Robot Cache è un nuovo negozio online di videogame per PC che andrà a competere con Steam, GOG e Humble Store. Il punto di forza principale sarà la possibilità per gli utenti di rivendere i giochi acquistati in digital download. E’ la prima volta in assoluto che ci viene permessa una cosa del genere. Già in passato in tanti hanno cercato di speculare su eBay e Facebook vendendo codici di attivazione, ma questa è una splendida novità all’interno di uno store digitale vero e proprio.
Sfortunatamente sembra che ci saranno una serie di restrizioni, ma è innegabile che i giocatori siano sempre più sensibili alla questione dell’usato digitale, dato che il mercato si sta spostando sempre più verso l’acquisto online.
Ad ogni modo, il primo punto negativo è legato alla natura dei vostri guadagni. Rivendendo un gioco su Robot Cache non otterrete dollari né euro, ma Iron. E’ una criptovaluta basata su Ethereum, che in questo momento è una delle monete digitali più interessanti, anche in virtù del calo dei bitcoin.
Ovviamente sarete liberi di spendere Iron come più vi aggrada all’interno di Robot Cache, sia per comprare giochi nuovi dallo store che usati direttamente dagli altri utenti.
Potrete anche mettere a disposizione il vostro PC per “minare” la criptovaluta, una pratica che comunque in Italia non è conveniente a causa dell’alto costo dell’energia elettrica. Ovviamente dipenderà comunque dal valore dell’Ethereum in quel preciso momento.
Robot Cache permette di rivendere l’usato digitale ma con tante limitazioni
Non finisce qui: non sarete sempre liberi di fare il vostro prezzo per il gioco usato. Robot Cache permetterà infatti ai publisher di decidere il valore di vendita dell’usato, per non far svalutare in maniera eccessiva il nuovo. Tutto ciò non ha davvero molto senso.
Ancora meno sensato è il fatto che, una volta venduto il videogame, il giocatore otterrà solo il 25% del valore totale, mentre il 70% andrà al publisher e il 5% al negozio. Non è esattamente una bella cosa: se ho pagato per un oggetto non vedo per quale motivo io non debba essere libero di stabilire il prezzo sul mercato dell’usato, né perché io debba dividere i miei guadagni con il publisher che in quel momento non sta facendo assolutamente nulla. Posso capire la tassa da pagare allo store che mi permette la transazione, ma tutto il resto è a mio parere privo di logica.
Robot Cache promette tra le altre cose delle condizioni molto vantaggiose per publisher e sviluppatori indipendenti. Le royalties saranno infatti nettamente inferiori rispetto a quelle di tutti gli altri negozi digitali, fermandosi al 5%.
Per rinfrescare la memoria, ciascuno store impone delle tasse del 30% agli editori. Pagando ipoteticamente 100 euro per un gioco su PSN, 70 euro andrebbero al produttore, 30 euro andrebbero al negozio. Questa tassazione è ovviamente soggetta a modifiche in base a contratti stipulati per giochi specifici, ma in linea di massima funziona quasi sempre così. E’ una regola valida per tutti: negozi online per PC, per console e store ufficiali di iOS e Android.
Naturalmente dover pagare solo il 5% invece che il 30% è a dir poco interessante dal punto di vista di un publisher.
Il cambiamento è inevitabile, e dobbiamo dare una mano per agevolarlo
Il sito ufficiale di Robot Cache è già raggiungibile ed è possibile iscriversi a una mailing list. Il servizio diverrà attivo nel corso dell’anno, quindi invito gli interessati a effettuare la sottoscrizione per restare aggiornati.
Personalmente credo che dovremmo farci un paio di considerazioni.
E’ innegabile che le condizioni di vendita dell’usato siano pessime per i giocatori. Se una cosa è mia devo essere libero di farci quello che voglio. Non puoi stabilire un prezzo per me e non puoi pretendere che io dia di nuovo i miei soldi al publisher, perché di questo si tratta. In pratica dopo aver pagato un gioco nuovo lo sto pagando nuovamente per avere il diritto di rivenderlo usato. Non sta né in cielo né in terra.
Il publisher ha già venduto la sua copia, tra l’altro a un prezzo folle se consideriamo che i giochi digitali costano tanto quanto quelli fisici. Questo significa che gli introiti sono nettamente superiori per chi distribuisce il gioco, dovergli dare anche il 70% del prezzo dell’usato è da querela. Senza contare ovviamente che stiamo parlando di una criptovaluta da spendere solo all’interno di un sito, non di dollari sonanti.
Bisogna stimolare alla conversazione, sollevare questi temi con la community
Ad ogni modo, mettendo da parte queste considerazioni, appare evidente che le cose dovranno cambiare un po’ per tutti nel giro di qualche anno.
Steam, GOG, Humble Store, Origin, PlayStation Network, Windows Store, Xbox Live Marketplace: tutte queste realtà non possono permettersi di continuare a vendere i giochi digitali allo stesso prezzo delle versioni pacchettizzate. Ok, i server costano, la banda anche, ma i publisher stanno abbattendo le spese in maniera impressionante. Non c’è la confezione, non c’è la stampa del disco, non c’è la spedizione, non c’è il passaggio attraverso i distributori. L’unica cosa che rimane è la tassa al 30% da pagare al produttore della console o allo store digitale.
Non appena uno solo di questi negozi riuscirà a ridurre sul serio i costi, tutti gli altri seguiranno a ruota. Quando uno solo di questi negozi permetterà di rivendere l’usato digitale, tutti gli altri seguiranno a ruota. Lo stesso avverrà quando si metteranno in ballo i dollari o gli euro piuttosto che le criptovalute. Non c’è dubbio.
Il nostro ruolo
Da giocatori, ciò che dobbiamo augurarci in questo momento è che Robot Cache abbia successo, rosicchiando quote di mercato a Steam. Se si riuscisse a generare la giusta pubblicità, Valve non potrebbe restare a guardare, e con lei tutti gli altri. Pensate che se Steam permettesse di rivendere i propri giochi gli utenti PlayStation o Xbox se ne starebbero a guardare? Succederebbe giustamente un pandemonio, tutti esigerebbero di essere trattati allo stesso modo, prescindendo dalla piattaforma. Come è giusto che sia, aggiungerei.
I giocatori console hanno accettato il fatto di dover pagare per il gaming online, più che altro abbagliati dai giochi che vengono “regalati” ogni mese. Eppure, come sappiamo, non esiste assolutamente nessun motivo per cui dovremmo pagare per il gioco online su console. Semplicemente i grandi produttori sono riusciti a gestire la situazione piuttosto bene. Fino ad oggi.
Il digitale non può avere lo stesso prezzo del retail
Ciò che mi sento di consigliarvi è di iscrivervi a quella mailing list, tenervi aggiornati e informare i vostri amici dell’esistenza di questa alternativa. Tante volte non è necessario un supporto diretto, è sufficiente parlarne su un forum, diffondere un’informazione e aspettare che questa vada a sedimentarsi nella testa di altre persone.
Ovviamente non sono affatto contento dei piani di questo Robot Cache, ma sono comunque molto interessato. Credo sia un progetto che, con un po’ di fortuna, potrebbe portare un interessante scossone all’interno del panorama del gaming digitale mondiale. Speriamo per il meglio.