La violenza nei videogiochi, l’alienazione dei bambini, i tempi che cambiano, la morte della fantasia, l’insegnamento per i nostri figli. Complice la costante disinformazione da parte dei media, tantissime persone oggi continuano ad avere un’idea distorta o parziale del mondo dei videogame. Questo articolo è offerto in particolare ai genitori che vogliano comprendere meglio un fenomeno, con tutte le sue implicazioni, cercando di approfondirne le problematiche. I giocatori esperti, adulti, quelli che passano il tempo a documentarsi online, sanno già tutto ciò che c’è da sapere. Cercheremo di osservare in particolare il tema della violenza, della dipendenza e dei possibili risvolti negativi sulla vita dei bambini. Con occhio critico, cognizione di causa e dati alla mano.
Musica, cinema e videogame: ignoranza su mondi sconfinati
Durante la mia adolescenza ascoltavo prevalentemente musica metal. Dire che ami il metal, di solito, porta a una reazione piuttosto estrema da parte della gente. In tantissimi credevano che ascoltassi inni a Satana, all’interno di concerti in cui si sacrificavano bambini appena nati. Questo era il preconcetto associato alla parola “metal”. Alcune persone erano però disposte ad ascoltare a loro volta, a farsi una cultura, fino a scoprire che il metal è in realtà un genere estremamente ampio e molto variegato. Può certamente includere uno stile pesantissimo, con tanta batteria, un canto ringhiato in growl o urlato in scream (Amon Amarth, Trivium). Ma include anche stili più leggeri, di gruppi che in tantissimi conoscono come rock, come nel caso dei Linkin Park o dei System of a Down.
Ecco, il mondo dei videogame funziona esattamente come quello della musica, come quello del cinema, dei cartoni animati, dei libri. Allo stesso modo, essere un videogiocatore, un gamer, può significare tutto e niente.
“Ah, ti piace la musica? Allora, abbiamo una cosa in comune“. Ma questa non è la verità, se io ascolto Ludovico Einaudi mentre tu passi le giornate con dubstep e musica dance. La tua concezione di musica può essere Gigi D’Alessio, mentre io ascolto solo i Queen, o magari De André.
Guardiamo entrambi film, ma non è una passione comune se io guardo solo roba di Lynch e Cronenberg mentre tu solo De Sica e Boldi. Idem se io leggo solo 50 Sfumature di Nero e tu roba di auto-miglioramento e benessere interiore, o magari poesie. Cerchiamo quindi di capire meglio di cosa stiamo parlando.
Videogame, cinema, musica e libri sono dei media giganteschi, che offrono una varietà straordinaria a chiunque voglia fruirne. Per associazione di pensiero e ignoranza, tantissimi genitori preoccupati associano i videogame alla violenza. Lo fanno perché vedono i figli intenti a sparare davanti a uno schermo, li sentono urlare mentre giocano online contro amici e sconosciuti, si preoccupano davanti alla crudezza di certe immagini. Questo è tutto ciò che vedono, dunque è tutto ciò che sanno.
Se osserviamo i dati del mercato, possiamo notare come molti giochi violenti facciano registrare volumi di vendita considerevoli. Allo stesso modo, la demografica di questi prodotti comprende i bambini, in percentuali non trascurabili. Ma è bene andare un po’ più in profondità.
Videogame, evasione e dipendenza
Da genitori è bene capire prima di tutto una cosa: qualunque tipo di dipendenza o di evasione è conseguenza di un malessere, una debolezza, un disagio. Se tuo figlio preferisce passare la giornata davanti ai videogame, piuttosto che uscire con gli amici o dedicarsi a qualsiasi attività si consideri sana, sarebbe il caso di domandarsi perché.
Il presente in cui vivono i bambini di oggi non è neanche lontanamente simile a quello in cui sei vissuto tu, né a quello in cui ho vissuto io, che ho 35 anni. Oggi si parla di rapporti liquidi, di mancanza di punti di riferimento, di fobie sociali e ansie. Il senso di esclusione, la necessità di omologazione, di non essere esclusi dal gruppo, è più forte che mai. Se non riesci a rientrare nel contesto sociale soffri, e puoi aver bisogno di cercare un rifugio. Da genitore, il tuo dovere è cercare di comprendere i malesseri che tuo figlio, forse, nemmeno si rende conto di vivere. Il mondo virtuale e la gratificazione del gioco possono rappresentare una via di fuga, un rifugio. Ma possono anche essere una maniera per far parte di quel gruppo, se gli amici di tuo figlio ne fanno già parte.
A questo punto un genitore ha il dovere di proporre idee per sviluppare un potenziale interesse. Aggiungi elementi nella sua vita senza imporli, cerca di capire cosa gli piace e cosa non gli piace, prova a stimolare la sua curiosità. Fallo però in maniera intelligente, perché forzare la mano porterà quasi certamente a un rifiuto. Non pensare che eliminare i videogame possa essere la soluzione, perché i videogame sono solo uno sfogo accessibile ad un malessere, o un modo per sentirsi più vicino agli amici. Il rapporto che creiamo con l’interlocutore restando dietro un monitor è più protetto, permette di non esporsi e di non venire giudicati.
Se rimuovi il videogame, lui troverà certamente un altro sfogo, perché il problema vero, il malessere, non è stato risolto né affrontato. Può essere il fumo, la TV, può essere lo stare fuori casa, può essere il bullismo, può essere qualsiasi cosa. Si tratta solo di canalizzare frustrazioni, insicurezze, paure e ansie all’interno di qualcosa. Tutto questo, col tempo, può trasformarsi in ossessione e dipendenza, ma questo vale per i videogame come per le slot machine, per il fumo, i gratta e vinci, la palestra, la droga. Questi sono esiti, conclusioni. Non sono la causa, ma possono diventare una delle concause. Bisogna sicuramente andare alla radice.
Videogame in una infinità di generi, l’inutilità del pregiudizio
Chiarito che dobbiamo comprendere le cause del disagio, è opportuno essere il più possibile informati sull’argomento per poterne parlare con cognizione di causa. Nel corso degli ultimi 40 anni, i videogame hanno visto una crescita straordinaria, sotto tantissimi punti di vista. Oggi rappresentano un mercato più importante di quello del cinema, e offrono intrattenimento per qualsiasi tipo di pubblico. La domanda di esperienze specifiche ha creato un’offerta per esperienze diversissime. Videogame non significa solo giochi di calcio, Fortnite o Grand Theft Auto. Questi sono tra i prodotti più venduti in assoluto, verissimo, ma c’è molto altro all’interno della categoria videogiochi.
Quando parliamo ad esempio di violenza nei videogame, è giustissimo sapere che questi videogiochi esistono:
Ma, allo stesso modo è giusto sapere che questa è una minuscola parte dell’offerta. Ci sono giochi violenti, come possono essere Grand Theft Auto o Call of Duty. E ci sono anche giochi estremamente violenti, come un Hotline Miami, o un Postal.
Allo stesso modo, ci sono videogame dove la violenza non è presente, come la stragrande maggioranza dei giochi Nintendo:
Questi non sono affatto dei giochi per bambini, perché offrono un livello di complessità e di difficoltà piuttosto elevati, anche per giocatori esperti. Di conseguenza è sempre bene leggere recensioni o guardare dei video su YouTube prima di scegliere cosa acquistare.
Esistono anche videogame dove si lascia spazio alla narrativa, e che non sono molto diversi da un fumetto o da un libro interattivo. In questo caso può esserci violenza, possono esserci temi adulti, può trattarsi di prodotti per bambini o per adolescenti. I temi spaziano tantissimo, andando da racconti semi horror come The Walking Dead, passando per la fantasia di Life is Strange.
Tra queste produzioni c’è anche chi dà spazio a temi profondi, e che sono capaci di stimolare la riflessione di giocatori e spettatori adulti. Gone Home affronta ad esempio il tema dell’omosessualità e dell’accettazione da parte di famiglia e società. Dear Esther parla di depressione e suicidio, Ether One ci introduce al problema dell’Alzheimer, Firewatch analizza la maniera in cui persone diverse reagiscono al senso di colpa.
Come potete capire quindi ci sono esperienze di qualsiasi tipo, pensate per consumatori di età diverse, con interessi diversi e con un bagaglio culturale diverso. Esattamente come per la musica, il cinema e la letteratura, ciascuno può trovare dei videogame che si adattino al proprio gusto. C’è chi vuole scaricare i nervi sparando a personaggi virtuali, chi desidera arredare una casa, chi vuole immedesimarsi in un mondo medievale fantasy, e chi preferisce guidare un’auto da corsa. Queste persone potrebbero non avere nulla in comune. Stanno solo facendo riferimento allo stesso tipo di medium. Tutto qui.
I videogame possono essere prodotti istruttivi, distruttivi, uno svago, un’ossessione, perfino uno spunto di riflessione, un metodo di apprendimento, un pretesto per muoversi, un mezzo per comunicare con gli altri. Essenzialmente possono essere tutto ciò che vogliamo permettergli di essere. Così come avviene nella vita vera, dipende da ciò che decidiamo di trarne.
Nel caso di bambini e adolescenti, i genitori devono sicuramente avere un ruolo. Ma il primo tra questi deve assolutamente essere quello di informarsi e capire di cosa si stia parlando, senza abbandonarsi ad allarmismi creati ad hoc per far colpo su un pubblico ignorante.
E, se possibile, cerchiamo di ascoltare.