Come avevamo intuito, i problemi di Cyberpunk 2077 non sono dipesi dagli sviluppatori di CD Projekt, ma da una dirigenza incapace di coordinare il lavoro in modo efficace. Il nuovo gioco dello sviluppatore polacco è ormai considerato un disastro peggiore di Anthem, Fallout 76 e Marvel’s Avengers. Personalità come YongYea riflettono su come una situazione del genere non si fosse mai presentata prima, con Sony che rimborsa gli acquirenti e rimuove il gioco da PSN. Ricordiamo infatti che proprio Sony ha delle politiche un tantino anti-consumatore riguardo i rimborsi, dunque il suo atteggiamento sorprende e fa riflettere. Allo stesso modo, anche Microsoft rimborserà tutti i giocatori che ne faranno richiesta, ammettendo che la situazione è ampiamente sfuggita di mano.
Se le cose vanno meglio su PC Windows, di certo non può dirsi che vadano bene. Il noto youtuber Angry Joe ha dedicato un paio di video alla questione, mostrando come le performance del Cyberpunk 2077 di CD Projekt siano assolutamente inaccettabili. Lo youtuber ammette che tanti giocatori non avrebbero riscontrato problematiche gravi, ma si scaglia contro chi difende la condizione del gioco. In fondo, anche se tanti non hanno avuto problemi, altrettanti si sono ritrovati con un prodotto ingiocabile.
Andando sul subreddit di Cyberpunk 2077 o sul forum di CD Projekt Red troviamo giocatori che si lamentano delle performance anche con configurazioni PC enthusiast, tra cui non mancano fortunati possessori di RTX 3080. Noi stessi abbiamo ricevuto messaggi da parte della nostra community, che confermano una situazione inaccettabile.
Sviluppatori Cyberpunk contro dirigenti CD Projekt Red
Adesso è l’autorevole testata economica Bloomberg a fare un po’ più di luce sull’argomento. A quanto pare, il morale degli sviluppatori di CD Projekt Red dopo il lancio di Cyberpunk 2077 è ai minimi storici. Proprio gli sviluppatori hanno sfogato parte della propria frustrazione contro i dirigenti nel corso di un video incontro lo scorso giovedì 17 Dicembre, in cui i dipendenti hanno potuto porre una serie di domande ai responsabili del progetto. Le domande, neanche a dirlo, sono state molto dirette e provocatorie, e lasciano trasparire una forte insofferenza dello staff nei confronti dei capi-progetto, delusione per la maniera in cui sono state stabilite tempistiche e turni di lavoro, delusione per il prodotto lanciato sul mercato e per il conseguente crollo di fiducia da parte dei giocatori.
Ad ogni modo, teniamo presente che questo incontro video è avvenuto prima che Sony si esponesse annunciando la rimozione del gioco dallo store. È quindi presumibile che le cose siano andate a peggiorare.
Uno degli sviluppatori di CD Projekt Red ha domandato per quale motivo, lo scorso gennaio, era stato comunicato al pubblico che Cyberpunk era pronto e giocabile, quando in realtà la verità era molto diversa. I dirigenti si sono limitati a rispondere che si prenderanno la responsabilità di quanto avvenuto. Cosa questo significhi, ovviamente, non è dato saperlo. Un altro sviluppatore di Cyberpunk ha invece posto l’accento sulle assurde condizioni di lavoro, che hanno costretto a fasi di crunch obbligatorie, con sei giorni di lavoro a settimana e orari fuori parametro, cosa tra l’altro evidenziata da Jason Schreier di Kotaku e inizialmente negata dai capi di CD Projekt Red. Lo sviluppatore in questione ha domandato ai dirigenti se anche loro – come lui – trovassero assolutamente ipocrita il voler parlare nel loro videogame dello sfruttamento da parte delle grandi corporazioni, mentre il publisher stesso ha costretto i dipendenti a condizioni estreme per mantenere il posto di lavoro. Bloomberg riporta che la risposta, in questo caso, è stata vaga e indefinita.
Gli sviluppatori di Cyberpunk non hanno mai avuto dubbi sul fatto che le tempistiche imposte da CD Projekt fossero del tutto irrealistiche, con scadenze impossibili da rispettare, a dispetto del crunch e degli orari imposti. Nessuno tra gli addetti ai lavori aveva a quanto pare dubbi sulla questione, mentre la dirigenza ha continuato ad andare avanti con dei ritmi insostenibili che, alla fine, sono stati distruttivi per l’intero progetto.
Nessuno si sorprende quindi che, dal lancio di Cyberpunk 2077, CD Projekt Red abbia perso in Borsa oltre il 40% del proprio valore. Il danno economico è colossale, e va pesantemente a ridimensionare l’enorme successo di pre-vendite del gioco.
Una parte dei giocatori PC Windows è attualmente soddisfatta del gioco. Un’altra parte è invece molto insofferente e delusa. È una situazione meno estrema di quanto avvenuto su console, ma si delinea una forte inconsistenza nell’apprezzamento del pubblico, a fronte della reazione entusiastica da parte della stampa specializzata. Riteniamo doveroso, in questo frangente, sottolineare il coraggioso e di certo interessante lavoro di Destructoid, una delle più note testate online americane dedicate ai videogame. Chris Carter, editor di vecchia data e stimato redattore, ha preferito attendere la scadenza di tutti gli embarghi imposti da CD Projekt prima di pubblicare la propria opinione finale. Tralasciando la valutazione numerica finale (un 7,5/10), emerge un quadro molto diverso da quello evidenziato da altri magazine online, che verosimilmente hanno dovuto correre per realizzare una recensione in tempo per la scadenza del primo embargo imposto dal publisher.
L’imposizione di tempistiche estreme da parte di CD Projekt Red con Cyberpunk è in parte proseguita quindi perfino con gli editor, che nel caso delle versioni PC Windows hanno avuto circa una settimana per testare a fondo il gioco, mentre le copie PS4 e Xbox One sono state distribuite solo un giorno prima del day one. Gli editor delle versioni PC hanno quindi affrontato il gioco con una certa fretta, ricevendo due grosse patch correttive e affidandosi in molti casi alle promesse del publisher, che ha assicurato correzioni importanti in concomitanza col lancio del gioco. Gli editor delle versioni console, molto semplicemente, non hanno avuto il tempo di far sapere alle proprie community quale fosse la condizione del gioco, con ovvie conseguenze sulle prenotazioni e sulle vendite.
A ciascuno le proprie conclusioni.
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