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Microsoft e Take Two vogliono farci una colonscopia

Avarizia e disonestà sono due tra le principali virtù che i nostri festosi publisher non smettono mai di sfoggiare. Oggi parliamo in particolare di Microsoft e di Take Two, che ultimamente hanno attirato la nostra attenzione.
Non passa giorno che non ci arrivi almeno un piccolo schizzo di merda quando si parla di tripla A, specialmente dei multiplayer definiti live service, ovvero la nuova gallina dalle uova d’oro. E dire che siamo sulla buona strada per quanto riguarda l’eliminazione delle loot box dai videogiochi, merito di Paesi con le palle quadrate come il Belgio e del casino provocato dai geni di Electronic Arts con Battlefront 2.

Ovviamente i nostri dissociati mentali di fiducia in giacca e cravatta non si fanno scoraggiare da così poco e continuano a elaborare piani stile Ocean’s Eleven per guadagnare qualche soldino in più da spendere nell’acquisto di una nuova Volvo a basse emissioni.
In questo Microsoft ha ben poco da invidiare ai rivali, essendo uno dei pionieri in campo micro transazioni. È una notizia fresca quella della presenza di acquisti in app dentro Halo Infinite, il prossimo live service in esclusiva Xbox One e PC Windows. Non è una sorpresa, francamente, considerando che anche Halo 5 utilizzava metodi simili per puntare al nostro ano.

Ma ciò che ha fatto discutere è l’annuncio di lavoro con cui Microsoft ha aperto la posizione di direttore del design online in 343 Industries. La figura dovrebbe occuparsi di integrare micro transazioni e parti del piano business dell’azienda in game, gestendo la componente social in ottica live service. Nei requisiti figurano poi il saper coinvolgere l’utenza e stimolare la passione verso il franchise di Halo attraverso le micro transazioni, frase che ricorda molto il celebre “pride and accomplishment” di Electronic Arts.

Microsoft e 343 Industries non hanno chiarito sulla questione loot box di Halo Infinite

Non è che per caso notate anche voi dei divertentissimi paralleli con Destiny? No perché se ne sono accorti anche altri fan della serie, che hanno giustamente bersagliato di tweet i dipendenti di 343 Industries. Per fortuna è arrivata tempestiva la risposta di Chris Lee, mega boss dello studio, che ha rassicurato gli utenti promettendo che non ci saranno loot box venduti per soldi reali. Naturalmente una dichiarazione del genere non significa un cazzo.
Primo: “al costo di soldi reali” non significa che i loot box non saranno presenti.
Secondo: non specifica il tipo di micro transazioni adottate.
Terzo: in genere i loot box li compri con la valuta di gioco, che compri con soldi reali. In Destiny i loot box si comprano con l’Argento, non con gli euro/dollari. Ma indovinate un po’ con cosa si compra l’Argento? Hohoho.

Fa riflettere che oramai si parli di DLC e acquisti in app ancor prima dell’uscita di un trailer di gameplay. Questo la dice lunga sullo stato dell’industria dei videogiochi. Con l’avvento dei live service, prodotti sviluppati al solo e unico scopo di lucrare sul lungo periodo, i publisher hanno lasciato cadere la maschera. Così, senza dignità. Prima monetizziamo, poi forse pensiamo a riempire il titolo di contenuti validi. E in effetti, rimanendo in casa Microsoft, basti dare un’occhiata al lancio di Sea of Thieves per capire il loro modus operandi.

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Nonostante l’ottimo supporto dello sviluppatore, Microsoft ha gestito male il lancio di Sea of Thieves

Per lo meno, comunque, nel caso di Halo Infinite, Microsoft e gli sviluppatori sono stati un minimo trasparenti. Non come Rockstar e Take Two, con in mano un prodotto praticamente finito di cui si sa poco e nulla. Marketing anche questo, visto che tanto il giocatore medio gli compra la roba a scatola chiusa. Apple insegna, del resto. Buon per loro, anche se si tratta di un pessimo esempio. Per come la vediamo noi quasi nessuno nel mondo dei videogiochi merita fiducia cieca.

Specialmente Take Two, un’azienda marcia fino al midollo che vorrebbe prenderci in giro anche stavolta fingendo di non voler rilasciare Red Dead Redemption 2 su PC. In una recente intervista Rockstar avrebbe infatti dichiarato che il titolo non arriverà assolutamente sui computer seguendo dunque la scia del primo capitolo. Chiaramente è una cazzata di proporzioni monolitiche. Sappiamo benissimo quanto gli piacciano i soldi, in particolare quelli ricavati dalle micro transazioni. I profitti di GTA V e GTA V Online su Steam parlano da sé. Non li rifiuteranno.

Si tratta solo dell’ennesimo tentativo di prenderci per il culo con il double dipping. Vogliono prima massimizzare le vendite delle versioni console e poi spillarci altri 60€ 6 mesi o un anno dopo per comprare la versione PC con la grafica pompata. Perché possono farlo. Sanno che esistono utenti incapaci di aspettare e altri facilmente abbindolabili con la bugia del “tanto non arriverà su PC”. Per non parlare di chi lo compra due volte, per la scienza. Qui è meglio non commentare.

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Le aspettative di vendita per Red Dead Redemption 2 sono altissime

Qual è la morale della storia? Che si tratti di Microsoft, Sony o Nintendo, non preordinate, non comprate a scatola chiusa e non fidatevi mai dei publisher. Aspettare qualche giorno, settimana, mese, non vi cambia nulla. Informatevi, analizzate bene cosa state andando a comprare e solo alla fine tirate fuori i bigliettoni. Se vi stanno sul culo le micro transazioni smettete di supportare i giochi che le utilizzano, oppure giocateci ignorandole. Se siete stanchi della furtività di Rockstar non preordinate i suoi titoli e recuperateli usati, altrimenti all’uscita su PC. Le alternative ci sono sempre, il potere è nelle vostre mani. Non lasciatevi fregare dai publisher.

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