Marvel’s Avengers è un flop sulla stessa strada di Anthem

Square Enix ha tenuto di recente il consueto report con i propri investitori, in cui ha dovuto fare il punto della situazione sulle vendite dei propri giochi. Grande protagonista negativo è stato ovviamente Marvel’s Avengers, che in teoria avrebbe dovuto essere un blockbuster straordinario, mentre in realtà è stato un flop colossale.
Dai documenti rilasciati da Square Enix non figurano numeri di vendita esatti, ma possiamo ricavare delle informazioni interessanti. La compagnia dichiara infatti che le vendite sono state al di sotto delle aspettative, e che non sono state in grado di recuperare il costo dello sviluppo del gioco. Per “costo dello sviluppo” si intende ovviamente anche la componente marketing, che ha un peso non indifferente.

All’inizio di Novembre 2020, il co-fondatore di Astris Advisory Japan David Gibson faceva sapere che le vendite di Marvel’s Avengers erano circa il 60% rispetto ai numeri attesi da Square Enix, che ovviamente prevedevano di coprire i notevoli costi di sviluppo, compresi tra i 170 e i 190 milioni di dollari, considerando anche il marketing.
Sappiamo benissimo che fin dalla beta era piuttosto chiaro che il gioco avesse delle mancanze importanti, ma è stato soprattutto a partire dal lancio che si è potuta notare una notevole carenza di contenuti, e soprattutto un sistema di progressione incapace di mantenere alto l’interesse dei giocatori. In tanti hanno iniziato a fare paragoni con Anthem di Electronic Arts, che a sua volta è stato pubblicizzato in maniera aggressiva, promettendo cose spettacolari, ma finendo con l’essere molto diverso da quanto gli utenti si aspettassero.

Marvel's Avengers

Dal nostro punto di vista Marvel’s Avengers non si è mai trovato in una posizione tragica come quella di Anthem, ma è verissimo che il gioco manchi ancora adesso di mordente. Trattandosi di un GaaS (Game as a Service) è necessario che i contenuti siano adeguati ad essere rigiocati, cercando di offrire un buon bilanciamento tra grinding, progressione e gratificazione. Non è un mix facile da raggiungere, ma Square Enix ha voluto provarci e, per il momento, ha fallito.

Leggendo le carte rilasciate agli investitori “sembra” che la compagnia sia fiduciosa sul futuro del gioco. Lascia intendere che parte del fallimento sia dipesa dall’emergenza sanitaria, con i ritardi nello sviluppo e un marketing che non si è rivelato efficace. Il presidente di Square Enix ritiene però che nei prossimi mesi ci saranno ulteriori introiti che, poco a poco, permetteranno di recuperare i costi di sviluppo del gioco. Questo significa che lo sviluppatore rilascerà nuovi contenuti che si spera possano far tornare ingame la playerbase, invogliandola a spendere denaro in micro transazioni, che ovviamente sono la base di qualsiasi game as a service, da Marvel’s Avengers ad Anthem.

C’è poi spazio per una sessione di domande e risposte, il cui il signor capo di Square Enix conferma che un pochino è anche colpa loro, e che non è stato solo un problema di marketing e di pandemia. Per la precisione dichiara che al lancio c’erano alcuni aspetti del gioco che lasciavano a desiderare, e sui quali sarebbe stato possibile fare di più. Ma ovviamente perché farlo? Rilasciamo giochi rotti o incompleti e poi li sistemiamo piano piano, usando i fondi dei giocatori che stanno gentilmente finanziando il nostro lavoro facendo da beta tester.
La cosa sorprendente è che la quantità di live service con lanci fallimentari è impressionante. Pensiamo al primo Destiny, ad Anthem, a State of Decay 2, Star Wars Battlefront, Fallout 76. Marvel’s Avengers è solo l’ultimo dei games as a service che viene preso e lanciato sul mercato senza criterio, dopo aver speso un patrimonio.

Morale della favola: se volete fare i beta tester fatevi pagare, non siate voi a pagare loro.

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