Nioh 2 recensione

Nioh 2 – Recensione | Un tripudio di varietà, difficoltà e Yokai

Dopo aver debuttato su PlayStation 4 il 13/03/20, Nioh 2 è finalmente approdato in versione completa con i 3 DLC anche su PC (Steam) e in adattamento next-gen su PS5. Sequel dello spietato ed amato Nioh, uscito nel 2017, la nuovissima produzione Team Ninja introduce non poche novità senza perdere di vista l’essenza principale. Addentriamoci quindi nella nostra analisi di Nioh 2 in questa recensione completa della versione PC.

Nioh 2 – Recensione: Vasto e brutale come non mai

Ambientato nel Giappone del tardo XVI secolo, Nioh 2 narra le vicende di un umano dalle radici demoniache soprannominato Hide e dei suoi compagni. Grazie alle sue singolari origini il protagonista è in grado di trasformarsi in Yokai, esseri caratteristici della tradizione e delle leggende nipponiche. Il tutto si articola in 9+1 regioni, DLC inclusi, ognuna con 3 missioni principali e circa una dozzina di secondarie. Sebbene fino a metà gioco principale sia impegnativo riuscire a seguire la trama – complice il doppiaggio non localizzato in italiano – le redini della storia si riallacciano piacevolmente una volta che si giunge a 3/4 circa. Risulta inoltre d’aiuto leggere le descrizioni dei vari oggetti e alcune note che troveremo in giro, considerato che il rischio di confondersi tra i vari nomi è più che reale.  In ogni caso, tutto ciò comporta un notevole miglioramento rispetto al primo capitolo, dove era a dir poco ostico restare al passo con gli avvenimenti.

Sguainate la katana, o le asce, o la kurigasama, o quel che vi pare

Essendo un action-RPG, per alcuni versi Soulslike, il combattimento sarà il principale elemento costituente. In Nioh 2 avremo a disposizione ben 11 armi da mischia e 3 per il combattimento a distanza, che solo a primo impatto potrebbero sembrare poche. Soffermandoci sulle prime, il vero nucleo del gameplay, è un’impresa titanica riuscire a far comprendere quanto queste siano invece variegate ed approfondite. Per ogni tipo dei 10 presenti, che variano da falci saettanti a kurigasama affilati ed alle immancabili katane, passando poi per martelli, accette e persino simil-tirapugni, avremo 4 impugnature. Anche tralasciando la quarta, di riposo, le altre 3 consentono di scegliere il perfetto equilibrio tra velocità d’attacco e danno, modificando anche l’aspetto dell’arma stessa. Se ciò non dovesse sembrare abbastanza basta ricordarsi che per ogni stance vi sono una decina di abilità, sbloccabili con punti ottenuti semplicemente usando l’arma. Facendo pochi, semplici calcoli si può stimare la presenza ben oltre 500 abilità, delle quali soltanto alcune passive, incluse anche quelle del personaggio stesso o ottenibili solo da alcuni boss specifici.

Hide potrà inoltre fare affidamento sulle sue conoscenze della Magia Onmyo e delle Tecniche Ninjustsu, altri skill-tree con alcuni tra i poteri più utili. Potrete infatti scagliare proiettili dai vari danni elementali o applicare unguenti avvelenati o paralizzanti alle vostre armi, e questo è solo la punta dell’iceberg. Questi ultimi funzioneranno come consumabili, con la differenza che si ricaricheranno (in base alle vostre statistiche e scelte) al primo Altare presso cui riposerete. Gli Altari in questione sono i classici falò dei Soulslike, punti in cui riorganizzare il proprio equipaggiamento e fare un respiro profondo prima di tornare a liberare il Giappone dal Male. Causano anche il respawn dei nemici tuttavia, boss esclusi, e non permettono di viaggiare tra di loro in quanto sono relativi solo alla missione in corso.

Come accennato precedentemente sono presenti anche le armi per il combattimento a distanza, che tuttavia appaiono molto meno sviluppate. La sensazione di scagliare una freccia non si avvicina lontanamente a quella reale, né sparare con il fucile appare minimamente verosimile. E’ tuttavia una mancanza che appare accettabile a fronte di tutto quello che andremo a vedere in termini di contenuto del gioco.

L’arma più forte è ancora una volta la pazienza

Chiunque abbia già giocato al primo capitolo lo saprà sicuramente, Nioh è bastardo nell’anima. Nemici al limite dell’ingiusto, trappole lungo il cammino, boss mastodontici e capaci di schiacciarci come mosche sono solo alcune delle difficoltà che incontreremo. Nonostante il primo capitolo sia (discutibilmente) più difficile, Nioh 2 non è neanche lontanamente una passeggiata, soprattutto finché non si è presa un po’ la mano. A volte può risultare persino frustrante dover tentare di superare un’area o un boss dopo innumerevoli morti, ma Team Ninja ha pensato anche a questo. E’ infatti stato introdotto un sistema di matchmaking multiplayer che permette di chiedere aiuto ad altri giocatori, casuali o vostri amici, nei momenti di necessità. Tuttavia ricordate che ha un costo in termini di item, e che non significa che potrete bere una bibita fresca sul divano e lasciar fare tutto all’altro. Nel caso in cui non doveste trovare gente, Nioh 2 permette di evocare fantasmi di altri player posizionati appositamente da questi ultimi per fornire assistenza. In questo caso è bene notare però che il costo è notevole, e che l’IA alleata non è paragonabile a quella dei nemici: sono semplici scudi umani in pratica.

Per fortuna, durante alcune missioni, il gioco stesso prevede che riceviamo l’aiuto di alleati e questi riescono spesso a rivelarsi fondamentali. Essendo parte costituente del livello la loro immortalità è garantita, e basterà andare a rianimarli velocemente quando dovessero venire sopraffatti. Sebbene sia uno dei punti che fa pendere l’ago della difficoltà verso Nioh 1, la loro presenza è tutto meno che spiacevole. Infine è possibile affrontare interamente in coop scenari a nostra scelta, ma in questo caso saranno resi ben più ardui e il successo andrà guadagnato a caro prezzo.

Volendo fare una piccola digressione, è lodevole l’impegno degli sviluppatori nel riproporre la loro visione delle leggende giapponesi senza stravolgerle. Spiriti, mostri, esseri e persino boss sono presenti tutti (o quasi) all’interno dei libri folkloristici nipponici e sono spesso sovrapponibili. Per gli appassionati delle terre Orientali sarà un piacere immergersi nella lettura delle varie descrizioni, ed io stesso ho acquistato due libri a gioco ultimato.

Nioh 2 si comporta da fratello maggiore

Graficamente parlando Nioh 2 ricicla parecchi, forse troppi, asset e concept già visti nel suo predecessore, per quanto fornisca un generale restyling. I colori appaiono molto più vividi e coinvolgenti, e per quanto l’impressione visiva generale non sia sempre spettacolare è anche vero che il tempo per stare fermi ed ammirare il panorama è praticamente inesistente. Ciononostante avremmo sicuramente apprezzato l’introduzione di qualche design in più per quanto riguarda gli ambienti soprattutto, che così scadono nell’eccessiva ripetizione. Anche la colonna sonora, per quanto non brutta, è generalmente lontana dai livelli di coinvolgimento che possono vantare altre produzioni videoludiche. I boss tuttavia appaiono ispirati ed unici, e se nel primo capitolo erano principalmente umani qui fronteggeremo soprattutto creature abnormi e terrificanti.

nioh 2 recensione

Se tuttavia il legame con Nioh 1 è evidente all’occhio, è molto meno percepibile nel gameplay. Per quanto concerne la sovramenzionata possibilità di trasformarsi in Yokai, esistono 3 tipi di demoni in cui potremo tramutarci. Lo Spettro, per teletrasportarci e cogliere il nemico di sorpresa; il Feroce, per muoverci con velocità ed attaccare rapidamente; il Bruto, infine, per massacrare di botte chiunque ci si pari contro (si nota che è il nostro preferito?). Ognuna delle varie forme possiede qualche abilità ed attacco speciale, e sono tutte personalizzabili esteticamente nell’editor personaggio. A tal proposito, quest’ultimo è uno dei più dettagliati e profondi che si siano mai visti nelle produzioni videoludiche, con la possibilità persino di importare concept sviluppati da altri. Tornando agli Yokai, va menzionata l’introduzione del Burst Counter, ovvero un contrattacco con una finestra temporale ridottissima. Se eseguito correttamente tuttavia, questo è in grado di procurare danni ingenti al nemico attaccante. Tutto ciò va però sfruttato con cautela, in quanto sia quest’ultima meccanica che la trasformazione in demone consumano una barra che si ricarica con non poco sforzo.

…ma ha un tenero cuore da RPG

Se fino ad ora l’ultima produzione Team Ninja è sembrata vertere più sui tratti di un action Soulslike, è il momento di ribilanciare la questione. Nioh 2 è forse uno dei titoli RPG più profondi mai rilasciati a causa di infinite statistiche da monitorare e build, ovvero “schemi di equipaggiamento”, da poter progettare. Come prima cosa è possibile aumentare le proprie 8 caratteristiche con l’Amrita, la valuta di gioco ottenuta sconfiggendo nemici, ognuna fino al lv 200. Le nostre scelte influenzeranno l’efficacia delle varie armi, dal momento che ognuna è correlata a 2 o 3 di questi parametri. Ogni pezzo di equipaggiamento, non solo armi e armature, ha un grado di rarità che determina quanti e quali perk esso possiede. Banalmente ciò significa che potremmo trovare la stessa arma 100 volte ed ogni volta utilizzarla con una diversa build, e ciò si applica ad ogni singolo elemento ottenibile in-game. Inoltre potremo sfidare i Redivivi, fantasmi di altri giocatori, e magari ricevere proprio ciò che questi indossano (senza comunque rimuoverli al player di turno).

Non è sicuramente il primo titolo ad implementare una scelta del genere, ma quasi nessuno ha concesso una tale libertà di personalizzazione. Oltre a tutto ciò infatti, i nemici uccisi hanno una possibilità di lasciar cadere un Nucleo d’Anima (con perk casuali), ovvero una sorta di ultimo ricordo. La loro utilità è notevole in quanto sbloccano attacchi caratteristici dei mostri che li hanno droppati, e diventa particolarmente soddisfacente infliggere le stesse sofferenze subite da alcuni boss magari. Fino a 3 di tali Nuclei possono poi essere equipaggiati al nostro Spirito Guardiano selezionato, ovvero all’entità che rende possibile la trasformazione in Yokai. Ancora una volta è il caso di tenere sott’occhio le statistiche di ognuno di questi e degli Spiriti a cui li fondiamo in quanto, se le combinazioni possono essere infinite, quelle consigliate potrebbero non esserlo. Tra quasi 40 Spiriti ed altrettanti Nuclei comunque non sarà difficile trovare quella che più si adatta alla nostra build e/o stile di gioco.

Una longevità indiscutibilmente invidiabile

Insomma ci perdonerete se vi abbiamo spaventati con tutta questa mole di parametri da monitorare, ma è giusto per rendere onore alla profondità del sistema sviluppato in Nioh 2. In ogni caso potete stare tranquilli poichè per completare il gioco la prima volta non sarà necessario tutto ciò, servirà solo armarsi di seria pazienza. Una volta finita la storia, che dura oltre 50 ore se vi dedicate anche alle missioni secondarie (consigliate), comincerà invece una seconda run. E’ qui che i veri fan potrebbero collocare il vero inizio del gioco in quanto da adesso in poi sarà essenziale sviluppare una build per affrontare il Giappone ancora una volta. Nelle intenzioni di Team Ninja, il giocatore dovrebbe portare a termine Nioh 2 ben 5 volte per poter sbloccare le rarità di equipaggiamento più ambite. Al contrario di molti Soulslike, ogni run qui è totalmente diversa dalla precedente con nemici che acquisiscono nuove abilità e modificatori, e cambiano luoghi di spawn. Insomma se anche credete che il New Game + non faccia per voi vi suggeriamo di dargli una chance, potrebbe (quasi sicuramente) sorprendervi.

Come se tutto ciò non fosse abbastanza, diverse altre meccaniche del gioco si rendono utili nei gradi di difficoltà superiori. Le Pergamene ad esempio, e le Pietre, consentono di avere ulteriori potenziamenti passivi nel corso delle nostre avventure. L’elemento che tuttavia diventa indispensabile è il Fabbro, nostro alleato, in grado di modificare in maniera spropositata il nostro equipaggiamento. Tentare di spiegarne il funzionamento sarebbe da folli, è talmente profondo e interessante che meriterebbe una guida a parte. Quello che ci sentiamo di dire è di dare una chance a tutte le meccaniche di Nioh 2, persino le più secondarie o nascoste, anche nei successivi completamenti. Se è vero che all’inizio può sembrare quasi un’overdose di contenuti, andando avanti tutto sembrerà mescolarsi dolcemente e appartenere davvero ad un’unica produzione.

Consigliato


Paradossalmente, nonostante questa lunga analisi, possiamo garantirvi che abbiamo appena scalfito la superficie. Nioh 2 è un titolo dalle potenzialità estreme e, sebbene talvolta possa risultare ripetitivo in alcuni frangenti, è uno dei giochi con il migliore rapporto qualità prezzo. Un grado di personalizzazione estremo, incommensurabile, e un’accuratezza storica invidiabile (per quanto inverosimile nelle tematiche) lo rendono un capolavoro. Se è vero che si culla sopra asset grafici del suo predecessore è comunque innegabile che abbia introdotto una mole inimmaginabile di novità. Personalmente riteniamo che il prezzo sia più che giustificato, il vincolo è invece rappresentato dalla difficoltà. Nioh 2 raggiunge picchi elevatissimi di sfida, e bisogna esserne consapevoli prima di intraprendere questo viaggio. Se, nonostante tutto, decidete di acquistarlo, non possiamo che augurarvi che vi piaccia anche solo un terzo di quanto ha colpito noi…

Pregi Difetti
  • Grado di personalizzazione estremo ed incredibilmente soddisfacente;
  • Atmosfera nipponica ricreata con attenzione;
  • Longevità estrema, con contenuti endgame anche una volta terminato il gioco più volte;
  • Tutto perfettamente amalgamato, nonostante l’ingente mole di contenuto;
  • Difficile ma soddisfacente, in grado di regalare emozioni indimenticabili;
  • Giapponese e inglese unici doppiaggi, bisogna accontentarsi dei sottotitoli in ITA;
  • Eccessivo riciclo di nemici e oggetti da Nioh 1;
  • Inizialmente risulta (parecchio) difficile orientarsi nei vari menù a disposizione;

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