RoboPhobik – Recensione | Skynet in salsa italiana?

Quando si parla di una produzione italiana nel mondo dei videogiochi è sempre un piacere. Sapere che anche il nostro bel paese ci mette del suo per creare un videogame è qualcosa che ti fa salire il patriottismo! Oggi vi parliamo di RoboPhobik, produzione sviluppata da Haruneko Entertainment, una software house italiana che ha già pubblicato alcuni dei suoi lavori su Steam. Gli sviluppatori ci hanno gentilmente inviato una copia del gioco per PC Windows, dunque è il momento di tirare le somme nella nostra recensione.

RoboPhobik - Recensione della nuova produzione HarunekoRoboPhobik – Recensione

La storia prende piede negli anni ’70 e narra le vicende di un gruppo di scienziati alle prese con una ribellione robotica. Il luogo è una città chiamata City of Robots, che probabilmente non vincerà un premio per il nome più originale dell’anno. PAL 9000 – chiaro riferimento al classico di Kubrick – è una macchina che ha preso consapevolezza di sé, ribellandosi agli esseri umani e formando un proprio esercito personale.
Il nostro scopo sarà scongiurare suddetta ribellione, giocando nei panni di più scienziati. Dovremo quindi dovrà avventurarci nella città facendo tutto il possibile per liberare gli studiosi prigionieri e, nel frattempo, eliminare PAL 9000 assieme alla sua combriccola di scagnozzi robotici.
La trama non è originalissima, ma narra una storia fatta di gelosia, amore e tradimenti che, tutto sommato, si fa seguire. La narrazione verrà raccontata attraverso dialoghi testuali nelle scenette animate, e purtroppo il gioco è disponibile solo in lingua inglese.

Dopo aver parlato di una storia buona ma non eccezionale passiamo al gameplay, che è il vero punto forte del prodotto. RoboPhobik si basa su un principio semplice: i nemici si muoveranno solo se noi ci muoveremo. Questo concept ci ha ricordato un po’ anche il famoso Superhot. Il giocatore dovrà quindi ragionare per non rimanere incastrato nelle mappe labirintiche ed evitare morte certa. I nemici, infatti, ci seguiranno attraverso i livelli e non sempre sarà possibile evitarli o farli fuori tutti. Attenzione anche al respawn degli avversari, che potrà avvenire se ci avvicineremo troppo a certi elementi dello scenario dopo un certo lasso di tempo. Proprio il respawn è un elemento da considerare con attenzione, perché potrebbe portare a un numero eccessivo di avversari sparsi per tutto il livello, quindi delle situazioni davvero difficili da gestire.

Il gioco richiede quasi sempre un approccio piuttosto ponderato, dove la fretta sarà molto deleteria. Sbloccare la fine del livello e raggiungere quello successivo diventerà col tempo un’impresa non da poco. Le meccaniche di base sono facili da capire, ma è anche vero che il gioco risulta difficile da padroneggiare. Questo è vero specialmente dopo aver superato la prima metà dell’avventura, quando il level design inizierà a dare filo da torcere anche ai più navigati. Per fortuna ci verrà in aiuto la “Robopedia“, una sorta di guida dove troveremo informazioni utili sui diversi robot incontrati nell’avventura.

Proseguendo nella storia verranno sbloccati altri personaggi che si uniranno al party, ognuno con abilità e caratteristiche diverse. Si crea in questo modo un minimo di varietà nell’esperienza. I personaggi si potenzieranno automaticamente quando avanzeranno di livello, o quando salveremo gli scienziati in trappola nei diversi livelli. Una nota di merito per le boss fight, divertenti e complesse al punto giusto. Saranno in grado di mettere a dura prova i giocatori, soprattutto quando a schermo saranno presenti più boss da affrontare contemporaneamente.

Purtroppo RoboPhobik soffre di una certa ripetitività di fondo che rischia di stancare. La presenza di personaggi addizionali aiuta, ma solo in parte, perché manca la profondità necessaria per restare incollati allo schermo. Nello specifico, il gioco procede quasi sempre nello stesso modo: bisogna avanzare per sbloccare l’uscita del livello e passare al successivo evitando di farsi eliminare dai robot nemici. Si può anche provare a salvare tutti gli scienziati intrappolati nei livelli, ma la solfa rimane la stessa. Se cercate una buona sfida, però, con RoboPhobik sarete accontentati.

Per fortuna ci sono pochi bug da segnalare, a dispetto di una produzione che ovviamente non può vantare budget multi milionari. Ogni tanto capita qualche compenetrazione poligonale, qualche trappola che non funziona a dovere, ma nulla che rompa davvero il gioco o rovini l’esperienza in modo irreparabile.

Il comparto estetico è molto semplice. Abbiamo a che fare con una grafica molto leggera e modelli realizzati con pochi poligoni. Non aspettatevi quindi un impatto visivo da mascella a terra o da produzione tripla A da publisher internazionale.
Anche le impostazioni grafiche sono molto ridotte: risoluzione, sincronia verticale e poco altro.
La colonna sonora è, invece, più che soddisfacente, senza dubbio azzeccata per il genere di gioco, ed è inoltre acquistabile su Steam.

Consigliato

In definitiva, RoboPhobik è sicuramente un buon gioco, senza difetti macroscopici ma afflitto da una certa ripetitività. Ricordiamo però che è una piccola produzione, sviluppata da una sola persona! Purtroppo non è un videogame per tutti, ma si rivolge invece ad una nicchia di utenti piuttosto definita. In ogni caso, vi invitiamo a dargli un’occhiata provando magari la demo gratuita. Se il gameplay è nelle vostre corde vi invitiamo a considerarne l’acquisto (costa solo 10 euro in fondo). Concludiamo facendo i migliori auguri ad Haruneko per il suo nuovo lavoro, il migliore pubblicato fino ad oggi.

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