fifa 19

Electronic Arts sfida il Belgio sulle loot box, e andrà malissimo

Electronic Arts è come una confezione di gelatine tutti i gusti +1: non sai mai lo schifo che ti capiterà. Sai solo che ci sarà da vomitare. In effetti, citazioni a Harry Potter a parte, consideriamo questa azienda interessante da un punto di vista squisitamente antropologico. Riuscire ad essere in grado di peggiorare una reputazione che rasenta lo zero assoluto non è da tutti. Per fortuna EA conta su un team di laureandi del CEPU che hanno messo a punto strategie elaborate e assolutamente efficaci. Fortunelli!
Di che parliamo stavolta? Ma di loot box, naturalmente. Sì, perché la nostra Evil Corp. del mondo dei videogiochi sembra non essersi messa il cuore in pace riguardo alle sanzioni previste in Belgio. Non c’è che dire, il masochismo dimostrato dall’azienda è invidiabile.

Giusto per fare un piccolo riassunto delle puntate precedenti, dovete sapere che la commissione gaming belga aveva fatto approvare delle leggi contro il gioco d’azzardo rivolte anche ai videogiochi. Loot box e micro transazioni ingannevoli erano gli obiettivi principali. Secondo il parlamento i sistemi gacha con contenuti generati casualmente sono equiparabili alle slot machine. Questo perché offrono ricompense casuali e costituiscono un serio pericolo per bambini e persone a rischio di dipendenza. Non fa una piega.

Vi avevamo poi raccontato di come i principali publisher abbiano dovuto adeguarsi a malincuore alle norme istituite in Belgio. D’altronde le pene previste per la violazione delle suddette leggi comprendevano reclusione e multe milionarie. Ladri sì ma scemi no. Qualcuno ha provato a protestare, altri hanno semplicemente recitato la parte delle vittime, altri ancora si sono ridotti a supplicare gli utenti di lamentarsi con i politici locali. Una bella dimostrazione di come persino un colosso finanziario possa essere patetico.

electronic arts logo nrs

Electronic Arts è possenza, Electronic Arts è amore.

Nessuno, comunque, si era permesso di osteggiare la commissione belga. O, per meglio dire, nessuno dotato di un cervello. Infatti salta fuori che Electronic Arts abbia rifiutato di rimuovere le loot box da FIFA 18 e dichiarato di volerle inserire anche all’interno di FIFA 19. I belgi, che non si fanno prendere per i fondelli, avrebbero già accusato formalmente Electronic Arts di contravvenire alle leggi e sarebbero pronti a iniziare l’iter processuale del caso. La palla è già passata al consiglio di Stato, che deciderà se accogliere l’istanza della commissione e punire penalmente il publisher.

Secondo noi le chance di vedere il CEO Andrew Wilson in lacrime sono piuttosto alte. Stando ad alcune uscite recenti, il suo cavallo di battaglia sembra essere il fatto che i giocatori sanno quanti oggetti riceveranno da un forziere. Proprio come nel caso delle figurine dei calciatori Panini!
Attenzione, non quali ma quanti. E c’è una bella differenza. Lo spiega lo stesso procuratore Peter Naessens, chiarendo che Panini stampa lo stesso numero di figurine per ogni calciatore. Non si tratta di una roulette tra comuni, rare e leggendarie in stile FIFA 18.

Naessens aggiunge inoltre che i videogiochi hanno perso ogni traccia di innocenza. Ci sono utenti che buttano via migliaia e migliaia di euro, finendo talvolta sul lastrico. Il dovere della commissione è rispondere alle famiglie preoccupate e alla community di videogiocatori incazzati. L’obiettivo sarà eradicare il gioco d’azzardo e le pratiche predatorie al di fuori dei casinò. Secondo il procuratore le probabilità di vincere sono alte ma in caso di sconfitta la commissione modificherà la legge. In pratica si inseriranno delle diciture specifiche per vietare le loot box in maniera inequivocabile. Capito che palle d’acciaio hanno i politici in Belgio?

FIFA 19. (Pallone venduto separatamente).

Da qualunque prospettiva si guardi la situazione, Electronic Arts ha mezzo piede nella fossa. Stanno agendo d’impulso, in preda al panico di fronte a una notevole perdita economica. Hanno commesso il gravissimo errore di rendere il gioco d’azzardo la loro fonte primaria di guadagno, in stile Konami. Non avevano previsto che dall’oggi al domani avrebbero potuto prenderlo per via rettale se solo la politica si fosse minimamente interessata. I soliti geni. Pensate che circa il 67% dei ricavi totali di Electronic Arts proviene dagli acquisti digitali. Le loot box in particolare rappresentano una quota significativa in quella percentuale. Figuratevi che da sole garantiscono al publisher entrate maggiori rispetto alla vendita di titoli come Battlefield e Anthem.

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Speriamo di vederli soccombere in Belgio e, in futuro, anche in altri paesi. Bisogna che la smettano di pensare di essere immuni alle leggi solo perché appartengono all’industria dei videogiochi. Piuttosto pensino a modi alternativi e onesti se vogliono soldi extra. Che so, offrire espansioni di qualità in stile CD Projekt Red oppure proseguire con il modello degli acquisti in app ma in titoli free to play. Il punto è che non si accontentano di guadagnare il giusto fidelizzando il cliente. No, vogliono spremergli fino all’ultimo centesimo e festeggiare insieme agli investitori bevendo Dom Perignon dentro le limousine rivestite in oro. E chiamateli stronzi.

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