocare dallo schermo del GamePad – ma tecnicamente non siamo pienamente soddisfatti, a causa della mancanza dell’occlusione ambientale, ombreggiature non migliorate e un framerate inferiore rispetto a quello del gioco originale. Le novità lato amiibo sono inoltre un tantino offensive, con un non-dungeon praticamente inutile, e la possibilità di rendere il gioco più difficile in maniera artificiosa.
Twilight Princess HD ha alla base uno dei migliori adventure di sempre, dunque anche con questi difetti non possiamo che raccomandarlo a tutti gli appasionati.
Valutazione

8.5
+ Level design magistrale
+ Storia intrigante e buoni ritmi
+ Splendidi Midna e Zant
+ Sistema di combattimento ancora buono
+ Ottima longevità e tantissimi contenuti
+ Molte texture rifatte da zero
+ Giocabile sullo schermo del paddone!
– Una cruciale scelta di sceneggiatura discutibile sul finale
– Alcuni oggetti poco sfruttati
– Comparto tecnico non straordinario
– Colonna sonora non orchestrata (nonostante fosse già pronta)
– Implementazione amiibo deludente
– Modalità Hero deludente

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