Recensione: Silence – Daedalic incontra Telltale

Che Daedalic ci abbia abituato ad avventure di un certo livello è indubbio, basti vedere con che cura sono state create le appassionanti saghe di Deponia e The Dark Eye, entrambe fiori all’occhiello dello studio tedesco. L’amore di questi sviluppatori per i punta e clicca li ha portati oggi ad essere un vero e proprio punto di riferimento nel genere, purtroppo dimenticato in larga parte dai giocatori.
Probabilmente dal bisogno di raggiungere un pubblico più grande nasce Silence, il tanto atteso sequel di The Whispered World. Sospinto da un comparto artistico fuori dal comune e da una struttura fortemente story driven, il titolo punta ad offrire un’esperienza magica e commovente a utenti di ogni età. Analizziamolo da capo a coda.

Silence

Uscita 15 Novembre 2016
Lingua Italiano
Piattaforme PC, PS4, One
Versione recensita PC
Prezzo al lancio 29,99€

In Silence seguiamo le vicende di Noah e Renie, due fratelli giunti misteriosamente ed all’improvviso in un mondo incantato. Tale luogo, un tempo idilliaco, è ora martoriato dall’invasione di creature maligne che hanno disseminato ovunque morte e distruzione. Per salvare il regno e tornare nel proprio mondo i protagonisti dovranno risalire alla fonte del male e distruggerla.

Se come premessa narrativa non sembra granché originale, sappiate che purtroppo non brilla nemmeno dal punto di vista strutturale. Innanzitutto lo storytelling è sempre molto vago e trascura diversi dettagli anche abbastanza rilevanti ai fini della comprensione. Secondariamente la stragrande maggioranza del cast riveste un ruolo insignificante nello svolgersi degli eventi se non quello di riempire uno spazio recitando battute dozzinali perlopiù indifferenti allo spettatore. Davvero un gran peccato, in fondo due dei tre personaggi principali, ovvero Renie e Spot, sono al contrario riuscitissimi.
La storia appare poi priva di equilibrio. Sarà perché dura poco (5 ore), sarà per la gestione altalenante dei ritmi narrativi, chissà. Sta di fatto che solo l’incipit e i due finali risultano degni d’attenzione, essendo carichi di un pathos genuino capace persino di commuovere. Il resto, però, non è proprio pervenuto.

Parliamo adesso di gameplay, per quanto possa essere utile approfondirne l’analisi in un punta e clicca.
Silence si distanzia dal predecessore ponendo l’accento, come detto poc’anzi, sulla semplificazione votata all’accessibilità. In sostanza basterà interagire con l’ambiente circostante per risolvere gli enigmi, non sarà necessario combinare oggetti fra loro o risolvere equazioni matematiche alla maniera degli Zero Escape.
Non esistendo un inventario, va di pari passo il fatto che il livello di difficoltà dei puzzle sia piuttosto scarso. Tuttavia questo non ha precluso agli sviluppatori di inserire una meccanica intelligente, quella attivata dall’abilità mutaforma di Spot (un adorabile bruco), il quale può divenire all’occorrenza sottiletta e palloncino per aiutarci a superare alcune sezioni. Gradita anche la presenza di piccoli minigiochi basati sui movimenti del mouse, mai banali e anzi spesso alquanto divertenti.

renie-fighting-seekers

Si tratta dunque di un sistema di gioco semplice, forse troppo, che tutto sommato a noi non è dispiaciuto ma non siamo sicuri se lo stesso potrà valere per i fan di The Whispered World, decisamente più profondo sotto questo aspetto.

Il punto forte di Silence va invece ricercato nell’espressività del suo comparto artistico, a tratti mozzafiato.
Siamo davanti a una vera macchina da screenshot, un esempio di 2D art così ispirata da ipnotizzare persino gli occhi più smaliziati grazie a paesaggi fiabeschi ricchissimi di dettagli, colorati in modo impeccabile e animati con perizia. Meno belli i personaggi in 3D, un tantino poveri a livello poligonale, tuttavia il risultato finale è senza dubbio incantevole. La soundtrack si dimostra anch’essa all’altezza e accompagna elegantemente l’avventura con le sue melodie soavi composte al piano. Buono, infine, il doppiaggio, disponibile in tedesco, inglese, cinese e polacco; sottotitoli finalmente anche in italiano.
In ambito tecnico non abbiamo riscontrato alcun problema: il gioco è stabile e non è mai andato sotto i 60 fps. Sul nostro SSD abbiamo comunque riscontrato dei tempi di caricamento decisamente lunghi per un gioco del genere, peraltro presenti ad ogni cambio di scenario. Di sicuro qualcosa da rivedere c’è, se non al day one per lo meno nei giorni seguenti al lancio.

In sintesi
Silence non è la classica avventura grafica made in Daedalic. Piuttosto le sue meccaniche semplificate la rendono più simile ai titoli Telltale, dove i puzzle impegnativi non sono di casa.
Strano, poi, che pur trattandosi di uno story driven l’attenzione al comparto narrativo si sia rivelata appena sufficiente, vista l’elaborazione abbozzata del corpo di una storia interessante solo nelle fasi iniziali e conclusive, ad ogni modo ben riuscite. Risollevano l’opera il comparto artistico d’eccellenza e alcune trovate interessanti in ambito meccanico, tra cui i minigiochi interattivi.
Considerandone la longevità, attestata sulle 5 ore, vi consigliamo di recuperarlo ai prossimi saldi di Steam.
Il rapporto qualità/prezzo (29,99€ al lancio) non è certamente -e ci duole dirlo- dei migliori.
Valutazione scala 1/10

6.8
+ Comparto artistico spumeggiante
+ Sprazzi di pathos
+ Sezioni scorrevoli, talora molto soddisfacenti
+ Renie e Spot sono adorabili
– Trama inconsistente
– Puzzle generalmente troppo facili
– Caricamenti a iosa
– 3D non impeccabile

*Recensione basata su una copia promo fornita dal publisher.*

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *