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Steam è un mondezzaio, oltre 6000 giochi rilasciati quest’anno

L’analista di mercato Daniel Ahmad ha pubblicato un intervento su Twitter dove si porta ancora una volta in evidenza il problema degli shovelware su Steam. Gli shovelware sono quei giochi di infima qualità che vengono pubblicati su piattaforme di digital delivery togliendo spazio e visibilità ai videogame più meritevoli.
Con qualche rapido calcolo scopriamo che dall’inizio dell’anno e fino ai primi giorni di Novembre sono stati rilasciati su Steam oltre 6.000 giochi. Seimila sono tanti, davvero tanti.

Il problema è che andare a guardare i giochi in uscita su Steam ci porta tra decine e decine di porcherie dove riuscire a trovare qualcosa di valido è una vera e propria impresa. La cosa ironica è che Valve aveva cancellato il programma Greenlight proprio per evitare l’arrivo di troppi shovelware sul proprio negozio.
Greenlight permetteva agli sviluppatori di creare una pagina in cui descrivevano il proprio gioco, proponendo anche immagini e trailer. I giocatori erano liberi di votare il proprio interesse verso il videogame. Al raggiungimento di un certo numero di voti il titolo veniva pubblicato.

Adesso gli sviluppatori devono semplicemente pagare 100 dollari per poter pubblicare il proprio software. Il colosso americano credeva che imporre una tassa di questo tipo potesse scoraggiare dalla produzione di software spazzatura. E’ evidente che sia successo esattamente l’opposto, e che il nuovo sistema sia semplicemente un disastro.

Nessuno utilizza più il calendario delle uscite di Steam perché è talmente pieno di porcate da risultare del tutto inutile. Questo significa che l’intera piattaforma sta diminuendo progressivamente la qualità dei contenuti offerti, perdendo lustro rispetto alla concorrenza, in particolare GOG e Humble Store, entrambi molto attenti alla selezione di giochi proposti.

Direi che Steam ha un problema

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All’inizio di quest’anno avevo approfondito il problema degli shovelware segnalando come la situazione fosse destinata a degenerare. Adesso siamo arrivati a un punto in cui un colosso come Steam non riesce più a garantire la qualità dei prodotti venduti. E’ inaccettabile.

Valve intende migliorare le cose potenziando di qui a breve il programma dei Curatori. Questi sono degli utenti che decidono di “indirizzare” la community verso certe tipologie di prodotti. Concettualmente dovrebbe funzionare in maniera vagamente simile ai canali YouTube, con Curatori che producono periodicamente recensioni di titoli ritenuti validi all’interno della nicchia di riferimento. Se l’implementazione del sistema sarà sufficientemente valida è possibile che il problema degli shovelware possa almeno arginarsi. Resta il fatto che titoli del genere non dovrebbero nemmeno arrivarci su uno store diffuso come Steam.

Valve è un’azienda multimilionaria, potrebbe tranquillamente permettersi di analizzare uno per uno i giochi proposti e valutare se inserirli o meno nel negozio. Richiederebbe tempo, ma porterebbe a una selezione alla base che eliminerebbe del tutto il software nocivo.
Si potrebbe progettare un sistema simile a Greenlight, in cui però agli sviluppatori si impone di fornire delle demo dei propri lavori. In questo modo i giocatori potrebbero valutare con mano e decidere quali titoli supportare. Si potrebbero fare trenta miliardi di cose, e c’è gente strapagata che potrebbe farsi venire una qualche cavolo di idea sensata. Perché far pagare 100 dollari non è un gran deterrente quando consenti poi di raggiungere 60 milioni di potenziali acquirenti.

Steam sta letteralmente affogando nella propria merda, e non è uno spettacolo granché bello. Sia GOG che Humble Store hanno guadagnato quote di mercato, e finché Valve non metterà la testa a posto le cose per lei non potranno che peggiorare.

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