Nvidia e la manipolazione delle recensioni

Negli ultimi giorni è esploso un vero e proprio caso nel mondo dell’hardware. Gamers Nexus ha fatto saltare il coperchio su quello che sembra essere un sistema tossico messo in piedi da Nvidia per controllare e indirizzare le recensioni delle sue schede video. Dopo il loro video, si sono esposti altri content creator importanti, tra cui JayzTwoCents (4,2 milioni di iscritti) e Hardware Unboxed (oltre 1,1 milioni). Tutti confermano lo stesso schema: recensioni condizionate, minacce più o meno velate e una gestione sempre più autoritaria del rapporto con la stampa e gli influencer.

JayzTwoCents è stato tra i più espliciti. Ha raccontato cosa è successo con la RTX 5060, una scheda molto discussa per la dotazione di memoria, ritenuta insufficiente per i giochi moderni. Jay ha detto chiaramente di non averla voluta ricevere perché sapeva già come sarebbe andata a finire: se avesse accettato il sample, Nvidia gli avrebbe chiesto di focalizzarsi sulla tecnologia di frame generation e di evitare test più realistici che avrebbero messo in luce i limiti evidenti della scheda.

Il punto centrale della questione è che Nvidia, prima ancora di mandare i sample, fa capire a creator e stampa che se non seguiranno certe linee guida per le recensioni, non riceveranno più nulla. Non si tratta solo di “suggerimenti” su cosa testare: Nvidia impone risoluzioni, impostazioni grafiche, driver specifici e persino i giochi da usare. È un modo per falsare i risultati e dare una visione distorta delle performance, impedendo confronti reali e imparziali.

Ma la parte più inquietante arriva quando si scopre il meccanismo con cui Nvidia tiene sotto controllo l’intero ecosistema. Ogni produttore di schede video (Asus, MSI, Gigabyte, ecc.) che lavora con Nvidia è costretto a comunicare regolarmente a chi invierà i sample per le recensioni. Questo succede anche con AMD e Intel, ma mentre loro usano queste informazioni per tracciare l’andamento delle review, Nvidia le sfrutta per esercitare un vero e proprio diritto di veto.

Jay spiega che Nvidia mantiene una blacklist di content creator sgraditi. Se, per esempio, Gigabyte vuole mandare una GPU a Linus Tech Tips, ma Nvidia ha deciso che Linus è “nemico”, può intervenire e bloccare l’invio impedendo le recensioni. Questo nonostante la scheda in questione sia stata prodotta da Gigabyte, che ha comprato i chip con soldi propri. Se l’azienda non si adegua, Nvidia può punirla riducendo la fornitura di chip. Si passa magari da 1000 unità a settimana a 500 o meno, con danni enormi per il business.

Questa politica ha avuto conseguenze molto concrete. Uno degli esempi più noti è quello di EVGA, storico partner esclusivo di Nvidia. Dopo anni di rapporti sempre più tesi e forniture ridotte, EVGA ha deciso di uscire completamente dal mercato delle schede video, sbattendo la porta. La causa? Proprio le pressioni e i ricatti subiti.

Secondo Jay, uno dei problemi di fondo sarebbe l’ego smisurato del CEO di Nvidia, Jensen Huang. Nel corso degli anni è passato da manager appassionato a figura quasi caricaturale, sempre sotto i riflettori con il suo giubbotto di pelle e i finti scudi di wafer. Jay racconta che tempo fa, ai tempi della serie GTX 1080, Nvidia lo stimava al punto da mandargli rappresentanti in aeroporto pur di incontrarlo. Ma già allora qualcosa non tornava: uno dei due incaricati mostrò preoccupazione per il tono ironico con cui Jay voleva trattare la recensione. L’altro, più equilibrato, gli disse che non spettava a loro decidere come dovesse fare i video. Un atteggiamento che, evidentemente, oggi non esiste più.

Un altro episodio chiave è quello del 2020, quando Nvidia ha messo nella blacklist Hardware Unboxed. Il motivo? Non seguivano le “regole” imposte dall’azienda, in particolare per quanto riguarda ray tracing, all’epoca ancora in fase embrionale. La serie RTX 2000 aveva appena introdotto questa tecnologia, ma i giochi compatibili erano pochi e il calo di performance era enorme. Hardware Unboxed lo disse chiaramente, e per tutta risposta vennero tagliati fuori.

Da quel momento in poi, secondo Jay, il rapporto tra Nvidia e i recensori indipendenti ha iniziato a deteriorarsi in modo irreversibile. È come se Nvidia avesse smesso di credere nella forza dei propri prodotti e avesse iniziato a voler manipolare il racconto attorno ad essi.

Eppure, Nvidia ha ancora un vantaggio tecnologico reale. Le sue soluzioni in termini di DLSS, riduzione della latenza e frame generation sono superiori a quelle di AMD e Intel. Ma il problema, oggi, è un altro: i prezzi. Nelle ultime due generazioni le GPU Nvidia sono diventate sempre più costose, senza che i miglioramenti tecnologici giustificassero del tutto l’aumento. L’hardware è cresciuto poco, anche perché siamo ormai al limite fisico con i chip a 3 nanometri. Il vero progresso si sta spostando sul lato software, ma lì il salto non basta a giustificare certe scelte commerciali.

E così, per difendere margini e vendite, Nvidia ha scelto la strada più pericolosa: controllare l’informazione, isolare i critici e costruire una narrazione su misura. Ma questa strategia sta iniziando a scricchiolare. I creator parlano, il pubblico ascolta, e la fiducia comincia a sgretolarsi.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *