Il 2017 è stato uno dei migliori anni di sempre in termini qualitativi per il mercato dei videogame. Eleggere i 10 giochi migliori degli ultimi 12 mesi non è stato affatto facile, né è stato facile limitare le nostre scelte quando così tanti titoli avrebbero meritato l’inclusione.
Vi abbiamo già offerto la nostra classifica dei giochi migliori del 2017 relativamente agli indie e dei giochi migliori appartenenti ai circuiti tripla A e AA. Adesso è il momento di mettere insieme le due classifiche, e vedere come queste due grandi realtà abbiano saputo essere complementari le une alle altri. In fondo il mercato indipendente ha ormai raggiunto da un pezzo la piena maturità, non ha alcun problema a scontrarsi con le produzioni ad alto budget.
Come di consueto cominceremo la nostra classifica partendo dalla decima posizione e andremo risalendo fino al podio.
Le nostre selezioni non saranno basate semplicemente sui voti ricevuti in fase di recensione, ma dal generale impatto che hanno avuto su di noi anche a distanza di tempo dal completamento. Vogliamo titoli che lascino qualcosa!
Si dia il via alle danze!
10. Night in the Woods | PC, PS4
Un prodotto molto particolare questo Night in the Woods, appartenente al circuito indie. E’ un racconto sotto tanti aspetti toccante, personale e molto intimo. Nel gioco sceglieremo con quali personaggi legare, a chi dedicare il nostro tempo e chi invece trascurare, per forza di cose. In pratica bisognerà decidere chi vogliamo conoscere e chi rimarrà invece una specie di comparsa all’interno della nostra avventura, esattamente come accade nella vita. Naturalmente questo significa che ci sono molti contenuti che non potremo scoprire al nostro primo playthrough, sarà necessario completare il gioco più volte se vogliamo vedere tutto ciò che ha da offrire.
Night in the Woods affronta questioni piuttosto impegnate, come il passare del tempo, la ricerca della propria strada nella vita, lo spaesamento che possiamo provare nel momento in cui percepiamo il mutare delle cose. Si presta ad essere interpretato, è scritto in maniera intelligente, offre spazio a chiavi di lettura profonde.
A rendere le cose più interessanti contribuisce la splendida caratterizzazione dei personaggi, molto coinvolgenti. Fanno provare una spontanea curiosità verso le loro storie.
Non c’è moltissimo da “giocare” nel vero senso della parola, è un’esperienza più simile a una narrazione in realtà. E’ tuttavia un prodotto che ci ha colpiti profondamente, molto curato sia nella trama che nella sceneggiatura. Lo consigliamo a tutti gli amanti delle produzioni contenutisticamente più impegnate, davvero un bel lavoro.
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Metascore 8.8/100
9. Hollow Knight | PC, XBO
Quest’anno non sono usciti moltissimi metroidvania, ma tra i pochi esponenti del genere Hollow Knight è senza dubbio quello meglio riuscito. E’ un progetto indipendente che seguivamo da un pezzo, affascinante prima di tutto per la particolare ambientazione. Il gioco si svolge infatti in un mondo di insetti in un qualche tipo di futuro post apocalittico (o post-disastro, sarebbe più opportuno dire). Il giocatore sarà per l’appunto una sorta di cavaliere, un guerriero che si addentrerà nel sottosuolo di una città ormai spettro di se stessa.
Il setting particolare ha permesso ai designer di sbizzarrirsi e di creare un mondo di gioco davvero originale, molto intrigante. Dominano l’oscurità e le tinte cupe, che accompagnano bene lo stile adottato dagli sviluppatori. Hollow Knight non è infatti indicato per chi voglia sentirsi guidato all’interno dei videogame: dà pochissime indicazioni sul da farsi, vuole che il giocatore capisca da solo come procedere. In alcuni videogame questo si trasforma in un problema, con giochi che finiscono per rivelarsi poco immediati e inutilmente difficili. In questo caso è tutto il contrario.
Complici le particolari ambientazioni, ci sentiremo spinti ad esplorare e ad addentrarci nelle profondità della terra. Non avremo paura di perderci o di smarrire la via, il coinvolgimento ci impedirà di porci problemi di questo tipo. C’è un senso di scoperta genuino che ci accompagnerà per tutta la durata del viaggio.
Hollow Knight vanta anche un gameplay molto approfondito e la possibilità di far evolvere e personalizzare il nostro avatar con un gran numero di abilità. Lo consiglio caldamente a tutti gli amanti di metroidvania e più in generale degli action adventure.
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Metascore 8.6/10
8. Hob | PC, XBO
Ogni volta che mi ritrovo a parlare di Hob non riesco a contenere l’amarezza. Ho amato tutti i lavori di Runic Games, e mi dispiace moltissimo che non sentiremo più parlare di un così talentuoso team di sviluppo, chiuso pochi giorni dopo l’uscita del gioco.
Hob è in pratica una specie di canto del cigno, un prodotto che non ha paura di abbandonare il genere per cui i ragazzi di Runic erano divenuti famosi, abbracciando invece per la prima volta gli adventure classici.
Il gioco ci porta in un mondo in cui una misteriosa sostanza sta corrompendo e divorando l’ambiente. Dovremo svelare la natura del problema e mettere fine alla piaga utilizzando prima di tutto l’ingegno. In effetti Hob è un adventure in cui si dà spazio prima di tutto alla risoluzione di enigmi e dei puzzle ambientali. I combattimenti sono pochi, non immaginatelo come un clone di Zelda perché i due giochi sono in realtà molto diversi. Ci scontreremo ovviamente con una serie di avversari, ma non accadrà troppo spesso, e in assoluto non è necessaria una particolare abilità con il pad per riuscire a prevalere.
E’ insomma un gioco che andrà bene anche per chi preferisce uno stile più analitico e incentrato sul puzzle solving.
Il mondo di gioco è incantevole, molto immersivo, realizzato con uno stile semplicissimo. Ci sono forme regolari, il numero di poligoni a schermo non è elevato, ma la direzione artistica è eccelsa. E’ in pratica uno di quegli stili che sicuramente invecchieranno molto bene, pieno di fascino e personalità.
Se amate The Legend of Zelda vi consiglio caldamente di mettere le mani su Hob. E’ uno splendido rappresentante del genere e uno dei giochi migliori del 2017.
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Metascore 7.7/10
7. Nioh | PC, PS4
Giappone feudale, samurai, ninja, oni, mitologia, magia e demoni: questo è il cocktail di Nioh. Non saltate a conclusioni affrettate e non immaginatelo come un Dark Souls in salsa giapponese, sbagliereste di grosso. Anche se entrambi sono caratterizzati da un livello di difficoltà piuttosto elevato, ciascuno ha una propria personalità distinta, molto forte.
Nioh è in assoluto più veloce di Dark Souls, ha una trama meglio sviluppata e non è un open world. Offre più sistemi di progressione, dal punto di vista strutturale risulta più approfondito rispetto ai titoli di From Software.
Probabilmente Dark Souls rimane più impegnativo, richiede forse una precisione maggiore nello scontro con alcuni boss. Nonostante questo, Nioh è a sua volta un gioco che richiede riflessi fulminei e un’ottima conoscenza dei movimenti degli avversari. Gli scontri con i boss sono ovviamente uno spettacolo, con mostri dalle forme e dalle dimensioni più disparate pronti a farci la pelle in un battito di ciglia.
Il giocatore può sbizzarrirsi con tante tipologie di armi differenti e con tre posture da combattimento che determinano la nostra potenza e la velocità degli attacchi. Poter cambiare al volo posizione aggiunge una interessante componente strategica agli scontri, che sono sempre frenetici e piacevolissimi. Proprio la bellezza dei combattimenti è forse l’unico motivo per cui a dispetto delle innumerevoli morti darete il meglio per raggiungere la fine del gioco. Si crea in pratica un meccanismo di frustrazione che allo stesso tempo ci invita a migliorarci, e portare a segno quei colpi in più su un boss è a dir poco gratificante.
Se amate i vari Dark Souls o Bloodborne, o se siete rimasti incantati dai mondi di Onimusha, recuperate Nioh senza esitazioni. Davvero divertentissimo, uno dei giochi migliori del 2017.
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Metascore 8.8/10
6. Nier Automata | PC, PS4
Nier Automata è uno dei giochi migliori della Platinum Games degli ultimi anni. E scusate se è poco. Per quanto il sistema di combattimento sia marcatamente action, il titolo può rientrare tranquillamente (anche) nella categoria dei giochi di ruolo.
La Terra è stata invasa e conquistata da una razza aliena, gli esseri umani si sono dovuti rifugiare sulla Luna per cercare di sopravvivere. Adesso è il momento del contrattacco, e l’umanità spedisce sul Pianeta Azzurro delle unità robotiche da combattimento, androidi progettati per distruggere il nemico invasore.
Nier Automata è un piacere da giocare, offre un’azione velocissima in puro stile Platinum, si presta ad essere fruito da chiunque, anche da chi non sia proprio un esperto con il genere action. Il sistema di combattimento si dimostra da subito molto elastico. E’ possibile basarsi su concatenazioni di mosse semplici, ma poco per volta prenderemo confidenza e inizieremo a destreggiarci con tecniche avanzate, schivate e contrattacchi. La progressione è ottima, arrivando a un senso di fluidità stellare, che si traduce in scene bellissime da guardare e ancora più gratificanti da giocare.
Naturalmente non mancano sistemi di potenziamento dei personaggi.
Per quanto la storia parta in modo troppo lento, proprio la trama sarà la vera protagonista del gioco. E’ stata scritta in modo particolare (eviteremo spoiler), e dopo una decina di ore riuscirà ad ingranare abbracciando ritmi più consoni al pubblico occidentale. Sia i personaggi che la storia sono stati delineati senza incertezze, ci si appassiona.
Nier Automata è una grandissima dimostrazione di forza sia da parte di Platinum Games che di Square Enix. Uno dei giochi migliori dell’anno, da comprare se amate gli action o se volete un JRPG con una sceneggiatura solidissima.
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Metascore 8.8/10
5. The Legend of Zelda: Breath of the Wild | NSW, WiU
Breath of the Wild è il primo capitolo della serie di Miyamoto che abbracci l’open world moderno. Già in passato c’erano stati più esperimenti in questo senso, ma solo il nuovo episodio riesce a trovare una forma perfettamente evoluta e definita all’interno di questa struttura.
Con l’aiuto di Monolith, Nintendo ha creato una Hyrule gigantesca, un mondo dove andremo alla ricerca di una miriade di tempietti in cui mettere alla prova le nostre abilità logiche. I santuari prendono il posto dei vecchi dungeon, una scelta che ha fatto storcere il naso a molti. Considerate le dimensioni della mappa bisognava però trovare qualcosa che giustificasse l’esplorazione, dunque c’è una certa logica.
Nintendo ha preso anche altre decisioni che hanno scontentato gli appassionati di vecchia data, tra cui la (eccessiva) deperibilità delle armi e la necessità di recuperarne sempre di nuove, la mancanza di boss all’altezza dei predecessori (incluso quello finale), la scelta di una colonna sonora molto meno presente rispetto al passato e una narrativa non lineare basata su flashback e ricordi.
A parte questi difetti, Breath of the Wild rimane un gioco divertente come pochi altri. E’ vasto, ci impegna in tantissime attività diverse, ha una struttura per certi aspetti da sandbox e invita il giocatore ad essere il più possibile creativo. Tanti puzzle possono essere superati in più maniere, la libertà di azione permette davvero di “giocare” con gli strumenti messi a nostra disposizione dagli sviluppatori.
Breath of the Wild è il gioco dell’anno secondo moltissimi, ma non secondo noi
Tutte le razze più importanti viste nella serie nel corso degli anni fanno qui il loro ritorno, senza limitarsi per l’ennesima volta a Zora e Goron. Ovviamente non mancano neanche le missioni secondarie, che nei vari episodi erano comunque presenti, dove più dove meno. In Breath of the Wild ce ne sono tantissime, sono variegate e ci porteranno in giro per il mondo intero.
Nintendo ha realizzato un capitolo di Zelda che probabilmente farà da spartiacque tra passato e futuro. Si respira una forte aria di cambiamento e di novità, si percepisce la volontà di svecchiare un brand già stellare nelle meccaniche aggiungendo nuove carte nel mazzo. Alcune delle novità sono da rivedere, altre sono decisamente azzeccate.
Breath of the Wild non dovrebbe mancare nella collezione di nessun giocatore, è senza ombra di dubbio l’adventure più ambizioso che sia mai stato realizzato.
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Metascore 9.7/10
4. Persona 5 | PS4
Atlus che domina il mercato dei JRPG: se me lo avessero detto una quindicina di anni fa non ci avrei creduto. L’azienda giapponese continua però a sfornare titoli eccellenti a ripetizione, si è innalzata a baluardo per questo genere un tempo enormemente popolare e oggi relegato quasi a una nicchia.
Dall’ottimo Persona 3 siamo passati al meraviglioso Persona 4 e da lì siamo arrivati al quinto capitolo. Persona 5 è a mio parere il miglior episodio della serie, opinione condivisa da molti ma non da tutti. Aver portato il gioco su una console casalinga ha permesso di sbizzarrirsi in termini tecnici, puntando a una grafica e a uno stile sensazionali.
Questo capitolo trasuda personalità, dal design dei menu, all’estetica dei personaggi, al carattere utilizzato per scrivere i dialoghi, agli effetti speciali durante i combattimenti. A volte sembra un esercizio di virtuosismo, una maniera di spiegare agli artisti come si lavora per fare le cose per bene.
Persona 5 è bellissimo da guardare, ma ammalia anche le orecchie con la sua colonna sonora superlativa.
Trattandosi di un gioco di ruolo giapponese, i veri protagonisti sono comunque storia e personaggi.
Persona 5 è splendidamente calato nel Giappone contemporaneo
Il gioco si suddivide in due momenti separati. Durante il giorno dovremo decidere in che modo impegnare il nostro tempo, andando a scuola, dedicandoci a un gran numero di attività, dalle quest secondarie al coltivare i rapporti con gli altri personaggi (sì, potete farvi ovviamente anche la vostra love story). Di notte avremo accesso invece a una realtà parallela in cui tutte le pulsioni degli esseri umani diventano reali.
In pratica gli NPC che fanno parte della nostra quotidianità si trasformeranno in ciò che hanno dentro, dando spazio a tutto il nero dei loro animi e mostrandosi per ciò che sono realmente.
E’ un concetto molto interessante, che viene approfondito parecchio in quella che si dimostra una trama adulta e di altissimo livello.
C’è la classica tendenza di questa serie ad essere particolarmente prolissi, i dialoghi a volte sono proprio lunghissimi, e il fatto che sia tutto in inglese potrà essere un problema per alcuni giocatori. Tuttavia, se conoscete bene la lingua vi invito caldamente a seguire la storia, davvero straordinaria.
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Metascore 9.3/10
3. Super Mario Odyssey | NSW
La quintessenza del gaming tradizionale, il fascino del gameplay nudo e crudo e un’altra killer application per Switch. Nonostante chiamassimo a gran voce un remake e un seguito del tanto amato Super Mario Galaxy, Nintendo ha tirato fuori dal cilindro un gioco forse anche più straordinario.
Super Mario Odyssey si basa su un gimmick tanto semplice quanto funzionale, ovvero la possibilità di mutare forma. Mario può trasformarsi in animali, mostri, perfino oggetti, modificando radicalmente sia i propri movimenti che il modo di attaccare. Ovviamente un’idea di questo tipo lascia carta bianca alla creatività dei bravissimi game designer di Nintendo. Questi signori hanno progettato livelli che sembrano più dei bellissimi parchi giochi a tema, divertentissimi da esplorare, disseminati di segreti e di cose da fare. Ci sono tanti obiettivi diversi, il giocatore viene ricompensato con costanza, andarsene in giro ci porterà a scoprire innumerevoli Lune, gli oggetti del desiderio del prode Mario.
L’idraulico più famoso del mondo si controlla che è un piacere, è reattivo, i 60 frame al secondo rendono ogni movimento preciso e ogni salto semplice da dosare.
Di tanto in tanto capita che qualche idea venga riutilizzata, ma quando ci sono così tanti contenuti si può tranquillamente chiudere un occhio. Odyssey è a mio parere il Mario migliore di sempre, ma è anche uno dei videogame più rifiniti che siano mai stati realizzati. Incarna alla perfezione la filosofia Nintendo, spinge ad essere un po’ bambini, alimenta il fascino della scoperta.
E’ un videogame irrinunciabile per qualsiasi tipo di giocatore. E se non siete in possesso di Switch direi che è proprio il momento di provvedere.
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Metascore 9.7/10
2. Divinity Original Sin II | PC
Ma come, sopra Mario? Eh sì, sopra Mario.
Divinity Original Sin II è un’esclusiva PC che, ad oggi, rappresenta il più perfetto punto d’incontro tra un videogame e un gioco di ruolo tradizionale. Il lavoro alle spalle di questo progetto è semplicemente titanico: migliaia e migliaia di righe di testo, possibilità di modificare la storia come più ci aggrada, totale libertà di azione sugli NPC, anche quelli più importanti per la trama, perfino i membri del nostro stesso party.
Original Sin II ridefinisce la tradizionale concezione del “di ruolo”, ci porta a vivere un’avventura straordinaria nei panni del protagonista, chiunque egli sia. Gli sviluppatori mettono a nostra disposizione dei personaggi con dei background già pre-impostati, tutti molto interessanti. Ciascuno di loro è diretto in una direzione predeterminata, che dipende appunto dalla sua storia. Ciascuno dei racconti vi affascinerà, la qualità dei testi e della sceneggiatura è sempre stellare. Ovviamente nulla ci vieta di creare da zero il nostro avatar, come vuole la tradizione, rinunciando agli elementi prestabiliti organizzati dal team di sviluppo e forgiando invece la nostra storia personale nella massima libertà.
Massima libertà che significa anche potersi avvicinare a qualunque problema come più ci aggrada. Volete corrompere quella guardia? Magari volete intimidirla? Convincerla? Forse preferite ucciderla? Fate voi. State attenti però, perché i vostri compagni non sono semplici omini che picchiano i cattivi aiutandovi in combattimento. Sono individui con una personalità definita, che osservano e giudicano il vostro operato, e agiscono in conseguenza alle vostre azioni. Potrete compiacerli e dispiacerli, potrete farli arrabbiare, potrete deluderli, potranno abbandonarvi durante il cammino, potranno anche ribellarsi. Potranno uccidervi e potrete ucciderli.
Original Sin II è la massima espressione del gioco di ruolo occidentale, un’opera mastodontica con cui le prossime generazioni di RPG dovranno inevitabilmente confrontarsi. Un capolavoro che non invecchierà.
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Metascore 9.3/10
1. Hellblade Senua’s Sacrifice | PC, PS4, XBO
Da grande appassionato di cinema, ammetto che Hellblade: Senua’s Sacrifice mi ha semplicemente travolto. Guadagna la prima posizione nella nostra Top 10 2017 per una serie di motivi, primo su tutti la maniera nuova di fare narrativa all’interno di un videogame.
Se Uncharted aveva raggiunto nuovi standard in quanto a potenza scenica delle sequenze animate, Hellblade si spinge decisamente oltre, rappresentando oggi il punto d’incontro perfetto tra cinema e gioco, l’obiettivo tanto cercato da David Cage con prodotti come Heavy Rain e Beyond Two Souls.
A riuscire nell’impresa sono i ragazzi di Ninja Theory, con una produzione indipendente a dir poco coraggiosa. Il progetto è stato rischioso in termini economici, rischioso nelle tematiche trattate, rischioso nella maniera di essere commercializzato, rischioso nel gameplay. Ed è proprio in quest’ultimo elemento che risiedono buona parte delle incomprensioni che hanno colpito il gioco.
In troppi si aspettavano un action game, mentre in realtà Hellblade è prima di tutto un racconto, un’avventura narrativa che sa coinvolgere grazie alla superlativa recitazione della protagonista. L’attrice ha saputo dar vita a una Senua disturbata, una schizofrenica che sente le voci, una persona tormentata dalla propria mente, incapace di mettere a tacere il costante mormorio dei pensieri. E’ un personaggio meraviglioso, stratificato, forte eppure terribilmente fragile, una ragazza verso cui l’empatia è la cosa più spontanea del mondo.
Il gameplay vero e proprio è semplice, si tratta più che altro di risolvere enigmi ambientali sfruttando la distorsione della realtà della nostra Senua, capace di vedere cose che le persone sane non vedono. Detto in due parole sono meccaniche basate sull’osservazione dell’ambiente circostante.
Hellblade Senua’s Sacrifice è il punto d’incontro perfetto tra cinema e videogame
Fondamentalmente Hellblade non aggiunge nulla di nuovo al genere, se valutiamo solo il gameplay. Tutta la sua magnificenza risiede nella componente narrativa, immersa in una mitologia norrena complessa e oscura, che saprà stregare qualsiasi giocatore. La decadenza del tempo e del luogo, la psicosi di Senua così magistralmente riprodotta, la colonna sonora da brividi e l’interpretazione da pelle d’oca di Melina Juergens rendono questo un prodotto nuovissimo nel panorama videoludico mondiale. Figuratevi che per rappresentare le voci all’interno della testa della protagonista, gli sviluppatori hanno fatto ricorso ad un audio posizionale in tre dimensioni, con attori che recitavano muovendosi intorno a un microfono. L’effetto di immedesimazione giocando con le cuffie è a tratti angosciante, semplicemente perfetto.
Hellblade è un’esperienza audiovisiva sensazionale, un nuovo metro di paragone per le avventure incentrate sulla narrativa. Le tematiche adulte, il fascino della mitologia norrena, la maniera brillante di simulare la schizofrenia, tutti gli elementi della produzione contribuiscono a creare un coinvolgimento straordinario nel giocatore.
Per quanto le meccaniche vere e proprie non siano innovative, il gioco ha il grandissimo merito di fare incontrare il mondo del cinema con quello del gaming. David Cage ha fallito nel gameplay, Uncharted non è riuscito a offrire la drammaticità e le tematiche adulte.
Poi sono arrivati i ragazzi di Ninja Theory. Ed è cambiato tutto.
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Metascore 8.3/10